California 1973: Gary e Alana si amano e si inseguono, cadono e si rialzano, imparano insieme la vita e l’amore. Il regista di “Il petroliere” ritorna con un’allegra, scapestrata, solare storia sentimentale mettendo a confronto divi affermati come Sean Penn, Tom Waits, Bradley Cooper e due esordienti, giovani e bravi: la musicista Alana Haim e Cooper Hoffman, figli dell’indimenticabile Seymour
San Fernando Valley, 1973. Gary (Cooper Hoffman) è un ragazzino intraprendente e un po’ sbruffone, Alana (Alana Haim) una venticinquenne ironica e indipendente. Lui si innamora all’istante, lei lo guarda con la condiscendenza della ragazza più grande. Lui la insegue, lei fugge, lui la raggiunge, lei si smarca, lui immagina i modi più assurdi per fare soldi (dai materassi ad acqua ai flipper), lei tiene i piedi saldamente piantati… sulle nuvole! Corrono e si rincorrono, rimbalzano pericolosamente come le palline dei flipper, cadono e si rialzano, attraversano strade e disegnano paesaggi con la leggerezza e l’entusiasmo di due ragazzi che imparano insieme la vita e l’amore. E vanno avanti, conquistano il futuro, anche quando sembrano costretti a fermarsi, o addirittura andare in retromarcia. Indimenticabile, e perfetta sintesi dello spirito libero e spavaldo che percorre l’intero film, è la sequenza in cui Alana e Gary si trovano da qualche parte in cima alle colline, di notte, senza benzina. E devono scappare il più in fretta possibile perché inseguiti da un personaggio piuttosto aggressivo al quale hanno appena devastato la casa. La ragazza scende in folle dalle colline, curva dopo curva, guidando all’indietro un enorme camion, con mano sicura e imperturbabile aplomb, sfidando il buon senso e le leggi della fisica.
Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson è una lunga corsa dal ritmo febbrile, costellata di episodi di volta in volta esilaranti e malinconici, banali e assolutamente eccezionali. Come eccezionale è il cast, con due protagonisti esordienti e meravigliosi: il funambolico Cooper, figlio di Philip Seymour Hoffman, e la bravissima Alana Haim, finora nota solo per la band musicale formata insieme alle due sorelle maggiori. A fare da contorno un gruppetto di divi (Sean Penn, Tom Waits, Bradley Cooper) che fanno il verso ad altri divi (da William Holden al Warren Beatty di Shampoo) e visibilmente si divertono un sacco.
Quattro anni dopo Il filo nascosto, Paul Thomas Anderson torna dietro la macchina da presa e realizza un film sorprendente, pieno di luce ed energia. Una banale storiella d’amore sotto il sole della California – il tipo di film racchiuso nella formula boy meets girl e visto mille volte – si trasforma sotto i nostri occhi in qualcosa di completamente diverso: una pizza alla liquerizia, qualcosa che non ordineresti mai ma potresti scoprire che ti piace (in realtà, il titolo è un omaggio a uno storico negozio di dischi californiano). Ha il ritmo dolce di una ballata, l’imprevedibilità della vita, Licorice Pizza, soprattutto la capacità di trascinare lo spettatore dentro un’estate infinita, che sa di nostalgia e di follia.
Dopo capolavori amari e crudeli come Il petroliere, The Master, Il filo nascosto, Anderson sembra essersi voluto regalare una pausa di incanto e leggerezza, un euforico giro di giostra, un’avventura insolita e sorridente. Un atto di fede, una scommessa narrativa nevrotica e felice, che procede per scarti, ellissi, giravolte impreviste, smarrimenti e slittamenti, in un movimento incessante scandito da una colonna sonora abbagliante, che serpeggia tra Doors e David Bowie, Nina Simone, Suzi Quatro, Paul McCartney e Cher. E con in più il brano inedito Licorice Pizza suonato da Jonny Greenwood dei Radiohead. Cinema che ti prende per mano e ti costringe a volare. Per me, un colpo di fulmine.
Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson, con Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn, Tom Waits, Bradley Cooper.