“Lo stato contro Fritz Bauer” di Lars Kraume racconta come il procuratore capo di Francoforte, inviso ai superiori per l’insistenza nel cercare nazisti in fuga, aiutò il Mossad a trovare il pianificatore della Shoah
Quest’anno il cinema tedesco si è caratterizzato per una stranezza. Agli Oscar come rappresentante della Germania per il miglior film straniero era finito Il labirinto del silenzio di Giulio Ricciarelli, regista di chiara origine italiana dove si racconta di Johann Radmann, un giovane procuratore di Francoforte che nel 1958 cerca di incastrare i nazisti ancora in libertà. Ora un altro film è stato candidato a ben nove Lola, gli Oscar tedeschi, compresi quelli per miglior film, regia, sceneggiatura, protagonista. Si tratta di Lo stato contro Fritz Bauer di Lars Kraume (curiosamente nato in Italia), presentato con successo l’estate scorsa al festival di Locarno, dove ha vinto il premio del pubblico. Ebbene, se Johann Radmann era un personaggio inventato, seppure ispirato a fatti autentici, Fritz Bauer invece era il vero procuratore capo di Francoforte che sfidò il governo tedesco e fu accusato di tradimento per la sua volontà di perseguire Adolf Eichmann, l’SS che pianificò la Shoah e che riuscì a fuggire, protetto, in Argentina.
E all’inizio del film lo si vede (in persona) mentre nel bianco e nero televisivo del 1960 parla in modo appassionato per spiegare come i giovani debbano fare i conti con il passato del loro paese per costruire una vera democrazia.
A noi il personaggio Fritz Bauer dice poco, ma cercando di documentarsi emerge una figura di notevole interesse. Fu il più giovane laureato in legge della Germania, da socialdemocratico aderì alla repubblica di Weimar e fu giudice in un tribunale locale sino all’avvento del nazismo. Carriera bruscamente interrotta, seguita da prigionia e abiura delle proprie idee per poter andare in esilio in Danimarca. Nonostante questo sia stato per Bauer sempre un cruccio, fece sicuramente bene, perché oltre che socialdemocratico era anche omosessuale e ebreo, in pratica la summa di tutto quanto i nazisti volevano fare sparire dalla faccia della terra.
Alla fine della guerra, sostenuto dal presidente dell’Assia, Bauer torna e diventa procuratore capo a Francoforte. Dove inizia la storia del film. Siamo nel 1957, e lui è visto come fumo negli occhi dal potere centrale e dai servizi segreti, perché è un rompiscatole intenzionato a trovare i nazisti fuggiti. Eichmann su tutti. Il governo tedesco, con l’avallo degli alleati statunitensi, vorrebbe invece stendere un velo poco pietoso sul passato. La squadretta antinazi di Bauer all’inizio in effetti conclude poco. Poi, il caso lo aiuta. Dall’Argentina, un tedesco gli scrive affermando che Eichmann vive e lavora laggiù, protetto dalla Mercedes. Bauer si dà da fare, ma capisce subito che i tedeschi farebbero arrivare la soffiata al criminale nazista che potrebbe così fuggire di nuovo. Allora si rivolge al Mossad, i servizi segreti israeliani, con un accordo: loro catturano Eichmann, poi però dovrà essere estradato in Germania per il primo grande processo al nazismo in patria.
La storia è conosciuta, i fatti andarono in maniera diversa. Il Mossad catturò Eichmann, ma la Germania non fece alcuna domanda di estradizione. Così Eichmann fu processato e impiccato in Israele, mentre Bauer fu accusato di alto tradimento per avere passato informazioni segrete a un paese straniero. Aggiungete anche l’omosessualità di Bauer (il codice civile prevedeva condanne per rapporti sessuali tra uomini, norme abolite solo decenni più tardi) e avrete il quadro di una figura complessa che deve essere inquadrata nella sua epoca. Solo qualche anno dopo la squadra di Bauer riuscì ad allestire un processo contro alcuni figuri di Auschwitz.
Di tutta la vicenda raccontata, si sapeva poco fuori dalla Germania, anche perché Bauer chiese che i fatti fossero resi noti solo dieci anni dopo la sua scomparsa. Lars Kraume rende giustizia a un personaggio straordinariamente umano, interpretato da Burghart Klaußner, con un film di notevole tensione che svela un retroscena, se non inedito, quantomeno quasi sconosciuto al grande pubblico.
Lo stato contro Fritz Bauer di Lars Kraume con Burghart Klaußner, Ronald Zehrfeld, Sebastian Blomberg, Lilith Stangenberg, Jörg Schüttauf