“Lontano lontano” è un film delicato, divertente e intelligente, che regala molte risate semplici e qualche argomento serio cui pensare: com’è difficile vivere da vecchi e quanto conta aver qualcuno vicino. O l’importanza di riuscire a cambiare l’esistenza di un’altra persona, e senza aver nulla in cambio. Giulio Colangeli ed Ennio Fantastichini sono i perfetti partner del regista-protagonista
Con una pensione italiana si può vivere benissimo in qualsiasi parte del mondo. Tranne che in Italia. Ci sono da calcolare, però, le variabili. Clima e disastri naturali. Aumento o svalutazione del denaro. E le tasse, che se non sposi un cittadino del Paese in cui vai ad abitare devi comunque continuare a pagare. Tutte considerazioni che Giorgetto, Attilio e Il Professore devono ben bilanciare, prima di mettersi la valigia in spalla e lasciare per sempre la loro casa. Nulla è ancora deciso delle sorti dei tre protagonisti, che nel tentativo di cambiare, nella vecchiaia, la loro vita, ne mostreranno tutte le contraddittorie, divertenti, assurde eppure reali situazioni, nella commedia Lontano lontano.
Giorgetto (Giorgio Colangeli) e il Professore (Gianni Di Gregorio, regista e protagonista del film) sono amici di vecchia data, due pensionati che non possono permettersi grandi spese. Così, pensano di emigrare all’estero per sfruttare regimi fiscali più accomodanti. Mentre cercano informazioni sulle procedure da attivare e sulle destinazioni più indicate al loro profilo, conoscono casualmente Attilio (Ennio Fantastichini), anch’esso interessato a cambiar vita pur essendo ancora un lavoratore. Decisi a compiere il grande passo, si preparano a salutare la loro città natale, ma qualche dubbio su questa scelta comincia a serpeggiare, tra chi vorrebbe corteggiare una donna (Galatea Ranzi) conosciuta al bar, chi in fondo non lascerebbe volentieri sua figlia (Daphne Scoccia) e chi preferirebbe usare il denaro accantonato per fini più nobili.
Girato con mano leggera da Di Gregorio – che ne ha curato la sceneggiatura insieme a Marco Pettenello – Lontano lontano, dietro la sua apparente semplicità, affronta temi seri quali la difficoltà di vivere dignitosamente per molti pensionati, la solitudine cui spesso vanno incontro e la marginalità alla quale sono costretti da una società che li considera ormai inutili. Di Gregorio è bravo nel tratteggiare i caratteri, le abitudini dei protagonisti, e la storia ne trasmette la schiettezza mai cinicamente ironica o forzatamente spiritosa. È nella piacevolezza di poter trascorrere del tempo con i personaggi che il film trova la sua componente più promettente, nella verità di una storia che, coprendo l’arco di una settimana, offre nuove conoscenze e una più approfondita lungimiranza sul dove stare e su quale contributo poter veramente dare alle proprie vite, e a quelle di chi ci sta accanto.
Perché con una pensione minima, continuamente abbassata, non si può certo campare, ma diventa più facile se si sa di avere qualcuno su cui poter contare, e un proprio posto da condividere con chi ci è ogni giorno al fianco. E, soprattutto, quando si ha l’opportunità di cambiare veramente l’esistenza di qualcun altro, senza voler ricevere niente in cambio. Lontano lontano non rincorre la comicità con clamore, eppure genera le risate più spontanee che un film possa desiderare. Un’opera con un cuore grande a cui non si può far altro che voler bene, sentimento che tutti finiranno per provare per questi tre spassosi, adorabili vecchietti.
Di Gregorio, forse il più anomalo fra i registi nostrani, ci regala una ventata d’aria fresca, una pellicola piacevole che per i temi trattati, anche se di tutt’altro genere e stile, rimanda a Umberto D.. Un film che nella sua semplicità fa innamorare gli spettatori: all’accensione delle luci in sala, si vorrà tutti restare ancora lì con i tre amici, a mangiare angurie in un chiosco deserto, da qualche parte nel mondo.
Lontano lontano, di e con Gianni Di Gregorio e con Ennio Fantastichini, Giorgio Colangeli, Roberto Herlitzka, Daphne Scoccia, Salih Saadin Khalid, Iris Peynado, Galatea Ranzi