Nari Ward. Uno spettacolo teatrale senza attore principale.

In Arte

Pirelli HangarBicocca raccoglie per la prima volta una selezione di opere che indaga la ricerca di Nari Ward con la performatività e i progetti incentrati sulla collaborazione, con un focus specifico su opere basate sull’idea di tempo, che comprendono video, lavori sonori, sculture performati­ve e installazioni. Un dialogo scenografico imponente che affascina ma non convince del tutto.

Elementi sparsi per comprendere una mancanza.

[Primo fra tutti, elemento per eccellenza] Acqua: 
L’incontro con l’acqua è immediato. Si tratta di un’immersione, un irretimento. L’ingresso nello spazio ti catapulta immediatamente in un ecosistema bislacco inserito nei fili blu di una rete enorme dove anziché i pesci sono rimasti intrappolati pneumatici, lattine di birra, libri, pallet, culle, parallelepipedi di cemento, reti metalliche arrugginite e tu immediatamente risucchiato desideri diventare l’unico materiale organico a farsi catturare.

Nari Ward, “Ground Break”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2024.
Foto Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Agostino Osio

L’acqua è ricorrente, nella forma del fondale marino, l’odore è quello del mare, i riflessi sul pavimento sono quelli delle onde. A volte nuoti, a volte sei in superficie. Questo dovrebbe tenere incollato a te il desiderio di essere parte del tutto, eppure, nonostante questo, la sensazione dell’irretimento e della cattura svanisce immediatamente usciti dalla rete. Se l’acqua doveva essere l’elemento chiave a trasportarti in un fondale marino, mi sono mancate alghe, sabbia depositata, decomposizione, gli abissi in movimento.


Nari Ward, Geography Pallets, 2000/2024 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2024 Prodotto da Pirelli HangarBicocca, Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto: Agostino Osio

Aria e Area [intesa come spazio]:
 L’aria è quella che recuperi nel momento in cui esci dalla rete, torni a respirare dopo aver voluto e temuto contemporaneamente di rimanere intrappolato. All’inizio è una sensazione piacevole, ma poi capisci che l’aria è troppa. Come troppa è l’area che divide le opere successive, un contrasto troppo forte nel ricordo ormai lontano dell’irretimento. Nonostante tutte le opere cerchino contatto tra loro e in alcuni casi è molto evidente (vedi “Father and Sons” che si proietta su “Geography Pallets”), questo rimane un desiderata più che un compimento. Per questo, la sensazione prevalente è la solitudine delle opere, che nello spazio a luci soffuse, vivono nutrendosi della luce artificiale che le punta e le inserisce in aree molto, troppo definite. La mancanza del giusto equilibrio tra aria e area.

Nari Ward, “Ground Break”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2024.
Foto Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Agostino Osio

[Il più importante] Teatro e Palcoscenico:
 uno spettacolo teatrale senza attore principale. Le opere isolate appaiono come scenografie spente (nonostante l’illuminazione), come oggetti di scena inattivi, di cui si sente fortissima la mancanza della mano che li mette in moto. “Savior” e “Crusader” ne sono esempi chiave e i video che ne spiegano il funzionamento sembrano essere coloro che hanno intrappolato il nostro attore. Ingabbiato nello schermo. Gli oggetti di scena si trasformano in monumenti e così, sento allontanarsi il loro scopo. Mi è mancato l’innesco. Distinzione:
 è servita una me per guardare i video (terrena) e una me per guardare il resto delle opere (subacquea): queste due non si sono incontrate. La mancanza del confronto.

Nari Ward, “Ground Break”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2024.
Foto Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Agostino Osio

Rumore: 
La mostra vive di echi, di voci, di ricordi, ma anche di silenzi assoluti: mi manca un diapason.
Seduta sui gradini di “Happy Smilers: Duty Free Shopping”, ho sentito la mancanza di qualcosa, è stato difficile capire cosa – qui ho tentato di riportarvi gli elementi chiave –, perché ogni opera in mostra ha intenzioni e relazioni e narrazioni che valgono la pena di essere viste e ascoltate. Non pensavo, dunque, sarebbero state queste le sensazioni che avrebbero definito il mio rapporto con la mostra. 
Confesso pertanto di essermi sentita vicina al pappagallo di “Parrot Diatribe”, l’opera più sincera.

Nari Ward, Ground Break, a cura di Roberta Tenconi con Lucia Aspesi. Pirelli HangarBicocca, Milano, fino al 28 luglio 2024

In copertina: Nari Ward, Hunger Cradle, 1996-2024 (particolare) Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2024 Collezione privata. Foto Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano
Foto: Agostino Osio

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