Tra classici e contemporanei, tra commistioni di linguaggi e codici espressivi diversi, la tradizione di ricerca del Teatro Menotti, al suo quarantesimo compleanno, continua
Nel 1933 i manifesti di X Cine recitano così: Ambiente moderno. Il più elegante e famigliare del rione.
X Cine durante la Seconda Guerra Mondiale viene bombardato. In piena ricostruzione, tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, le sue mura ritornano a racchiudere una sala cinematografica destinata ad essere trasformata tra il 1978 e il 1979 in Cineteatro Milanese, storico baluardo della compagnia del Teatro dell’Elfo dalla fine degli anni Settanta fino al primo decennio del ventunesimo secolo.
Nel 2010 la Compagnia Menotti – nata in origine per volontà di ex allievi dell’Accademia dei Filodrammatici nel 1969 – sotto la direzione artistica di Emilio Russo è pronta a prendere il testimone di uno storico contratto d’affitto e impugnare le redini di nuove produzioni da avvicendare sulle assi del palcoscenico di un teatro considerato da sempre – vien da sorridere, ma è così – collocato in strade periferiche.
In mezzo, tra una stagione e l’altra, tra un cartellone e l’altro, spettacolo dopo spettacolo, giunge la notizia del recente rischio di chiusura. La storia è nota. I proprietari del complesso residenziale di via Menotti in occasione di un restyling dell’immobile avrebbero ipotizzato non solo la messa in vendita, ma anche la trasformazione della sala teatrale in garage.
Un pericolo scampato grazie a Istituzioni e cittadini chiamati a raccolta e disposti a scendere in campo a suon di petizioni, campagne di crowdfunding e investimenti utili a salvare le sorti di un teatro storico della città.
Un teatro che per la stagione 2019/2020 può tirare un sospiro di sollievo e festeggiare i suoi quarant’anni di attività coincidenti con il cinquantenario della Compagnia. «Si inizia a intravedere una luce nell’operazione d’acquisto – dichiara l’assessore alla Cultura di Milano, Filippo Del Corno – la solidarietà per quanto ancora simbolica resta materiale».
Nel frattempo la stagione annunciata – con un po’ di ritardo rispetto agli altri anni proprio per le vicissitudini immobiliari che hanno coinvolto il Teatro Menotti – si presenta da applausi.
Il trittico delle prime internazionali ospitate è all’insegna della poesia, del surreale e della divertente sfrontatezza ed è rappresentato da Lebensbraum , un omaggio alla slapstick comedy e al mondo di Buster Keaton firmato dal regista attore e acrobata svedese Jakop Ahlbom, da Familie Flöz (un ritorno in realtà) con Hotel Paradiso, un noir ambientato sulle Alpi e da Chicos Mambo, interpreti danzatori dall’eccezionale tecnica portano in scena il loro ultimo spettacolo Tutu, un omaggio irriverente alla danza classica, rigorosamente en travesti.
Le più interessanti scritture drammaturgiche statunitensi potranno essere viste invece in occasione di ON STAGE! FESTIVAL con due appuntamenti (4/7 novembre ): The Girlfriend di Leland Franke e DIRTY PAKI LINGERIE di e con Aizzah Fatima: un’esplorazione sull’identità femminile degli americani mussulmani. DIRTY PAKI LINGERIE è stato il primo spettacolo statunitense ammesso a rappresentare il Paese dalla bandiera a stelle e strisce all’ International Theater Festival del Turkmenistan, nel 2014.
Sul fronte delle produzioni targate Tieffe Teatro Milano grande attesa è riservata all’imminente Notturno di donna con ospiti e all’interpretazione di Arturo Cirillo diretto insieme a Simone Borrelli, Giulia Gallone, Luca Tanganelli e Giulia Trippetta da Mario Scandale.
Romina Mondello, Alessandro Averone e Camilla Barbarito saranno invece tra gli interpreti di una versione di Medea (immagine di copertina © Gianfranco Ferraro) realizzata in occasione del 72° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza e firmata Emilio Russo.
Il direttore del Menotti indaga il passato per riflettere sul presente anche con un’altra regia dedicata ai classici: Uccelli di Aristofane – spettacolo vincitore del premio Nazionale Franco Enriquez, sezione migliore adattamento e regia – è un incontro di codici espressivi tra parole e musiche in uno spazio scenografico che richiama gli spalti di un teatro antico.
La musica è uno dei linguaggi prediletti in scena dal drammaturgo di Tieffe Teatro Milano. Protagonista indiscussa di Trattoria Menotti le note delle canzoni con cui Gaber ci ha lasciato indelebili ricordi di una Milano datata anni Sessanta con le sue notti in giro per storiche osterie, ritrovo di prostitute, intellettuali e giornalisti, occasione di preziosa gavetta per artisti e comici.
