È vivacissima la scena musicale moscovita. E un’eco di questa vivacità è arrivata fino a noi. L’applauditissimo musical Anna Karenina è stato immortalato dalla copertina di Venerdì di Repubblica. Volete prenotarvi una gita concertante a Mosca? Ecco gli eventi più interessanti dei prossimi mesi
A Mosca c’è tutto. Anche troppo, a volte. Ma quello che Mosca ha da offrire, soprattutto dal punto di vista musicale, è una scena varia e imprevedibile, una selva intricata di eventi in cui è difficile raccapezzarsi. Non sorprendetevi perciò se, arrivando nella capitale russa in qualunque momento dell’anno, vi imbattete per puro caso nel monumentale concerto di una star arcinota, di cui non sapevate assolutamente nulla.
Solo nel 2017, e giusto per fare qualche nome, sui palcoscenici moscoviti saranno ospiti i Bastille (12/03), Armin Van Buuren (17/03), i Sum 41 (19/03), i Tokio Hotel che a quanto pare cantano ancora e hanno persino cambiato parrucchiere (26/04), gli Aerosmith (23/05) e Robbie Williams (10/09). Il mese di luglio poi, complici le belle giornate ed il tanto atteso teplo (caldo), sarà un susseguirsi di eventi, tra cui il concerto dei Depeche Mode il 15 e l’annuale festival di musica rock Park Live, che vede tra gli ospiti anche i System of a Down, il 5.
Ma sarà un grande anno anche per la musica russa. Doppia data per gli storici Mumij Troll, il 29 e 30 marzo al Crocus City Hall. E più interessante ancora è l’evento che si terrà il 28 gennaio nel loro locale Mumij Troll, a un passo dalla Piazza Rossa: il Kitajiskij Novyj God, che unisce al Capodanno Cinese la passione russa per reiterare ad libitum il capodanno, festeggiando il canonico novyj god (“anno nuovo”), lo staryj novyj god (letteralmente “vecchio anno nuovo”, cioè quello dell’antico calendario ortodosso) due settimane dopo e poi qualsiasi altro capodanno gli capiti a tiro. Per la festa il Mumij Troll e l’intera via Tverskaya verranno addobbati di rosso fuoco, mentre il rullare di tamburi cinesi servirà a scacciare gli spiriti malvagi, almeno nelle intenzioni. Gli organizzatori promettono combattimenti di galli e sfilate di dragoni a ritmo di musica come introduzione al concerto dei WUMEIGUI, nuovo progetto musicale del vocalist dei Mumij Troll Ilya Lagutenko in collaborazione con l’artista di musica elettronica Roman Xolenko.
Sempre per quanto riguarda la musica rock russa il 13 luglio all’Arena tornano i Leningrad, la cui dissacrante hit Eksponat (che potremmo grossolanamente tradurre come “Opera d’arte”) ha raggiunto l’anno scorso un successo tale da generare parodie e rifacimenti di ogni genere, tra cui una terrificante versione italianizzata. Demenziale storia di un appuntamento naufragato nel ridicolo a causa degli eccessivi preparativi della ragazza e di un paio di finte Loubutin colorate con lo smalto e foriere di sventure, la canzone rivela in un certo senso il vero volto della musica russa, tradizionalmente ricca di ironia e autoironia, teatralità, giochi di parole, effetti speciali e colpi di scena.
Il gruppo pietroburghese sarà inoltre tra i protagonisti del Picnic “Afishi”, il più grande festival musicale all’aperto di Mosca, il 30 luglio insieme ai Chemical Brothers, al dj russo Mujuice, al siriano Omar Souleyman e a molti altri artisti. Particolarità del Picnic “Afishi” è che si svolge all’interno del parco di Kolomenskoe, antica residenza degli zar prima del trasferimento della capitale a Pietroburgo dove, oltre ad alcune chiese del XVI secolo, è ancora presente un modello in legno del palazzo dello zar Alessio I.
Se pensate che le sorprese siano finite qui, sono ben lieta di deludervi. Per gli appassionati di musica russa e gli amanti del trash, dal 21 al 29 aprile torna più sfavillante che mai Filipp Kirkorov nel suo autoreferenzialissimo show Ya (“Io”, casomai a qualcuno venisse il dubbio che sul palco ci sia suo cugino), scritto e diretto dal regista del Cirque du Soleil Franco Dragone. Più di quarant’anni di successi imperdibili, spalline imbottite, stivaletti, mantelli, glitter, camicie aperte sul petto e soprattutto capelli al limite del reale tra cotonature, caschetti e treccine afro. Il tutto rievocato dalla sua voce ancora notevole entro le mura del Cremlino, in un turbinio di luci, palchi mobili, nuvole di fumo, costumi di scena abbaglianti, ali d’angelo e corone da re, acrobazie da circo e coreografie arditissime (elemento caratteristico, questo, dell’ultimo Kirkorov: ricordiamo per non poterla più dimenticare la cover di “Americano” di Lady Gaga – acuti compresi – in cui un Kirkorov in total red, mantiglia e basco si dimena affiancato da una schiera di gondolieri veneziani in gonnellino e ventaglio
Un evento che non è solo musicale, ma racchiude e riporta in scena decenni di ricordi e di storia russa pubblica e privata. Kirkorov ha avuto mille volti: amatissimo enfant prodige degli anni ’70, figlio del compositore e cantante bulgaro Bedros Kirkorov, damerino un po’ compassato nei primi anni ’80 in teatri allestiti esattamente come Sanremo, fino ad arrivare alle luci stroboscopiche dei suoi primi concerti come astro nascente della disco-dance russa e alla sua storia d’amore fiabesca e a tratti misteriosa con la diva Alla Pugacheva. Ha cavalcato ogni genere di onda, rinnovando il repertorio musicale russo con la sua vocalità eccellente e dagli acuti spericolati, seguendo e lanciando mode, senza conoscere né limiti né remore. Eccessivo, forse, di cattivo gusto a volte, ma straordinario animale da palcoscenico, ancora in grado di cantare, ballare, recitare, divertire e incantare per ore milioni di spettatori.
