Più di 300 artisti in 100 diverse location, questa l’offerta imponente dell’edizione 2022 di Piano City. Grandi nomi: da Andrea Lucchesini al duo Ballista-Canino, da Gaetano Liguori ad Abdullah Ibrahim. Giovani proposte: Francesca Michielin, Frida Bollani Magoni per citarne alcune. Una rassegna tutta da godere, per tre giorni dall’alba fino a tarda notte
C’è musica per tutti e per tutti i gusti nel programma di Piano City, che da venerdì 20 a domenica 22, dalle prime ore del mattino fino a tarda sera invaderà ogni angolo di Milano. Classica, contemporanea, pop, jazz ed elettronica: una festa continua in tutta la città e anche fuori con un ricco buffet di note. Impossibile sfuggire!
Del resto per i milanesi un alto numero di concerti ed eventi in città non è certo cosa di cui stupirsi. Ma a scorrere il programma viene quasi il capogiro davanti alla varietà di eventi e luoghi.
L’invito è quello di lasciarsi portare dalla curiosità (magari utilizzando la comoda mappa che permette di visualizzare dove e quando si svolgono i concerti, che ricordiamo essere gratuiti) posto che tutti i musicisti meriterebbero di essere ascoltati. Ci sono tuttavia appuntamenti che saltano all’occhio e ai quali noi non vorremmo mancare.
Tanto per cominciare, l’anteprima di domani alle 21:00 in Piazza del Liberty 1 con la cantautrice Francesca Michielin che festeggia e ripercorre al pianoforte i suoi primi dieci anni di carriera, a partire da quando il 5 gennaio 2012, a soli 16 anni, vinse “X-Factor”, facendosi conoscere dal grande pubblico.
Venerdì merita attenzione la prima delle otto “Piano lesson” del festival con il pianista Andrea Lucchesini al Conservatorio G. Verdi, preludio al concerto serale nell’ambito di Milano Musica.
Altri appuntamenti: quello di sabato pomeriggio dedicato al jazz con Gaetano Liguori (dagli anni Settanta protagonista sulla scena della musica italiana al fianco di personaggi importanti della nostra cultura, come Dario Fo) e quello di domenica al Mare culturale urbano con il conduttore radiofonico, disc jockey, critico musicale Luca De Gennaro che parlerà della rivoluzione del pop negli anni ’80 (la nascita di MTV, dei videoclip, dei cd che sostituirono audiocassette e vinili), di album e artisti iconici. Questo incontro prende il nome dal titolo del suo ultimo libro, Pop Life, in cui racchiude la sua esperienza diretta con il mondo musicale e dello spettacolo di quel periodo. Lo accompagnerà al pianoforte il compositore, tastierista e produttore discografico Vittorio Cosma (alias “Carmelo”, per i fan di Elio e le Storie Tese) che improvviserà su pezzi di quegli anni.
Da non perdere venerdì alla Galleria D’Arte Moderna (GAM) il concerto inaugurale di Abdullah Ibrahim, pianista di origine sudafricana, nato nel 1934 a Città del Capo e leggenda vivente della musica jazz, così come quello di sabato sera con Gilda Buttà, grande e fidata interprete dei meravigliosi lavori di Ennio Morricone, del quale verranno eseguite non solo le musiche più famose legate al mondo del cinema ma anche varie composizioni di Musica Assoluta.
Sempre alla GAM si esibiranno sabato artisti internazionali come l’olandese Iris Hond, che ha già familiarità nel costruire un rapporto intenso con il pubblico al di fuori dei soliti contesti musicali, i jazzisti Anat Fort e John Medeski, rispettivamente al pianoforte e all’organo Hammond, i poliedrici Francesco Tristano e Rami Khalife (nati curiosamente entrambi nel settembre 1981 e conosciutisi ancora studenti alla Juilliard School di New York dove hanno dato inizio al loro sodalizio artistico), mentre domenica suoneranno il pianista francese Nathanaël Gouin, l’artista multimediale britannica Rosey Chan (autrice dell’installazione sonora che da domani sarà accessibile dall’anfiteatro di Apple Piazza Liberty), il duo Ray Lema – Laurent de Wilde e in chiusura del festival il cantautore israeliano Oren Lavie insieme alla giovane Frida Bollani (2004) che ha seguito le orme del padre Stefano nello studio del pianoforte e della madre Petra Magoni nel canto.
A una rapida occhiata del programma generale si nota subito che la maggior parte degli appuntamenti sono dedicati alla musica classica, con la presenza di musicisti come Bruno Canino e Antonio Ballista, interpreti storici e autorevoli del repertorio moderno, con alle spalle una lunga carriera di concertisti e cameristi in tutto il mondo.
Tre generazioni di pianisti si incontrano in questo festival tra cui molti giovani ma promettenti studenti di vari Conservatori. L’ultimo giorno, domenica 22, saranno protagonisti, affiancati dai loro Maestri, gli alunni provenienti da diverse scuole italiane. Dove? Alla Rotonda della Besana dove eseguiranno le 9 sinfonie di Beethoven (dalle 11 una ogni ora) nella trascrizione ottocentesca di Theodor Kirchner per due pianoforti a quattro mani. Una bella impresa e un confronto stimolante sia per gli allievi sia per i docenti (nove nomi celebri del pianismo italiano), i quali daranno ciascuno la loro personale lettura di questo immortale repertorio.
Ma chi avesse voglia di espandere i propri orizzonti musicali sappia che sono previsti anche dei concerti molto appetibili di musica moderna, oltretutto in luoghi non ancora esplorati da Piano City.
È il caso dell’ADI Design Museum (10 minuti a piedi da Eataly), del centro di ricerca e produzione musicale AGON in Viale Sarca e del parco del Campus Bocconi: in quest’ultimo, domenica alle 19:00 il Chigiana Keyboard Ensemble si esibirà in un repertorio per sei pianisti e sei pianoforti in cui spicca l’impegnativo “Six Pianos” del compositore americano Steve Reich, uno dei principali esponenti della corrente minimalista in musica.
Saranno quindi giornate davvero intense ma alla fine si raggiungerà quello che è uno degli scopi di questo festival: rendere la cultura inclusiva, donarla per generarne di nuova, raccontando la città attraverso il pianoforte.
In copertina: Remo Anzovino che si esibirà il 22 all’Ippodromo di San Siro