“I miei piccoli dispiaceri” di Miriam Toews è un romanzo musicale dal debutto gioioso che precipita in un drammatico Requiem
Per presentare I miei piccoli dispiaceri di Miriam Toews, la casa editrice ha organizzato un reading di qualche pagina e un concerto per piano di Mozart, la passione di Elfrida, protagonista del romanzo.
Idea calzante perché il precipitare delle vicende assomiglia alla vita di Amadeus: un debutto gioioso, facile, irresistibile, e un’inarrestabile epilogo drammatico col Requiem prima della morte. Calzante anche perché l’intera storia è come accompagnata e guidata da una colonna sonora segreta della rivoluzione segreta di Elf, che abbandona la famiglia e la bigotta comunità mennonita in cui è cresciuta, per studiare musica al conservatorio di Toronto.
«Elf suonava più forte, poi più piano, poi di nuovo forte. Gli uccelli smisero i cantare e in cucina le mosche cessarono di sbatter contro le finestre. L’aria era immobile. Lei era al centro del mondo in corsa. Fu in quell’istante che Elf assunse il controllo della propria vita».
Diventa un prodigio, tutti i teatri se la contendono, tutti gli uomini si innamorano di lei. È bellissima, felice, si sposa con un uomo che l’adora, ma tutta quella tensione artistica, quell’aspirazione alla perfezione la consuma.È come se dentro di lei si nascondesse un pianoforte di cristallo, che le preme contro, che rischia di infrangersi. Tenta più volte il suicidio. Scrive alla sorella Yoli su carta rosa e pennarelli colorati «lettere lunghe e spassose sulla morte, sul coraggio, su Virginia Woolf e Sylvia Plath», non può sottrarsi al loro destino.
È Yoli, l’io narrante del romanzo, l’unica che riesce a comunicare con lei e aiutarla.
Nel reading l’abbiamo incontrata da piccola che faceva la voltapagina per Elfie. «Dovevo appena appena precederla nella lettura e, quando voltavo la pagina, muovermi come un serpente in modo da evitare il minimo fruscio… Dovevo ricominciare finché non era soddisfatta… Mi piaceva l’idea di anticiparla in qualcosa».
È un paradosso che sia Yoli ad assistere la sorella: la sua vita è un disastro, senza arte né parte, due figli da due uomini diversi, «una specie di esperimento sociale. Scherzo. Una specie di fallimento sociale». Scopa a destra e a manca, è sempre vissuta succube e nell’ombra del genio di Elf, o così crede, e crediamo noi.
Mentre l’assiste nella camera d’ospedale, Elf svela la sua verità, ribaltando quello che sembrava scontato.
Assistiamo a un lungo duello di parole, carezze, umorismo nero e pura comicità di cui è fatto il rapporto tra sorelle.
Miriam Toews, I miei piccoli dispiaceri (Marcos y Marcos, pp 363, € 18)
Immagine: Lee Plaza di Rick Harris