Nasce Cultweek, nuova voce critica animata da giovani talenti. L’editoriale del direttore
Ero là, sulla gradinata di secondo ordine, quella sera un poco ventosa del 430 avanti Cristo in cui ci fu la prima di Edipo Re, applausi e qualche tunica sgualcita per nervosismo e pensavo già, lo ricordo come fosse oggi: come sarebbe bello, giusto, istruttivo per molti e non per pochi se ci fosse qualcuno o qualcosa che raggruppasse i vari ordini e gradi del mondo della cultura e dello spettacolo senza fingere che siano argomenti separati.
La storia bisogna studiarla insieme alla geografia e poi bisogna aggiungere la filosofia, la storia dell’arte, l’economia, la letteratura, la matematica e l’informatica. Perché sono momenti di un unico pensiero creativo, sotto l’ombrello del Tempo: il cinema, per tornare ai nostri cult, è complice e parente stretto del teatro, il quale a sua volta non può vivere senza la danza che soffre, senza la musica dal vivo, ma ha bisogno anche dell’arte nelle sue scenografie e di bei libri corposi, di tragedie e di commedie, da cui prendere spunti. Le storie sono dieci in tutto e le hanno già raccontate milioni di volte: le restanti sono variazioni. Ecco che il catalogo è questo e sono già molti più di 1003 i casi in cui i diversi rami del capitale umano della cultura e dello spettacolo, una società per azioni con un cuore che batte in tutto il mondo, hanno prodotto il loro effetto, hanno abbattuto steccati morali e materiali.
Noi di Cultweek, senza pensare di aver scoperto l’America ma intendendo batterci con ostinata fiducia per le cause in cui crediamo, pensiamo che offrire in questo momento di depressione non solo economica, una voce critica nei confronti del mondo, sia importante specie se si utilizzano talenti giovani e nuovi, voci che hanno voglia di farsi sentire. Insomma è un’idea da quattro stellette che poi va adeguatamente seguita e inseguita accanto ad amici fidati, competenti con cui ci siamo divisi la torta delle responsabilità.
E nel weekend ci si riposa pensando e ripensando e suonando al campanello anche di altri per chiedere cosa ne pensano e se vogliono dire la loro: il primo, grazie mille, è stato Mario Martone che non a caso è un multimedial man, si occupa di teatro, musica, cinema e scrive storie. Siamo un quotidiano in rete, con l’agenda zeppa degli appuntamenti della giornata, ma con l’anima di un settimanale (4 pezzi al giorno, un colore, una materia e un colpo di fulmine) e poi invece un colpo di coda negli approfondimenti. Un bell’io diviso che dovrà essere curato da chi, incuriosito a diversi gradi, verrà a trovarci sul sito.
Promettiamo di non essere auto referenziali nè radical chic, di non scrivere per gli amici che raccomandano i capiredattori, perché vogliamo soprattutto che i film, gli spettacoli, i quadri, i libri, opere e concerti continuino ad essere il baricentro di un mondo cui noi facciamo da frecce segnaletiche e semafori.