Il giovane e talentoso Max Barbakow debutta nella regia con una commedia dichiaratamente ispirata al celebre film con Bill Murray. Anche qui la ripetitività dell’esistenza è al centro della vicenda, ma con una via d’uscita decisa, acquisire la capacità di far qualcosa del proprio tempo e in generale della vita. Gag esilaranti e ritmo frenetico per un ottimo cast di giovani e già affermati interpreti
Il 9 novembre a Palm Springs il cielo è azzurrissimo e non fa troppo caldo. “Giornata stupenda per un matrimonio”, scandisce una voce, mentre Nyles (Andy Samberg) apre gli occhi nella lussuosa stanza di un resort in mezzo al deserto. Accanto a lui c’è Misty (Meredith Hagner), fidanzata tanto graziosa quanto noiosa, nonché damigella d’onore della sposa, la dolcissima Tala (Camila Mendes) che non vede l’ora di sposare l’adorato Abe (Tyler Hoechlin). La cerimonia sta per avere luogo e amici e parenti sono già tutti lì, compresa la sorella della sposa, Sarah (Cristin Milioti), infelicissima e ubriaca fradicia, ma tuttavia costretta a improvvisare un discorso di buon augurio. Prima di svenire, o dire qualcosa di cui si pentirà per il resto della vita, Sarah viene salvata da Nyles, un perfetto sconosciuto con il quale scatta però all’istante la molla dell’attrazione.
E così finiscono nel deserto, in quella che nelle intenzioni dovrebbe essere solo una scappatella erotica, giusto per distrarsi da una lunga e noiosa giornata. Ma Nyles viene prima colpito da una freccia e poi risucchiato all’interno di una grotta misteriosa, dove Sarah non potrà fare a meno di seguirlo. Così si ritroveranno insieme – beh, più o meno insieme – in un loop temporale senza apparente via d’uscita, costretti a rivivere sempre il maledetto giorno in cui hanno deciso di partecipare a un matrimonio dove avrebbero preferito non essere nemmeno invitati. Insomma, esattamente il giorno che mai e poi mai avrebbero voluto rivivere, potendo scegliere. Ma quando si finisce in un loop temporale, si sa, di solito non c’è molta possibilità di scelta. Pensate al povero Bill Murray in Ricomincio da capo, costretto a rivivere all’infinito il “giorno della marmotta”, cioè la giornata più zuccherosa, insopportabile per un giornalista cinico, scostante come lui.
Il modello dichiarato di Palm Springs, opera d’esordio del giovane e bravo Max Barbakow, è ovviamente proprio il film diretto da Harold Ramis nel 1993. E infatti, a scanso di equivoci, già nella prima scena l’insopportabile Misty sveglia Nyles chiamandolo “marmottino”. Se fossimo in un film horror la bionda e petulante Misty sarebbe di certo la prima a finire trucidata dal maniaco di turno (tra gli applausi del pubblico). Ma qui siamo in una commedia fantastica, fondata sull’idea (bizzarra, certo, ma ormai talmente sdoganata da aver dato luogo a un vero e proprio filone cinematografico) che entrare in un loop temporale sia estremamente facile. Uscirne, invece, è un’impresa piuttosto complicata, titanica quasi. Ma la ripetizione forsennata della stessa giornata mette a disposizione del malcapitato di turno un tempo infinito per studiare e perfezionarsi, apprendere cose nuove ed esercitare le proprie abilità. Bill Murray imparava a suonare il pianoforte da autentico virtuoso, l’intraprendente Sarah studia la fisica quantistica e la teoria della relatività, grazie alla quale arriva a immaginare una possibile via d’uscita dall’incubo.
Ma la vera via d’uscita – come già nel film ispiratore – non sta nel puro e semplice escamotage che permette di trionfare sul tempo ciclico della ripetizione. No, è qualcosa di più profondo: è la capacità finalmente acquisita di fare qualcosa del proprio tempo e in generale della propria vita, comprese le parti noiose. Ripetere la stessa giornata, rivivere le stesse cose per imparare finalmente a conoscersi, a conoscere i propri bisogni e quelli degli altri, insomma per diventare migliori. Una strada che il protagonista di Ricomincio da capo percorreva da solo, conquistando alla fine la possibilità di una nuova vita (e un nuovo amore, con la stupenda Andie MacDowell). In Palm Springs il percorso si fa in due ed è una sorta di scommessa reciproca, quella che si delinea da un certo punto in poi, man mano che la sceneggiatura si avvia sui binari piuttosto consolidati della commedia romantica a lieto fine.
Ma questa è solo la conclusione di un film davvero divertente, pieno di gag esilaranti e contraddistinto da un ritmo sempre brillante, a tratti addirittura indiavolato. Una commedia spassosa, confezionata con intelligenza e ben servita da un gruppo di attori che funziona a meraviglia. L’alchimia tra i due primattori (Andy Samberg, star del Saturday Night Live e protagonista di Brooklyn Nine-Nine, e Cristin Milioti, vista in Black mirror, Fargo, E alla fine arriva mamma) è davvero notevole; e il terzo incomodo, che ha le fattezze dell’impareggiabile J.K. Simmons vale da solo il prezzo del biglietto.
Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani, di Max Barbakow, con Andy Samberg, Cristin Milioti, J.K. Simmons, Meredith Hagner, Camila Mendes.