È in questo spirito di festa anche la programmazione del Teatro dell’Operetta, che ha recentemente accolto il clamoroso successo del musical Anna Karenina e le atmosfere sognanti di Zolushka, la Cenerentola russa, entrambe in scena fino a fine mese.
Ma la perla nascosta appartiene al genere più classico e tradizionale dell’operetta: lo spettacolo Mister X, rivisitazione dell’operetta La Principessa dl Circo del compositore ungherese Emmerich Kalman, già resa celebre da un’acclamata versione cinematografica di epoca sovietica.
La storia è semplice: il misterioso Mister X, attrazione numero uno di un circo, viene incaricato dalla principessa Teodora di fingersi nobile e sposarla. Complici le ambientazioni circensi, lo spettacolo è una sorta di infernale meraviglia, alternando a brani cantati musiche sfrenate, danze pirotecniche, acrobazie, altalene di strass, pagliacci, giocolieri, parrucche, travestimenti, in un tripudio di equivoci e clamorose agnizioni. Lo spettacolo è in scena il 20 gennaio, il 22 febbraio e il 22 marzo (ulteriori date da definirsi).
D’impatto anche la Spjaschaja Krasavitsa, il balletto della Bella Addormentata di Petr Ilič Čajkovskij in scena al Teatro Bol’shoj fino a fine gennaio. Le ambientazioni sono tanto classiche da sembrare uscite da un vecchio film Disney – si respira la fiaba e la magia in questo trionfo di stucchi dorati e parrucche a riccioli, si rimane incantati dai gesti delicati dei cortigiani e dalle loro maniche a sbuffo, pare quasi di sentire nelle narici l’odore di polvere e cipria, e di trovarsi d’un tratto in un mondo sospeso e senza tempo. Le coreografie, rinnovate nel 2011 da Yuri Grigorovič, vedono nei panni dei protagonisti la ballerina russa Nina Kaptsova e l’ucraino Artem Ovčarenko. Un balletto tipicamente russo interpretato con grazia tutta italiana: sono infatti italiani lo scenografo Ezio Frigerio, la costumista Franca Squarciapino e l’assistente ai costumi Laura Lo Surdo.
Altro appuntamento da non perdere al Teatro Bol’shoj, è l’opera Tsarskaja Nevesta (“La fidanzata dello Zar”) di Rimskij-Korsakov, in scena dal 3 marzo. Tutto è bellezza, dalle musiche intense ed eseguite con maestria, ai costumi di grande qualità che richiamano alla memoria gli abiti tradizionali russi, alle scenografie in legno e dai colori sgargianti che si rifanno con accuratezza alle abitazioni in legno della Rus’ e agli interni di un terem. Il cast, non ancora celebre ma promettente, affascina e commuove, interpretando lo spettacolo con passione quasi dolorosa.
Per chi capitasse a Mosca nel periodo di Pasqua, dall’11 al 18 aprile al Teatro della Novaja Opera si alterneranno l’opera di Strauss Salomé, il balletto Giselle e la Tosca di Puccini. Fil rouge di questa rassegna tra le mura del Giardino Ermitazh: grandi emozioni, recitazione eccellente, artisti di prima categoria, scenografie curate al dettaglio, colpi di scena ed effetti speciali in una cornice sorprendente ed elegantissima. Il teatro, originariamente edificio Art Nouveau rinnovato nel 1991, conserva ancora al suo interno le strutture originali e le decorazioni di straordinaria ricchezza.
C’è qualcosa che accomuna i grandi spettacoli russi, ed è un diffuso senso di bizzarria, un voler a tutti i costi rompere gli schemi. Può sembrare eccentricità, ma in realtà è frutto di un calcolo preciso. Lo stile russo o, per dirla con più letterarietà e precisione, l’anima russa è qualcosa di impalpabile che si trasmette attraverso e al di là delle note, della correttezza di un’esecuzione, dell’impeccabile diteggiatura. E’ eccesso, sfarzo, grandiosità. E’ energia, entusiasmo, coraggio – coraggio di osare, di non porsi dei limiti, di non dire mai di no. A Mosca non ha senso parlare di gusto o di equilibrio. La Russia è un paese che ama le fantasie animalier e la maionese, che riproduce con meticolosità certosina i dettagli d’epoca di una scenografia, che ricopre di oro, fiori, luci, pietre sfavillanti e addobbi variopinti le vie delle città per la più minuta delle occasioni. Un paese dove ogni occasione è buona per fare festa, che ha conservato in sé lo spirito autentico dell’arte – il gioco, la follia, il salto nel vuoto, il capriccio. Un paese che ama la musica e che ne è riamato.