Dalla casa natale della monaca di Monza ai salotti borghesi alle associazioni femminili: itinerari milanesi alla scoperta delle tracce delle donne sulla storia della città
Metti una mattina a Milano sulla traccia delle donne. Loquaci protagoniste dei salotti borghesi, umili lavoratrici devote alla cittadinanza, coraggiose patriote pronte a tutto in nome della patria, personaggi storici controversi, amanti infelici e brillanti pensatrici dallo spirito cosmopolita. Ieri come oggi, c’è anche una metà rosa del cielo meneghino ad animare la vita culturale cittadina.
A raccontare le storie delle donne milanesi sono i luoghi che le hanno viste nascere, istruirsi, lottare per la realizzazione dei propri ideali e accettare il peso di alcuni sacrifici in nome dell’emancipazione. Sono gli itinerari organizzati dalla Casa delle Donne di via Marsala a svelare l’esistenza di questi posti, spesso trascurati dai più tradizionali tour turistici della città e sconosciuti agli stessi milanesi. Si trovano sulle strade e sulle piazze che percorriamo ogni giorno per andare al lavoro. Stanno sotto ai nostri occhi eppure, senza una guida esperta che ce li faccia scoprire, corriamo il rischio di non vederli, conoscerli, apprezzarli.
Dalla casa natale della monaca di Monza al salotto letterario della contessa Maffei, dai postriboli ai tesori artistici di Brera, dall’ospedale Fatebenesorelle alle sedi delle prime associazioni femminili. I primi di questi percorsi sono stati messi a punto dall’architetta Lorenza Minoli del Gruppo Città Bene Comune della Casa delle Donne. È lei, conoscitrice esperta del rapporto tra storia dell’architettura e storia delle donne ad aver stabilito le prime tre tappe (altre sono in fase di elaborazione) delle passeggiate condivise che si snodano tra antichi palazzi, monumenti, edifici storici, statue e quartieri.
Dalla zona di Brera a quella di Porta Nuova, fino a Ripa Ticinese e Alzaia naviglio Grande passando per una trentina di punti d’interesse: edifici fatti erigere dalle fondatrici di istituzioni benemerite, territori abitati dalle lavoratrici più umili, vissuti personali che dall’interno delle mura abitative hanno abbattuto le pareti dell’esclusione. Ed è la storia custodita in questi luoghi a illuminare alcuni aspetti della nostra contemporaneità, a svelarci le ragioni del nostro modo di vivere la città o ad accrescere la consapevolezza che abbiamo del perché siamo donne in un certo modo.
D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda, ci insegna Calvino.
Foto di copertina: Daisuke Horie