EARTH Foundation presenta, fino a domenica 15 settembre, la mostra degli artisti protagonisti del progetto “Peccioli: racconti di una stagione”, Karim El Maktafi, Camilla Ferrari, Sara Scanderebech e Riccardo Svelto, a cura di Giangavino Pazzola in collaborazione con Giulia Adami. Il progetto, avviato a luglio 2023 a partire da quattro residenze d’artista con altrettante committenze sul tema del territorio, si concretizza in questa mostra appositamente concepita per il Comune di Peccioli, in provincia di Pisa, che quest’anno ha vinto l’undicesima edizione del concorso “Il Borgo dei Borghi 2024” promosso da Rai 3.
Quando sono arrivata a Peccioli per la prima volta, due anni fa, l’ex-automercato era un cumulo di cemento e cianfrusaglie, eppure già da allora si poteva intuirne le potenzialità: era un luogo giusto dove fare accadere qualcosa. Oggi, due anni dopo, l’ex-automercato è stato reso un luogo in cui fare, diventando così spazio espositivo per questa mostra. Rinnovamento è sicuramente una delle parole chiave per interpretare ciò che accade a Peccioli, dove ogni luogo con un potenziale viene trasformato in qualcosa di utile, di utilizzabile, l’ex-automercato ne è solo un esempio. Altra parola chiave, che supera in classifica tutte le altre – arte contemporanea, rigenerazione, futuro, sostenibilità – è comunità. Lavorare sul concetto di comunità richiede uno sforzo complesso, lavorare con la comunità, ne richiede uno ancora maggiore; a Peccioli, entrambe le cose sono state rese possibili grazie a una amministrazione attenta che in trent’anni ha costruito un metodo e in questo metodo ha messo la comunità al centro rendendola parte integrante di un meccanismo molto articolato.
Le opere d’arte contemporanea, di cui il borgo è costellata, sono parte di un gioco di incastri che unisce il territorio, la cultura, l’arte e allo stesso tempo le infrastrutture, la relazione con gli spazi, le necessità dei cittadini. Le opere, infatti, sono state realizzate con una visione molto precisa, gli artisti e le artiste che intervengono a Peccioli sono chiamati a pensare a un progetto che tenga conto del luogo in cui si inserisce, che lo rispecchi, lo reinterpreti e lo arricchisca. Peccioli dunque, non può essere raccontata da un solo punto di vista, ma avendone un’idea globale.
Questa premessa è necessaria per comprendere il perché della mostra “Peccioli: racconti di una stagione”. Se solitamente, gli interventi artistici sono pensati per essere permanenti, in questo caso si è deciso di dare spazio a una mostra temporanea, perché la sua realizzazione è stata preceduta da una serie di avvenimenti che tengono conto del metodo pecciolese. La mostra, infatti, è l’approdo finale di una serie di residenze avvenute durante il corso dell’anno in cui gli artisti e le artiste – Karim El Maktafi, Camilla Ferrari, Sara Scanderebech, Riccardo Svelto – hanno potuto sperimentare la relazione con il territorio, il confronto con la comunità e l’accoglienza che questa riserva a chi approda in questo posto ameno, mettersi in relazione con il gioco di incastri.
Il risultato di queste relazioni è una mostra che restituisce il senso di comunità e lo amplifica, lo estende anche agli animali, alle macchine, alla fantasia. Se Karim El Maktafi e Riccardo Svelto si confrontano con la parte umana della comunità, Sara Scanderebech e Camilla Ferrari lo fanno con quella naturale/meccanica e sovrannaturale. Da un lato abbiamo dunque l’interesse di entrare in relazione con chi nel borgo ci lavora e ci vive, dall’altro quello di osservare ciò che riserva in termini di natura e territorio, ma soprattutto di fantasia e di visione.
El Maktafi e Scanderebech lavorano sulla discarica di Peccioli restituendone due prospettive molto diverse. Il primo entra in relazione con la comunità di lavoratori della discarica, una squadra di persone pronta a mettersi a disposizione e accogliere un artista che in maniera curiosa e delicata restituisce le dinamiche sia del lavoro che delle architetture temporanee che di giorno in giorno mutano l’ambiente della discarica. La seconda, invece, intersecando parti meccaniche a parti naturali, restituisce la comunità di animali, insetti e piante che si relazionano con il contesto delle macchine della discarica nelle loro diverse parti, questo dà vita a un ambiente ibrido ma allo stesso tempo fantasioso, in cui gli insetti e le parti di alcuni macchinari sembrano avere inventato un modo di convivere.
Riccardo Svelto relazionandosi con la comunità di giovani, ci dà la possibilità di esplorare i loro luoghi segreti, i luoghi di fuga, quelli nascosti in cui ci si ritaglia uno spazio di vita privato, di sbirciare per un attimo. Camilla Ferrari, offre una visione cosmologica e quasi ultraterrena di Peccioli. Grazie al contatto tra terra e cielo si intrecciano narrazioni accennate di qualcosa che potrebbe essere, ma che non è definito in pieno. Questa mostra è importante perché attraverso una lente esterna è possibile osservare una realtà che muta e si trasforma di giorno in giorno, che sperimenta, crea e restituisce modi nuovi di relazionarsi con l’arte e con la cultura. Si intuisce attraverso queste serie di fotografie che Peccioli è un luogo in cui il fare è possibile.