“Madres paralelas”, il ventiduesimo film di don Pedro, grande regista spagnolo, parte come indagine sulla psicologia femminile ma poi allarga e di molto il suo sguardo. Affidando a due grandi attrici, la premiata (a Venezia) Penelope Cruz e l’ottima “rivale” Milena Smit, una riflessione sul suo paese. Verso una ricerca della verità storica su eventi tragici del passato, come la Guerra Civile e il franchismo. Ma senza trascurare, con osservazione curiosa, l’imprevedibile gioco del destino
Ancora due mujeres sull’orlo di una crisi di nervi. Ma in Madres paralelas, ventiduesimo film di don Pedro Almodovar, il grande regista di Tutto su mia madre e Amor y gloria si volta davvero indietro, come in Volver, e inserisce in uno sfavillante melò a base di puerpere e neonati il ricordo della Storia della sua Spagna sotto la cui terra sono ancora sepolti centomila desaparecidos del franchismo. Vita e morte sono i due gender del bellissimo film che appassiona, interessa, indigna, senza mai usare la retorica. E non è un caso che tutto inizi in clinica con due giovani madri partorienti e single, ciascuna a suo modo, e che tutto invece finisca con gli scheletri infelici ritrovati dopo una lunga ricerca da rabdomanti dell’infamia.
All’apparenza dunque è un classico film almodovariano che osserva con una lente d’ingrandimento la psicologia femminile e indaga sul parto e dopo parto: ma, anche per le vicissitudini che seguono e non possiamo rivelare (fra le ispirazioni anche Pirandello?), la storia prende diramazioni
diverse, e le due donne si incontrano, vittime di colpi bassi del destino materno. Il corpo, dunque, che è sempre stata una star per Pedro, prima nella dimensione sessuale nella Legge del desiderio, poi in quella più infelice di Parla con lei, e qui come corpo che mette al mondo un’altra vita.
Ma chiunque nasca, sembra dire il regista, si trova sulle spalle il debito storico morale di una nazione che con la guerra civile e il franchismo ha dato il peggio di sé: l’intento del film, proiettato in anteprima alla Mostra di Venezia dove Penelope Cruz ha meritatamente vinto la Coppa Volpi, è insegnare la responsabilità storica e la ricerca della verità. Questa volta Pedro parla con un Noi e non con l’Io, il che non gli impedisce una impaginazione del racconto magistrale, dentro gli occhi di due attrici che si fronteggiano pari merito, non solo la Cruz ma anche la sua “rivale” Milena Smit, mentre compare anche in un cameo Rossy de Palma, alter ego della scuola Almodovar. Se Dolor y gloria vedeva il passato prossimo di Antonio Banderas tornare a bussare alla sua porta, qui le due donne neo madri
sentono il peso del passato remoto, diventano amiche, intime e amanti, il che forse è l’unico lato un poco pleonastico della storia.
Madres paralelas, di Pedro Almodovar, con Penelope Cruz, Milena Smit, Aitana Sanchez-Gijon, Israel Elejalde, Julieta Serrano, Rossy De Palma, Ainhoa Santamaria, Pedro Casablanc, Adelfa Cavo, Chema Adeva, Trinidad Iglesias, José-Javier Dominguez