Pochi giorni è sarà compleanno tondo tondo per l’attrice nata a Honululu, scoperta dall’Italia e lanciata da Tom Cruise, partner e marito nei primi anni di successo. La sua vera maturità di attrice verrà però dopo, con “The Others”, “Moulin Rouge”, “Dogville”, e soprattutto grazie all’Oscar vinto nei dimessi ma sontuosi panni di Virginia Wolf in “THe Hours”. All’ultimo festival di Cannes era protagonista di ben tre film, da Sofia Coppola al nuovo idolo essai Lanthimos. E alla recente festa londinese del Glamour Award, assegnato (ovviamente) a lei, ha voluto ringraziare così: “Vorrei rassicurare le donne presenti e quelle là fuori, nel mondo: la vita non finisce a 50 anni, anzi….”
Il 6 giugno a Londra si sono tenuti i Glamour Awards, un premio in onore di quelle donne che hanno ottenuto risultati eccezionali nella musica, nello sport, nel design o nel cinema. Il premio come miglior attrice dell’anno è stato vinto da Nicole Kidman. Come tutti gli altri vincitori, ha rivolto al pubblico un garbato discorso di accettazione, ma la parte migliore è stata quando ha dichiarato: “Vorrei cambiare il mio cognome in Kid-Woman. Ho realizzato che fino a oggi è stato tutto sbagliato: come posso essere Kid-Man? Io sono una Kid-Woman”.
Le parole suonavano un po’ come una specie di grido di guerra, come se stesse annunciando al mondo di aver finalmente scoperto di essere una super eroina alla stregua di Cat (o Wonder) Woman. In una serata che sembrava utile solo alla solita parata di bei vestiti e acconciature complicate, ci piace pensare che Nicole Kidman, classe 1967, abbia voluto rivelare al mondo per un breve minuto la donna che è diventata in questi lunghi anni di carriera. Perché all’alba del suo 50 compleanno, che cade il 20 giugno, Nicole ha senz’altro capito una o due cosette.
Il processo non è iniziato da poco. Sono almeno quindici anni che la Kidman ha innestato la marcia lunga del successo, diventando una delle migliori attrici al mondo, capace di recitare in ruoli molto diversi fra loro, ma sempre al massimo livello. Il primo potente gesto degno di una vera Kid-Woman, Nicole l’ha compiuto quando ha mollato, dopo 11 anni di matrimonio, Tom Cruise, colui che immaginiamo un po’ come l’Anticristo di Scientology. Di fronte alla scelta “Tom+Ron Hubbard e il vulcano che è in te” e la libertà di andare verso nuove avventure, Nicole ha preso l’unica decisione meritevole.
E tutto sommato l’ha fatto con garbo e intelligenza, senza pettegolare sul suo matrimonio e sull’ex marito. Certo, c’è sempre il dubbio che non l’abbia fatto per non vedersi arrivare in casa una squadra di Dianetici, incazzati neri mentre agitano dei tubi di ferro, ma a noi piace pensare che sia stato per buon gusto. Non era una scelta scontata: all’epoca Cruise era veramente uno degli attori più potenti di Hollywood e lei era solo una delle tante attrici del momento, una bella ragazza australiana dai riccioli rossi.
In realtà Nicole Kidman nasce a Honolulu, nelle Hawaii, dove suo padre biochimico lavora all’università. In Australia ci tornano quando la bambina ha quattro anni. Più o meno a quell’età Nicole scopre il balletto, e più tardi segue dei corsi di recitazione e mimo. A 16 anni debutta in televisione e da allora appare in vari ruoli nelle soap opera del momento, per poi approdare a Roma, Italia. Nel 1987, infatti, la troviamo nel dimenticabilissimo film Un’australiana a Roma, al fianco di Massimo Ciavarro. E da allora è rimasta molto legata al nostro paese, ricordandosi quando sfrecciava dietro la Vespa dei suoi amici romani lungo le vie del centro.
Tornata in patria, nel 1989 ottiene finalmente il suo primo ruolo importante, nel bellissimo Ore 10 calma piatta al fianco di Sam Neill. Per la rivista Variety l’interpretazione della Kidman è “eccellente”, e in effetti il film la lancia nel circuito importante, tanto che viene chiamata a Hollywood per recitare al fianco della star del momento, Tom Cruise appunto, in Giorni di tuono. E tra tuoni e fulmini, i due si innamorano.
Come poteva essere altrimenti: agli occhi di Nicole, Tom poteva facilmente passare per un semidio. All’epoca del loro incontro aveva già girato Top Gun e Rain Man, ed er già stato candidato all’Oscar per Nato il 4 luglio di Oliver Stone. E agli occhi di Tom, Nicole era più alta di lui di ben 12 centimetri, e già questo poteva bastare.