Spettacolo che potrebbe rivelarsi una buona idea per un regalo di Natale o una valida proposta per brindare al nuovo anno. Ed è proprio con un nuovo omaggio a Gaber che la stagione 2019/2020 del Menotti a giugno si concluderà con una prima nazionale: Far finta di essere sani a cui seguirà l’undicesima edizione del Premio Scintille – Il teatro in vetrina.
Altra prima nazionale è costituita da Mater Dulcissima, in scena dal 26 marzo al 5 aprile 2020. Ne firma la regia Alessandro Averone che come molti ha subito la malia della storia di una figura femminile controversa – un’altra madre-matrigna, novella Medea – Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio. Ottocento pagine di memoriale lette, un’accurata analisi delle pagine di cronaca nera, un viaggio trasposto in scena per cercare di indagare ciò che muove di oscuro nell’animo umano in un’ Italia sconvolta da guerra e miseria in un continuo oscillare tra verità e menzogna.
Un’altra produzione targata Tieffe è Trainspotting per la regia di Sandro Mabellini. Un trip lisergico e molto di più di un percorso esistenziale nichilista che in molti continuano a ricercare consumandosi, un omaggio live al romanzo di Irvine Welsh la cui trasposizione cinematografica – piaccia o non piaccia – è diventata un riconosciuto cultmovie. Due le coproduzioni, Coppia aperta quasi Spalancata con Chiara Francini e la regia di Alessandro Tedeschi (noto interprete di Carrozzeria Orfeo) e le Opere Complete di William Shakespeare in 90 minuti, un caso drammaturgico a partire dal 1987. Una reunion italica tra colleghi amici. Roberto Andrioli, Fabrizio Checcacci, Lorenzo Degl’Innocenti hanno deciso di unire le loro competenze e provare in una sfida teatrale a raccontare nel tempo di una partita di calcio l’opera omnia del Bardo.
Ad aprire la stagione un’ospitalità. Come nella migliore tradizione del Teatro Menotti continua l’omaggio alla musica degli anni Sessanta. Ad inaugurare la prima alzata di sipario all’inizio di ottobre saranno Alessio Boni e Omar Pedrini, quasi coetanei ed accomunati dalla passione per lo stesso repertorio musicale che ha caratterizzato le loro rispettive nascite. Da ascoltare e vedere con l’augurio che «capendo di più [testi spesso in inglese e contesti], si gusti di più». A seguire nel mese di novembre Arca Azzurra Produzioni presenterà un allestimento ispirato a Don Chisciotte.
Avvincenti si annunciano: La notte è dei fantasmi e Il mio nome è Caino. Il primo è una produzione Teatro della tosse firmata Eleonora Pippo che ha coinvolto un cast di ragazze e ragazzi non professionisti reclutati in ogni città in cui lo spettacolo è programmato e che mette al centro del concept teppisti, fantasmi, desideri, dirette streaming vendute a siti di guardoni, paure sceneggiate da Ratigher per un fumetto non ancora disegnato.
Un plot in linea con la stagione incentrata sui più nascosti, profondi, reconditi misteri dell’animo umano. Il secondo è uno spettacolo reading ispirato al romanzo di Claudio Fava diretto da Ninni Bruschetta. Degna di nota sarà la quindici giorni dedicata a Marco Baliani, un focus sul suo percorso dal teatro di narrazione a quello di post-narrazione all’insegna della ricerca sull’oralità. Non mancheranno gli appuntamenti di area M e Talkin’ Menotti giunto alla quarta edizione.
Tra gli ospiti svelati e in via di definizioni trapelano i nomi di: Compagnia della Fortezza, Teatro Kismet, Compagnia Controluce, Compagnia Skenè e insieme per la Bella Vergogna, La fura dels Baus/Ulderico Pesce/Tieffe, spettacolo teatrale co-prodotto dal Centro Mediterraneo delle Arti andato in scena a San Paolo Albanese, lungo le pendici del Monte Pollino ad agosto 2019 in occasione di Matera 2019.
Un cartellone ricco di aspettative insieme al sogno che la fruizione diventi sempre più inclusiva. In quest’ottica Cantiere Menotti tra gli obiettivi si pone il desiderio di ri-ammodernare la sala con impianto a induzione magnetica e di sottotitolazione per permettere agli spettatori non udenti di godere della magia del teatro perché «gli spazi culturali siano luoghi di incontro su cui si possano costruire dei nuovi percorsi di riabilitazione coinvolgenti ed efficaci». Nasce così il progetto Ascoltiamo il teatro annulliamo le distanze in collaborazione con Apic e Rai.
immagine di copertina © Gianfranco Ferraro