Una scrittrice parla di una generazione assente. Un fotografo decide di scrivere. Una cuoca mette nel piatto i ricordi. Un giornalista dà voce ai classici. Quattro esordi illustri.
Giovane. Aperto. Vivo. PordenoneLegge versione diciannovesimo anno è un luogo attraversato da più generazioni, e dunque è in piena evoluzione. Non a caso agli esordi – di temi, di autori, di fenomeni – il programma è stato sempre attento come a una carta da giocarsi per il futuro. E infatti: «Uno spettatore su cinque aveva meno di trent’anni» conferma Gian Mario Villalta, direttore artistico del festival.
La ricaduta è palpabile. Alcuni esempi?
Esordio d’autore
I primi figli dei divorziati, i primi figli di famiglie che hanno dovuto tracciare nuovi modelli, i primi figli che hanno sperimentato nuclei disfatti e allargati e cambiati. Oblii e salvezze affettive della prima generazione dopo il boom del Sessantotto: tra amori scoppiati, amicizie resistenti, sogni incrinati un moderno catalogo della ricerca della felicità. Claudia Grendene ha pubblicato per Marsilio Eravamo tutti vivi: un romanzo caleidoscopico.
Esordio di un fotografo al memoir
Dai tempi in cui penetrava nell’abbandonato Molino Stucky per rileggerlo con le stesse luci di Gotham City, Luca Campigotto ha inseguito le tracce della storia umana. Paesaggi senza figure, per lo più. Luoghi appena lasciati, ma sempre antropizzati. Ora raccoglie la sua esperienza in un libro di foto con parole, edito dalla Postcart di Roma. Disoriente è un libro, ed è una mostra (alla galleria Due Piani).
“La fotografia è una forma suprema della nostalgia” dice il suo autore.
Esordio di gusto
Antonia Klugmann ha fatto parlare di sé quando ha deciso di accettare di andare in televisione, tanto quando ha deciso di chiudere l’esperienza. È una donna radicale: nel senso che ha radici ben piantate – nella natura, nella lealtà dei sapori, nelle scelte.
“Un giorno sono uscita al mattino: il prato era appena stato tagliato. Possibile, mio sono detta, non riuscire a tradurre in un piatto esattamente questa sensazione di profumo, e di terra, e di buono, e di casa?”
Così nasce Di cuore e di coraggio. La mia storia, la mia cucina. Pubblicato da Giunti.
Esordio umano di grandi libri
Cosa hanno ancora da dirci i grandi classici? Possono ancora i romanzi del passato aiutarci a cambiare il mondo? A chi parlano, oggi? Alessandro Zaccuri, giornalista e scrittore, è un brillante mediatore della parola: i dieci capitoli (più uno) del suo Come non letto (Ponte alle Grazie) sono la costruzione di una alleanza generazionale. Un tema per ogni titolo scelto, una chiave di lettura, una parola dominante: il sogno, il male, la vendetta, il mistero attraversano il tempo dei romanzi e, intatti, ci raggiungono. Perché i libro sono – ancora – il cibo più potente di cui nutrirsi. E ci insegnano che non siamo finiti.