Con Cruise adotta due bambini, Isabella e Connor, e fa altri due film, Cuori Ribelli di Ron Howard e Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick. Fra i due lavori corrono sette anni e si vedono: i giovani appassionati protagonisti del film di Howard (1992), si trasformano nella coppia sofisticata e sempre più distante della controversa ultima opera di Kubrick (1999), che ha impiegato quasi due anni per portarlo a termine. E due anni dopo l’uscita del film, la separazione definitiva della coppia.
Per carità, i film con Cruise non sono gli unici film interessanti che Kidman gira durante il matrimonio. La si ricorda come vibrante, elegantissima Isabelle Archer in Ritratto di signora di Jane Campion, e perfetta arrivista in Da morire di Gus Van Sant, ma è anche vero che sono in tanti, in quel periodo, a ricordarsela soprattutto come signora Cruise.
Le cose cambiano, dopo la separazione avvenuta nel 2001. In pochi mesi, ecco tre capolavori, uno dopo l’altro, una specie di fuoco d’artificio per celebrare la ritrovata libertà. Escono The Others di Alejandro Amenabar, dove ha la parte della madre ossessiva di due bambini che non possono stare alla luce, un film davvero spaventevole in cui lei è bravissima. Poi Birthday girl di Jez Butterworth, in cui fa una truffatrice russa e infine Moulin rouge di Baz Luhrmann, il film che dimostra che da anche cantare benissimo. Anni dopo, il regista australiano dichiarò: “Le scelte di Nicole sono sempre sorprendenti. Ai tempi, accettare di fare Moulin Rouge poteva rivelarsi un vero e proprio suicidio, in termini di carriera”.
E invece no. Sono i tre ruoli della svolta, quelli in cui rivela improvvisamente di essere una grande attrice. L’anno seguente vince infatti l’Oscar per la sua interpretazione di Virginia Woolf in The Hours di Stephen Daldry, recitando con un grosso porro sul naso, i capelli grigi scarmigliati e indossando informi cardigan di lana su lunghe gonnellone. Un Oscar meritato, soprattutto per la mortificazione fisica.
Seguono Dogville di Lars Von Trier, Ritorno a Cold Mountain di Anthony Minghella e Fur, sulla vita di Diane Arbus, dove dimostra di essere ormai una vera primadonna. Insomma, Nicole non è più la rossa ricciolona arrivata da Down Under, come viene chiamata l’Australia dagli anglosassoni, la ragazza a cui la madre suggeriva di trovarsi un altro lavoro perché poteva rimanere delusa dallo show business. Adesso è una bionda sofisticata che sceglie ruoli difficili per mettersi alla prova, altrimenti non c’è gusto.
Nel 2006 si risposa con Keith Urban. In comune con Cruise ha solo il fatto di essere più basso della moglie. Per il resto è tatuato, coi colpi di sole e una solida carriera da cantante country a Nashville. Come regalo di nozze lui si chiude per quattro mesi in una clinica per disintossicarsi dagli stupefacenti e presentarsi al cospetto della moglie come un uomo nuovo. Un regalo gradito, visto che i due hanno appena festeggiato gli undici anni di matrimonio e lei non gli risparmia pubbliche dimostrazioni d’affetto ogni qualvolta c’è un tappeto rosso ad aspettarli. Insieme hanno due figlie, una nata con gravidanza regolare e l’altra con madre surrogata, e tre case, una a Los Angeles, una a Nashville, una in Australia. Insomma, pare proprio che si amino. Per il quarantesimo compleanno dell’attrice lui l’ha condotta in mezzo a un prato dove, oh guarda caso, c’era un divano. L’ha invitata a sedersi e in quel momento è partito uno spettacolo pirotecnico pensato solo per loro due. Come non amarlo.
Seguono anni in cui la stella di Nicole si afferma in maniera definitiva. Oggi è considerata una delle attrici più potenti di Hollywood, “a big star”. Basti pensare che quest’anno era a Cannes con un film di Sofia Coppola, The Beguiled, rifacimento di un film con Clint Eastwwod…. E con The Killing of a Sacred Deer di Yorgos Lanthimos…. E con How to Talk to Girls at Parties di John Cameron Mitchell. In un colpo solo, tre film in uno dei festival cinematografici più importanti al mondo. Sempre quest’anno, ha debuttato anche in una serie tv, l’ottima Big Little Lies, dove interpreta la parte di una donna picchiata dal marito.
Ma per tornare a bomba sul suo imminente compleanno, Kidman ci piace ancor di più perché, sempre alla consegna dei Glamour Awards, ha anche detto “Voglio dire a tutte le donne là fuori, che la vita non finisce a 40 anni. E ancora meno a 50 anni. Prenderò questo premio come fosse un regalo di compleanno, visto che arriva fa due settimane. E vi confesso che mai avrei pensato che questo sarebbe uno dei miei anni migliori”. Non ci resta che attendere il discorso in occasione dei suoi 60 anni. Con tutta probabilità, sarà davanti alla platea degli Academy Awards, mentre stringe in pugno una nuova statuetta degli Oscar. Go Kid-Woman, go!