Jacoby Shaddix e compagni presentano il loro nono disco “Crooked Teeth”, in cui accanto ai marchi di fabbrica della band non mancano ammiccamenti sospetti alla musica pop
Poche band sono in grado di resistere sulla scena per più di vent’anni. Ancora meno sono quelle che riescono a farlo restando fedeli ad uno stile ben preciso, e allo stesso tempo cercando elementi nuovi disco dopo disco. I Papa Roach, che domenica 24 settembre tornano in Italia, all’Alcatraz di Milano, sono tra queste.
In attività da quasi 25 anni, la band capitanata da Jacoby Shaddix ha contribuito in maniera decisiva, nei primi anni Duemila, alla nascita e al successo del nu metal. Più cattivi dei Linkin Park, meno idiosincratici dei System of a Down, con riff potenti, cantato tra rap e metal, i Papa Roach porteranno sul palco il loro ultimo disco, Crooked Teeth, uscito lo scorso maggio.
In un momento storico in cui anche vere e proprie istituzioni del rock targato USA – come Foo Fighters e Queens of the Stone Age – scelgono di reinventarsi e lavorare con produttori che sulla carta sono decisamente estranei allo stile che ha reso grandi queste band – rispettivamente Greg Kurstin per Concrete and Gold e Mark Ronson per Villains – anche i Papa Roach compiono passi importanti in questa direzione. Forse con risultati diversi e, a essere onesti, con un amalgama meno riuscita, ma sempre reinventando il proprio background alla luce di sonorità e melodie più vicine ad altri generi musicali.
Certo, nel disco non mancano riff da headbanging e rap taglienti. Però abbondano anche synth, voci pop e elettronica che farà drizzare i capelli ai fan della prima ora. Eppure non è necessariamente un cambio di rotta, quanto piuttosto un modo di far propri dei modi di fare musica apparentemente lontani. A volte l’output è un po’ troppo azzardato, come nel caso di brani come Born for Greatness, American Dreams e Periscope (che vede la partecipazione di Skylar Grey, che, per intenderci, è l’autrice di Love the way you lie di Eminem e Rihanna), che sembrano usciti da un disco degli Imagine Dragons. Altre volte, come in Help, Sunrise Trailer Park o None of the above, il risultato è decisamente più apprezzabile e il mix tra novità e quella cattiveria che ha reso grande il gruppo convince molto di più.
Ci sono però anche molti brani che metteranno d’accordo tutti i loro fan, grazie ai due marchi di fabbrica della band: chitarre distorte e cattive, cantato nervoso e “dritto in faccia”. Shaddix sembra divertirsi a giocare con i produttori RAS (blink-182, Steve Aoki e molti altri) e Colin Brittain, ma dà il meglio di sé nei pezzi che più restano fedeli al suono storico della band. Break The Fall e Crooked Teeth, che dà il titolo al disco, hanno tutti gli ingredienti classici dei Papa Roach: riff su cui è difficile non muovere la testa su e giù, strofe rappate e ritornelli immediatamente orecchiabili.
I Papa Roach tornano in Italia il 24 settembre all’Alcatraz di Milano, a quasi due anni di distanza dall’ultima volta, quando nel novembre 2015 calcarono sempre il palco del locale di via Valtellina in compagnia di The Devil You Know e Five Finger Death Punch. Ad aprire il concerto saranno Frank Carter & The Rattlesnakes, il gruppo inglese fondato nel 2015 da Frank Carter, ex vocalist di Gallows e Pure Love, che presenterà il suo secondo disco Modern Ruin.
Alcatraz Papa Roach + Frank Carter & The Rattlesnakes
Papa Roach Crooked Teeth (Eleven Seven Music)
Immagine di copertina: www.paparoach.com