Come mai del musicista italiano, celebre in tutto il mondo per le musiche da film, sono poco note le numerose pagine orchestrali? “Mysterium”
La felice riscoperta di Nino Rota che laVerdi porta avanti da un po’ di anni, si è arricchita di un’ulteriore tappa: l’esecuzione del Mysterium, cantata per quattro voci soliste, coro, coro di voci bianche e orchestra (9 e 11 gennaio). Composto nel 1962 su commissione della “Pro civitate christiana” di Assisi, il Mysterium è una delle opere alle quali il compositore era più legato, nella quale ha voluto comunicare la sua personalissima fede in un «senso panico della religiosità, della divinità e dell’umanità» (sono le parole di Rota stesso).
Tema della cantata è l’universalità della fede, declinata da Rota attraverso un percorso testuale con brani tratti principalmente dal Nuovo Testamento (realizzato assieme all’amico Vinci Verginelli) che mette al centro la figura di Cristo, il comandamento dell’amore e la redenzione attraverso il dono di sé, a imitazione dello stesso Cristo.
La musica, uno dei momenti più alti della produzione matura di Rota, mostra bene, forse ancor più che in altre composizioni non filmiche di Rota, una delle principali caratteristiche del compositore: quella poliedricità stilistica che pare sempre richiamare qualcos’altro, eppure rimane sempre incredibilmente e genialmente sua. Nella cantata, formata da sette sezioni, Rota conferma inoltre la sua maestria nel trovare sempre il carattere musicale giusto per le immagini suggerite dal testo, alternando momenti di forte impatto sonoro ad aperture liriche degne delle sue più belle colonne sonore.
La non facile partitura rotiana è stata diretta con intensità e maestria dal Maestro Giuseppe Grazioli; buona la prova dei solisti (il soprano Elena Xanthoudakis, il contralto Giuseppina Bridelli, il tenore Alessandro Liberatore e il basso Gianluca Buratto); una menzione particolare va fatta per il coro misto (preparato da Erina Gambarini) e per il coro di voci bianche (guidato da Maria Teresa Tramontin), alla quale Rota affida il supremo compito di rappresentare, nella «grande tribolazione» posta al culmine della cantata, la voce dell’amore innocente che tutto redime.
Mysterium di Nino Rota – stagione sinfonica della Verdi – direttore Giuseppe Grazioli – Auditorium