Tra Ivan, Banksy e un’adolescenza in periferia, Mister Caos è il giovane poeta di strada che crede al potere di trasformazione della bellezza
Le opere di Mister Caos non raccontano l’angoscia e la rabbia di chi abita una periferia: «Sono nato in un quartiere dove, alla nascita, si decide già molto di ciò che sarà la tua vita. Puoi capitare nella parte giusta o in quella sbagliata. È una questione di fortuna, niente di più». È così che Dario, in arte Mister Caos, racconta l’origine della sua passione per l’arte e per la poesia. Spiega di portarsela dentro sin da quando è un bambino e di averla alimentata grazie ai viaggi, alle letture e alle esperienze di volontariato che lo hanno accompagnato e fatto crescere.
La consapevolezza di poter trasformare quella passione in uno strumento per fare qualcosa di utile nel quartiere in cui vive è arrivata dopo, quasi all’improvviso. «Quando ripenso a quel momento, non riesco a ricordare bene cosa sia successo. È come se ne conservassi un’immagine offuscata. So solo che ho sentito il bisogno di fare qualcosa e, in un attimo, mi sono ritrovato per strada a distribuire i miei volantini». Era la primavera 2013 e, la mattina seguente, in tantissimi avrebbero letto la risposta di Mister Caos alle polemiche scoppiate a San Donato Milanese dopo la messa in scena di uno spettacolo sulla mafia.
Da quel momento in poi, i pensieri di Dario hanno cominciato a comparire sui muri della città sempre più spesso. Mai, però, in modo disordinato e sgradevole: «Possono essere i tuoi versi più belli ma se li scrivi con una bomboletta è come se li svuotassi di senso. Io voglio dare un valore aggiunto ai luoghi, solo così la mia azione artistica può davvero trasmettere un messaggio a chi si trova a passare di lì». Dario, infatti, è uno dei pochi poeti di strada italiani ad appartenere al movimento che si propone di accompagnare le proprie parole a delle immagini.
Dario ha 23 anni e le idee molto chiare. Sono tanti i modelli a cui s’ispira, ma tra tutti sono due ad aver influenzato maggiormente il suo percorso: Ivan Tresoldi, che ha conquistato una popolarità su scala nazionale con una tecnica che mischia la poesia al graffitismo, e il writer inglese Banksy. La strada che ha scelto di percorrere dal punto di vista stilistico è orientata verso la calligrafia e la tecnica dello stencil.
Oggi collabora alla realizzazione di alcuni importanti progetti, ad esempio, la riqualificazione delle zone limitrofe alle stazioni ferroviarie dell’hinterland milanese. Tante anche le sue collaborazioni con le scuole: «Voglio mostrare ai ragazzi che la poesia di strada è una possibilità che hanno per esprimersi e per vincere la sfida di migliorare ciò che li circonda».
La possibilità di rivalsa sociale, infatti, può passare anche attraverso la bellezza che si impossessa dei luoghi e li trasforma. L’armonia delle figure disegnate da Mister Caos si oppone al caos del degrado urbano. Parola dopo parola, immagine dopo immagine, la cultura e il piacere illuminano le zone che si trovano ai margini delle grandi città. Ed è questa visione positiva e priva di rabbia della rivincita ad aver ispirato i suoi versi più belli e famosi: “Ho sporcato le mie scarpe d’azzurro fuggendo nel cielo”.