Un cono gelato di teatro, gusti misti

In Teatro

Arriva l’estate anche per i teatri milanesi. E sbagliamo a pensare che sia tempo di una pausa: leggere per credere…

C’era una volta il gelato come prodotto stagionale, estivo, che arrivava con i pantaloncini corti, le Lacoste e le vacanze. Poi si è capito che il gelato è nutrimento e svago (come caratteristiche) che vale tutte le stagioni e le signore lo servono anche a Natale senza candeline. L’unico divertimento che in Italia è rimasto relegato ai mesi freddi è lo spettacolo: cinema e teatro si addicono alle sfilate autunno inverno, nebbie&lana, lo spettatore medio scompare da maggio a settembre perché impegnato da casello a casello in vacanza a sentire gli hit d’estate.

Non è vero, ma facciamo finta.

Fino agli anni 60 i teatri erano aperti tutto l’anno, magari d’estate con i gialli (considerati come il sudoku, un rompicapo) o repertorio più leggero, le vecchie riviste: ma comunque l’offerta era varia, capitavano Dario Fo, Parenti e Durano al Piccolo, Mazzarella e Scotti all’Odeon, Bramieri e Lisetta Nava e Franca Rame in passerella all’Olimpia, oggi Decathlon. Poi la gelata. Le sale tutte chiuse, ci pensava il Comune a fare Milano Aperta ed arrivarono per alcuni anni “tognoliani” grandi spettacoli in luoghi di prestigio come il Castello e il Cortile della Rocchetta dove si usava e osava perfino Shakespeare anche nella versione West side story. Finita anche l’era del supporto pubblico, rimasto senza idee né fondi, il divertimento milanese si limita alle arene estive gloriosamente ripristinate dall’Anteo che raccoglie i successi e nel corso del tempo ha moltiplicato e differenziato luoghi e offerta.

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Poi l’anno scorso c’è stata la sbornia Expo: tutti aperti i teatri, chissà quanta gente. Nessuno. I turisti di Expo non erano minimamente interessati al cinema né al teatro, neppure alla Scala a parte qualche giapponese, e non ha funzionato neppure il Cirque du Soleil che era in sede. Quest’anno dunque si ritorna alla chiusura estiva da quattro mesi quattro (i privati Nuovo, San Babila e Manzoni si sono allienati), il Piccolo ha chiuso a fine giugno, la Scala sta finendo ora con gli ultimi Simoni Boccanegra e gli ultimi Laghi dei cigni, ma ci sono per fortuna le multisale alla milanese che credono in una mini stagione estiva così come la rassegna ormai storica dell’ex Pini.

Dobbiamo esser loro grati: vediamo dunque che gusti ha il cono gelato estivo del teatro milanese. Oltre a Libero e Litta che prolungano fin che possono la stagione (Corrado D’Elia nell’Iliade e Sixty che si esercita in un testo più antonioniano di Antonioni), Milano può scegliere tra gli appuntamenti della rassegna indie Da vicino nessuno è normale e i cartelloni di riprese (come si faceva un tempo con i film di maggior successo…) del Puccini Elfo e del Parenti che ha ora alleata la bellissima rinnovata piscina presa d’assalto dalla gente. Al Pini, dopo la straordinaria, indimenticabile Partita Pasolini di Barberio Corsetti  (foto sopra) con il poeta e i suoi personaggi che interagiscono nel corso di una partita i calcio giocata da immigrati con le croci della Ricotta montate sulla rete, il 12 sarà di scena Milena Costanzo con Emily no ritratto non convenzionale della poetessa mrs.

Dickinson, mentre il 13 Lorenzo Loris riprende il triangolo letterario amoroso di La donna che legge di Gabrielli. All’Elfo fino al 15 luglio, con menù e repertorio diversificato dal lunedì al venerdì, ci sono i ragazzi del Menù della Poesia (foto in basso) , gioco teatrale ai tavoli del Bistrolinda con alcuni giovani talenti dell’Elfo (Mauro Bernardi, Marco Bonadei il general manager, Matteo de Mojana, Angelo di Genio, Camilla Semino Favro, Vincenzo Zampa): non perdetevi l’occasione perché vi servono con grande simpatia Molière e Pasolini, Garcia Lorca e Bukowski, Sade e Aretino (nella serata XXX) come una famiglia allargata che gioca in casa: la poesia di Testori sussurrata all’orecchio è una di quelle cose che si portano a casa.

Inoltre nel teatro di corso Buenos Aires si sono riprese L’opera da tre soldi delle Drag Queen con la regìa di Nicosia, per molti assai meglio di quella di Michieletto che ha fatto però 50.000 presenze, e Ore d’amore di Lisma, autore dei “Peperoni difficili”. L’11 e 12 luglio le Anime nere del gruppo di Aldo Cassano ripropone un testo sul mondo virtuale, La moda e la morte della Barile.

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Ed infine il 13-15 luglio in sala Bausch “La carne è debole” di e con Giuseppe Lanino, mentre si chiude in Fassbinder con “A-Men, gli uomini, le nuove religioni e altre crisi” di Leonardi e Gabardini e i loro segreti di Satira (14-15 luglio).

Al Parenti dopo l’exploit della superba Marinoni impegnata in match melò sudamericano con Garcia Marquez, ora il 12 luglio sarà la volta di un attore amatissimo, il ronconiano Massimo Popolizio che offre in reading Il segreto di Chet Baker di Roberto Cotroneo, regìa di Teresa Pedroni, cronaca di una morte annunciata, quella del grande trombettista caduto da una finestra al quarto piano di un albergo di Amsterdam il 13 maggio 1988: al sax l’argentino Javier Girotto.

È una misteriosa ricerca che prende le mosse dal libro di Cotroneo che ipotizza addirittura che Baker non sia morto come si dice spesso per le leggende spezzate, compresa Moana. E al Parenti, che recentemente ha ospitato un grande Gifuni a leggere Cortazar e Bolano e un grande Lombardi con gli Occhiali d’oro ferraresi di Bassani, ancora tre occasioni nel frequentatissimo genere monologante: il 14 e 15 luglio ci si diverte nella Versione di Barbie con Alessandra Faiella, monologo comico ad alto contenuto satirico messo in scena da Milvia Marigliano sull’incubo della donna perfetta; il 25 e 26 Pamela Villoresi (l’aveva voluta Strehler…), propone Cammino nella mistica di Oriente, mix di poesia e musica; infine chiusura allegra con la brava cantattrice Maddalena Crippa in Stein che offre nell’Allegra vedova la sua rilettura del Cafè Chantant.

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