Tra Pennac e Machiavelli, tra ricordi e strategie fallimentari o utili ecco come affrontare l’arduo capitolo delle letture estive
È sempre stato un rebus: quanti e quali libri far leggere durante le vacanze. All’inizio era una sorta di ricettario, dovere per me prescrivere la medicina, dovere per gli studenti assumerla. Poi, col passare degli anni, pur essendosi la prescrizione fatta meno imperiosa, ha comunque conservato il carattere dell’obbligo indifferibile.
Con le letture estive ho sempre cercato di anticipare letture integrali di autori in programma l’anno scolastico successivo: per esempio alle terze che sarebbero diventate quarte l’Orlando Furioso raccontato da Calvino, Don Chisciotte, Robinson Crusoe, Candido e qualche volta le Ultime lettere di Jacopo Ortis.
Per le future quinte le proposte si fanno più pressanti e numerose. Dato per scontato il fatto che i Promessi Sposi vengono trattati nel biennio e che Verga è autore che percentualmente torna indietro come un boomerang, ho provato con D’Annunzio più di una volta con risultati modesti, tranne quella volta in cui invece del Piacere ho dato da leggere L’innocente; per la letteratura straniera Il ritratto di Dorian Gray è il romanzo che riscuote un buon successo presso gli studenti ma I racconti di E. A. Poe precede tutti di molte lunghezze.
Dovendo sintetizzare dico che gli autori stranieri superano quelli italiani.
I classici, ovviamente quelli contemplati dal programma, sono sempre stati una sicurezza e quindi la mia lista calata dall’alto come un decalogo, arrivava puntuale a circa due settimane dalla fine delle lezioni, attesa, temuta e poco desiderata: autore, titolo, edizione e scadenza per le verifiche (entro ottobre, entro novembre e così via).
Ciò che più mi interessa raccontare però non è tanto il numero e i titoli dei libri, quanto il mio percorso per far scattare la scintilla, l’interesse, la voglia di leggere negli studenti, soprattutto in quelli più refrattari e recalcitranti. Obiettivo ambizioso e in alcuni casi temerario.
Ho immaginato talvolta uno sconto estivo totale: «Niente letture ragazzi, e se andando al mare avete con voi un libro, buttatelo in acqua». Fantasia allo stato puro, mentre in realtà continuavo a cercare la strategia del miracolo.
Incontri
Quando nel ’93 arrivò a Milano Daniel Pennac, il creatore della serie di Belleville incentrata sul personaggio di Malausséne, insegnante ma soprattutto autore del codice dei diritti del lettore, Come un romanzo decisi di andare a sentirlo accompagnata da un folto drappello di studentesse e studenti. Il teatro Parenti era stipato fino all’inverosimile di adolescenti che applaudivano calorosamente i passaggi a loro più consoni: il diritto di non leggere, il diritto di saltare le pagine, il diritto di leggere qualsiasi cosa. Il tema divenne oggetto di ampie e accese discussioni nelle classi. Tra gli argomenti più avvincenti emerse, come da previsione, il ‘diritto di non leggere’, ma anche il ‘diritto di leggere qualsiasi cosa’ andò forte.
Errori
Quell’anno, il ’93 appunto, diedi da leggere Come un romanzo, niente altro e non fu una buona idea. A parte una sparuta minoranza che si era davvero appassionata seriamente al problema, il resto delle classi aveva trovato noioso il tutto e chiedeva titoli di libri ‘veri’. L’errore primordiale l’avevo però commesso qualche anno prima assegnando ad una terza del corso per geometri (!) la lettura del Principe, con annesso riassunto di ogni singolo capitolo.
A parte due renitenti il compito era stato svolto, ma i mugugni furono talmente tanti e persistenti da compromettere il buon clima esistente in classe. Tuttavia indietro non potevo tornare facendo finta di niente; cominciai a premiare i volenterosi e soprattutto i tre che che erano entrati in argomento e ai quali chiesi collaborazione per coinvolgere gli altri. Funzionò, e alla fine venne fuori un dibattito vivace e ricco di spunti interessanti. Tema in classe finale con buoni risultati .
Non ho più ripetuto l’esperimento. Troppa fatica nella gestione complessiva della classe e tanto affanno nello svolgimento del resto programma. Alla fine sembrava esistere solo Machiavelli col suo Principe.
Indicazioni
L’esperienza, gli errori, la velocità indotta dai mezzi telematici, mi hanno corroborata e resa più accorta nell’approccio e nelle proposte.
Oggi arrivo a dire «Leggete tutto ciò che vi interessa», a patto però che sappiate riferirne. E se per caso vi viene in mente di lavorarci secondo le vostre attitudini, fatelo.
Girare un cortometraggio, un film, comporre una colonna sonora, scrivere una sceneggiatura, magari con tre compagni di classe oppure farne un fumetto, va bene, poi lo vediamo insieme e ne parliamo.
Titoli? Open, Cioccolato amaro, Tenera è la notte, Lumen, Amleto, L’uomo inquieto, Resurrezione, Lo straniero, L’amica geniale, Gente di Dublino, L’isola di Arturo, O Cesare o nulla, Ferragosto in giallo,Vita di Dante(Risset), Il sorriso dell’agnello, La coscienza di Zeno, Mimi’ bluette fiore del mio giardino, Orlando furioso (raccontato da Calvino), Memorie di Adriano.
Basta, per ora.
Foto di copertina: Libri di Piermario