Il Maestro esalta le atmosfere cupe e “innevate” dell’ultimo film del regista americano, The Hateful Eight. Aspettando l’Oscar.
Immaginate se da bambini vi avessero detto che avreste incontrato il vostro eroe e vissuto con lui una magnifica avventura. A Quentin Tarantino questo è successo. Sì, lui un bambino non lo è più, ma finalmente, dopo tanti tentativi, il regista di Pulp Fiction è riuscito a realizzare il suo sogno: collaborare con Ennio Morricone per il suo nuovo film The Hateful Eight.
La colonna sonora firmata dal Maestro, come lo chiamano tutti quelli che lavorano con lui, ha già vinto un Golden Globe ed è stata candidata agli Oscar, che si terranno a Los Angeles il 28 febbraio.
La stima – ma anche venerazione non è esagerato – di Quentin per il compositore italiano è sempre stata evidente. Anche prima dei suoi entusiastici commenti, durante la premiazione dei Globe: «[Morricone] è il mio compositore preferito e quando dico compositore preferito, non voglio dire compositore di colonne sonore. Parlo di Mozart, Beethoven, Schubert».
In passato Tarantino ha utilizzato vecchi brani del musicista e già per Bastardi Senza Gloria, del 2009, aveva tentato di collaborare con lui. The Hateful Eight è stato presentato in anteprima in versione integrale e in formato 70 mm a Cinecittà, dove è stato anticipato dall’Ouverture del Maestro.
Se per Tarantino questo film è un western, per Morricone e la sua musica si tratta più che altro di un giallo o di un horror. La colonna sonora è maestosamente sinistra. Alterna vibranti bassi e acuti gelidi come la neve del Wyoming, dove ha luogo la storia. E questo è già chiaro dal tema principale, L’Ultima Diligenza di Red Rock. In questo brano i violini tirano lunghi sospiri ghiacciati e i fagotti avanzano come un presagio oscuro. Il lavoro per The Hateful Eight, infatti, trae ispirazione dalle composizioni che il Maestro aveva realizzato per La Cosa di John Carpenter. I due film hanno anche altro in comune: oltre alla musica e all’atmosfera tesa, condividono lo stesso attore protagonista, Kurt Russell, e l’ambientazione innevata.
Per il film di Carpenter Morricone aveva sperimentato utilizzando molti synth e poche note, ma tra tutti i suoi brani ne fu scelto solo uno. Il resto del lavoro, dunque, rimase inutilizzato e in attesa di essere ripreso e rielaborato. Così dalle musiche di un horror sci-fi è nata la colonna sonora di The Hateful Eight.
I brani di tutto il film sono per lo più semplici e incisivi, come il suono leggero delle campane che si sentono in Ouverture e in Sangue e Neve. Ed è proprio attraverso questa semplicità che le emozioni e i messaggi arrivano chiari e inevitabili. Dalla prima traccia, L’Ultima Diligenza di Red Rock, fino all’ultima, La Puntura Della Morte, è impossibile fraintendere ciò che la musica vuole comunicare: le note, tutte insieme, formulano un presagio di violenza e morte.
Guardando il film ci si accorge maggiormente dell’impatto della musica sulle scene e sull’atmosfera: è parte integrante della storia, una didascalia musicale che a volte parla più dei lunghi monologhi tanto cari a Tarantino. E solo un grande come Morricone riesce a trasformare la colonna sonora in un vero e proprio personaggio della storia, in grado di interagire con tutti gli altri.
Ennio Morricone The Hateful Eight Colonna sonora