Il musicista torna con il suo nuovo album, Post Pop Depression. Tra oscure angosce e voglia di fuga, una riflessione semplice e sincera, carica di un’energia cupa, che rimanda a David Bowie, l’amico scomparso di recente
L’Iguana vive nelle zone più calde del Sudamerica. È un animale molto resistente. All’interno della famiglia delle iguane, vi è una specie molto rara: l’Iguana Pop. È in grado di vivere in molti posti diversi, da Detroit a Berlino, e può sopravvivere alle situazioni più difficili, grazie al suo comportamento imprevedibile. Pochi sono gli esemplari rimasti. Uno lo conosciamo bene: si tratta di Iggy Pop. National Geographic a parte, l’iguana del rock è tornata sulla scena. Il 18 marzo esce il suo nuovo album, Post Pop Depression.
Una riflessione semplice e sincera, ma anche carica di un’energia cupa, nella quale riecheggiano i lamenti dell’amico recentemente scomparso, David Bowie. L’album nasce dall’incontro tra Iggy e il musicista Josh Homme (della band Queens of the Stone Age). Un incontro che su disco funziona molto bene e che ha forgiato un suono nudo e multiforme. Nell’ultimo album dell’Iguana si passa dalle chitarre scure di Break Into Your Heart, che tanto fanno pensare a Blackstar di Bowie, al groove di basso in stile disco di Sunday.
Post Pop Depression è un disco fatto di sudore e di brividi, di sorrisi e di inquietudini. Alterna momenti ironici ad atmosfere gloriose, come la coda sinfonica di Sunday, e improvvisi lampi di tensione, come in American Valhalla, quando Iggy dichiara lapidario: “I have nothing but my name”. L’album si distingue dagli ultimi lavori poco significativi di Iggy Pop e questo probabilmente grazie alla collaborazione con Dean Fertita (anche lui dei Queens of the Stone Age) e Matt Helders (degli Arctic Monkeys), oltre che con Josh Homme.
Vi è poi una forte sintonia con l’amico Bowie, generata dall’amicizia che li ha legati per molto tempo. Break Into Your Hearts riecheggia moltissimo la voce del Duca Bianco, ma anche Gardenia e German Days ricordano il periodo berlinese che i due artisti hanno condiviso.
Dal passato a un’immagine di futuro. Nell’ultima traccia dell’album, Paraguay, Iggy desidera mandare tutti a quel paese e rifugiarsi nella calda terra del Paese sudamericano.
Post Pop Depression, nonostante le sue angosce e la sua oscurità, non crea sconforto in chi lo ascolta. Anzi, trasmette una sua forza. È uno di quei dischi che ti si attacca addosso e ti entra sottopelle, come Iggy canta in Break Into Your Heart. “I’m gonna break into your heart, I’m gonna crawl under your skin […] and you’ll finally let me in”. Allo stesso tempo, però, si avverte un vago senso di fuga. Una sorta di “Tolgo il disturbo”. Ma chi conosce l’Iguana sa che è impossibile prevedere la sua prossima mossa.
Iggy Pop, Post Pop Depression (Caroline)