Presentati i nuovi titoli in scena sotto la direzione di Claudio Longhi, tra Emma Dante, Liv Ferracchiati, Antonio Latella, il debutto dello stesso Longhi e il debutto di Nanni Moretti
Una bellissima stagione, ricca di proposte, di esperimenti e di classici, questa nuova del Piccolo Teatro che Claudio Longhi ha presentato e intitolato “Il corpo delle parole”, il recupero del Verbo dopo tanti anni di ombra. Tornano protagonisti i linguaggi nuovi, classici, sperimentali, chiusi negli spazi delle tre sale del Grassi, Studio, Strehler o anche all’aperto in cerca di contatti coi giovani e una città in divenire che andrà a cercare nuovi stimoli a 45 minuti dal Duomo, ricollegandosi alle esperienze primarie del primo stabile italiano e dando largo spazio alla danza e al teatro per i bambini con due eccellenze come le marionette dei Colla e il famoso show innevato di Slava che torna per Natale. Sentiremo ancora le parole pessimiste di Beckett (Godot diretto da Terzopoulos, Giorni felici) e quelle dell’altrettanto nichilista il Thomas Bernhard autore di “Minetti”, grande testo per un attore come Glauco Mauri che annuncia così il suo addio alle scene che egoisticamente speriamo poi possa essere rimandato.
Segno della parola che vince anche la bella idea della biblioteca esposta al Grassi con 70 volumi scelti dagli artisti della stagione, una gara di grandi autori. Longhi, che sta con intelligenza variegando secondo con le sue scelte e i suoi artisti “residenti” la nuova vita del teatro cui il pubblico ha mostrato di nuovo affetto (spettacoli spesso esauriti) ha illustrato un cartellone di 27 produzioni, con 15 prime nazionali e 33 ospitalità, un elenco di proposte che davvero tocca molti tasti, età, gusti, facendo moderni i classici e classici i moderni.
E poi il direttore Claudio “debutta” come regista al Piccolo con Ho paura torero di Lemembel, un cult gay visionario della letteratura cilena, con Lino Guanciale, libro che ha avuto molto consenso in Italia. Si riapre il 27 settembre al Grassi col Barone rampante di Calvino, in ripresa, ma il grande centenario sarà quello di Testori che ha avuto il primo dramma in scena al Piccolo, “Maria Brasca” con la Valeri, nel 1960. Di Giovanni Testori, massimo drammaturgo del 900, si presenterà, in collaborazione col teatro Parenti, I promessi sposi alla prova regìa della Andrée Ruth Shammah che rinnova uno spettacolo ormai classico. Molti sono gli esempi di drammaturgia messa alla prova di nuove intuizioni, letture giovanili magari sfrontate e geniali: Cechov passa attraverso i dubbi di Liv Ferracchiati (Il gabbiano) e Leonardo Lidi (Zio Vania), mentre Antonio Latella affronta il Goldoni di La locandiera con Sonia Bergamasco seduta sul titolo e apre un seminario sulla santa estasi testoriana d’Amleto. Eccolo lì, William Shakespeare, c’è Antonio e Cleopatra con Anna della Rosa e Walter Malosti felicemente insieme in scena, ed ecco Isabella Ragonese diretta da Andò in Clitennestra, mentre è atteso il ritorno di Luis Pasqual, allevato e svezzato da Strehler, per Nozze di sangue con Lina Sastri.
Ci sono date che non si scordano mai: il Gorkij che inaugurò il Piccolo nel 47, L’albergo dei poveri torna diretto da Massimo Popolizio, mentre Emma Dante conclude la trilogia su Lo cunto de li cunti di Basile e Rambert prosegue il match pirandelliano su finzione e verità (Durante). Il 24 luglio, come fosse 77 anni fa, Arlecchino rivivrà ancora una volta ma coi giovani, restando Bonavera al centro: nella prossima stagione molte repliche con cast alternati. E attesa per la grande fiaba nera Trilogia della città di K. di Agota Kristòf un progetto di Federica Fracassi e Fanny e Alexander con la Fracassi in scena.
E non possono mancare Eduardo riletto da Russo Alesi (L’arte della commedia), il Vajont sempre raccontato da Paolini, Fabrizio Gifuni accompagnato dall’amato Gadda e un assolo freudiano di Stefano Massini che torna a spargere psicanalisi sulla scena dello Strehler. Gran curiosità per il debutto di Nanni Moretti che con Diari d’amore unisce due pièces di Natalia Ginzburg (Fragola-Panna e dialogo) con Binasco e Deflorian.
E poi i mattatori, da un Gabriele Lavia goldoniano (Un curioso accidente) al doppio Servillo che riprende Tre modi per non morire e ne aggiunge un altro, il melologo di Giuseppe Montesano Puccini, Puccini, che cosa vuoi da me? La drammaturgia d’oggi parla con La ragazza sul divano di Fosse con la Villoresi, ma si apre uno spazio autorevole anche per chi vuol ridere, col classico di Feydeu diretto da Carmelo Rifici, La pulce nell’orecchio, mentre Orsini e Branciaroli saranno i Ragazzi irresistibili del geniale Neil Simon e Rezza e Mastrella riprendono il tragicomico Fotofinish.
Il Piccolo riapre il 27 settembre al Grassi con Calvino, il Vajont di Paolini allo Strehler il 9 ottobre, il Freud di Massini il 10 ottobre allo Studio. I prezzi degli spettacoli partono da 40 euro in platea a 32-26 in balconata con riduzioni under 26 e over 65. Gli abbonamenti sono per 4 spettacoli €. 84, 148 per 8 spettacoli, oppure abbonamenti oro a 4 (euro 120) o 8 spettacoli (216 euro) con libera scelta, sempre con riduzioni.