In “Parlami di te” il regista francese Herve Mimran esalta la verve e la creatività di un ottimo Fabrice Luchini, che interpreta un signore di mezza età colpito da un ictus, e quindi costretto a cambiare le sue priorità. Ispirato a un fatto vero, in bilico tra malinconia, tenerezza e comicità, è un viaggio nel tempo e nelle parole, un percorso di guarigione dalla solitudine, una riflessione sul senso di sé
Al centro di Parlami di te di Hervé Mimran c’è un uomo d’affari, Alain (Fabrice Luchini), che si prepara velocemente a una nuova giornata di lavoro, nonostante non si senta affatto bene. Anzi, all’apparenza sembra stia per avere un infarto. Il fidato autista decide così di portarlo subito in ospedale: l’uomo d’affari ha appena avuto un ictus, deve fermarsi nonostante non abbia alcuna voglia di farlo.
Il nuovo film di Mimran accompagna il protagonista e lo spettatore in un lungo percorso attraverso il concetto di tempo, ma soprattutto di priorità nella vita. Dove finirà questo signore sempre impegnato, legatissimo al proprio lavoro, che fatica a far entrare nella sua vita la logopedista Jeanne (Leïla Bekhti) per via delle ore che potrebbe fargli perdere? I due intraprenderanno un viaggio, a tratti triste, a tratti molto piacevole, in cui il regista trova il modo di far dire al nostro protagonista giochi di parole molto divertenti, decisamente poco adatti a un uomo d’affari.
Il linguaggio è un filo comune tra i film del regista, protagonista indiretto di Tout ce qui brille, Nous York e Parlami di te, molto amati dal pubblico francese. Le parole sono un elemento necessario, se non addirittura fondamentale nella stesura di un suo film, ma non lo sono sempre state. Anche le espressioni del viso e del corpo, il modo di camminare e di porsi dei personaggi sono importanti per capirne il senso. In questo film il regista riesce a far combaciare i due elementi, modellando i personaggi a tutto tondo, trasformandoli pian piano da tristi a felici, da soli a compresi. E c’è anche la figlia di Alain, che si sta preparando per un viaggio verso Santiago, lungo il cammino dei pensatori e di chi cerca una risposta ai problemi della propria vita. Dopo l’incidente del padre, però, pure questo viaggio non sarà più lo stesso.
Hervé Mimran non ci mostra solo la vita di un individuo sempre sotto pressione (il titolo orginale del film è Un homme pressé), e il suo percorso di guarigione ispirato a una storia vera, accaduta a un uomo d’affari francese nel 2008, Christian Streiff, il quale per lunghi anni aveva deciso di tenere nascosta la malattia, fino a un momento cruciale che ha cambiato la sua vita per sempre. Il film è figlio poi anche di una discussione sull’argomento tra il regista e il produttore, Matthieu Tarot, che avevano letto un articolo su tutta questa vicenda pubblicato da Le Monde nel 2013.
Parlami di te è Interpretato da Fabrice Luchini, celebrato attore di cinema e teatro francese, che ha folgorato il regista con la sua interpretazione di Céline e l’uso appropriato delle parole: tanto da essere in grado di inventare per il film propri vocaboli, prima inesistenti eppure comprensibili, che deve recitare a memoria per dare voce a un uomo colpito da un ictus.
Una commedia melanconica, un momento di riflessione, un ridere di gusto. Questo è il nuovo film di Hervé Mimran.
Parlami di te, di Hervé Mimran, con Fabrice Luchini, Leïla Bekhti, Rebecca Marder, Igor Gotesman, Clémence Massart, Frédérique Tirmont, Yves Jacques, Micha Lescot