Quattro “mamme 2.0” (c’è anche un maschio): ma siamo davvero così emancipati?

In Cinema

“Mother’s day” racconta tra ironia e qualche lacrima come cambia il rapporto con il mondo e i propri figli. Tra una donna in carriera e un “mammo” ansioso, il film di Garry Marshall, forte del cast hollywoodiano (Jennifer Aniston, Kate Hudson, Julia Roberts) rivela che forse pregiudizi e perbenismo non appartengono solo al passato. Quattro protagonisti anche in “Cinque tequila” del messicano Jack Zagha Kababie, ma sono signori d’età al loro ultimo, tenero, “grido di battaglia”

Dopo Valentine’s Day (Appuntamento con l’amore, 2010) e New Years Eve (Capodanno a New York, 2011) il regista Garry Marshall con Mother’s day continua con i festeggiamenti, scegliendo stavolta un giorno molto particolare, che si celebra in tutti i Paesi, si decanta in tutte le lingue e ha tradizioni e origini molto antiche: la festa della mamma. Mother’s day è infatti un tributo alle madri, un regalo per la loro festa, ma anche una riflessione profonda e intima sul rapporto tra mamma e figlio, e sul loro reciproco impatto, emotivo e psicologico.

Una commedia dai toni brillanti, che riesce a trattare un argomento molto delicato in modo leggero, senza banalizzare, portando in scena quattro diverse tipologie: la madre bigotta, quella apprensiva e divorziata, la mamma in carriera, eccentrica ed egoista e il mammo; ognuna, a suo modo, si rivela un’eroina, un esempio di vita, una figura affettiva insostituibile e un punto di riferimento per tutta la famiglia.

Mother’s day racconta storie differenti, che indagano diverse sfaccettature e sfumature di un legame indissolubile in una società in apparenza molto emancipata, che guarda al futuro e al progresso, ma che poi si rivela ancora strettamente legata a costumi vecchi e perbenisti, a pregiudizi ridicoli, capaci spesso di minare il dialogo e il quieto vivere intergenerazionale. Nel finale del film tutto questo viene superato completamente grazie alla forza dell’amore e della famiglia, che quando ha solide fondamenta riesce ad affrontare e superare anche le “montagne” più impervie.

Il tutto scorre in maniera veloce e piacevole, grazie alla sceneggiatura riscritta dal regista per adattarla ai personaggi e alle situazioni: la scenografia, lo sfondo in cui si muovono e agiscono i protagonisti, è la città di Atlanta, in Georgia, ricca di location interessanti e varie, dove un cast numeroso e diretto sapientemente, sfoggia quattro personaggi principali, quattro diverse tipologie di “mamme”, affidati a quattro stelle del cinema americano: Jennifer Aniston, Kate Hudson, Julia Roberts e Jason Sudeikis, il mammo.

Mother’s Day racconta cosa accade nella vita di queste protagoniste una settimana prima che arrivi l’attesa, amata anche un po’ sofferta festa della mamma. Le vite, le vicissitudini s’intrecciano, s’incastrano in maniera efficace tra colpi di scena e momenti alti di poesia circense, che coinvolgono lo spettatore dal lato umano, emotivo: facendo scendere, nonostante qualche spunto surreale, anche una lacrima.

Mother’s day di Gerry Marshall con Jennifer Aniston, Kate Hudson, Julia Roberts, Jason Sudeikis, Britt Robertson

 

MESSICO E MUSICA, ANDARSENE ALLA GRANDE

Dal Messico arriva il terzo film n. 37enne Jack Zagha Kababie, che anch’esso curiosamente ha tre personaggi principali. Ma in questo caso sono arzilli ottuagenari, amici di gioco e di bevute, che dopo la morte di uno di loro, Pedro si impegnano ad esaudire il suo ultimo desiderio: consegnare al museo della cittadina di Guanajuato un vecchio tovagliolo con la prima versione di una celebre canzone scritta dal famoso José Alfredo Jiménez, il miglior compositore messicano di musica ranchera di tutti i tempi, cui il museo è intitolato, che l’aveva dedicata proprio a Pedro.

Inizia così un’avventura on the road che non si ferma davanti a nessuna difficoltà: infarti e incidenti, polizia e familiari preoccupati non riusciranno a impedire a Emiliano (l’attore preferito di Kababie, José Carlos Ruiz) di portare alla fine a termine, eroe solitario, l’impresa. Un viaggio divertente, venato di malinconia, in un Messico minore e insolito, di tre anziani signori incoscienti e felici, che, come dice il regista “hanno lo sguardo puro di un bambino. E affrontano le proprie difficoltà per qualcosa di più grande: l’amicizia”.

Cinque tequila di Jack Zagha Kababie, con Luis Bavardo, Eduardo Manzano, José Carlos Ruiz, Pedro Weber “Chatanuga”

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