Diverte e fa riflettere sul nostro complicato mondo “Il professore cambia scuola”, scritto e diretto dall’esordiente Olivier Ayache-Vidal. Che trasporta nella banlieue parigina un austero professore (Denis Podalydès, assai noto in Francia) pronto a imporre i suoi inflessibili metodi d’insegnamento anche ad allievi difficili. Fallirà e dovrà ricredersi, scoprendo però un mondo che lo appassionerà
Cosa succede quando chi ha sempre avuto un tenore di vita benestante entra in un ambiente pieno di povertà e degrado? Si sforza di adattarsi lui, o è l’ambiente circostante che cerca di cambiare? A queste domande cerca di rispondere Il professore cambia scuola, scritto e diretto dal 49enne regista parigino Olivier Ayache-Vidal. François Foucault (Denis Podalydès) è un docente dai modi rigidi e severi che insegna al Liceo Enrico IV, frequentato dai figli dell’alta borghesia della capitale. Questo finché non viene incastrato da una funzionaria del Ministero dell’Istruzione, con la quale si era vantato durante una festa, che lo costringe ad andare a insegnare per un anno in un liceo di una banlieue, nella periferia povera e degradata. All’inizio lui cerca di imporre i metodi che usava all’Enrico IV, che si rivelano però totalmente inadatti al nuovo contesto: così, con il passare del tempo cercherà di capire come aiutare quei ragazzi, dando loro delle possibilità.
La scelta di ambientare questa storia in una scuola superiore non è casuale, e nel film si vede bene: perché in questa fase nei giovani si forma maggiormente il carattere, hanno le prime esperienze di tipo sessuale, iniziano a farsi un’idea del mondo, in altre parole è la fase di transizione dall’infanzia all’età adulta. Per rendere meglio tutto ciò, si è scelto di far interpretare gli studenti in prevalenza da attori non professionisti.
In un primo momento,viene in mente il paragone con un altro film sull’istruzione, L’attimo fuggente; tuttavia, Foucault all’inizio è l’esatto contrario del professor Keating, poiché vuole imporre ai ragazzi una disciplina ferrea, fallendo miseramente; e a ciò si aggiunge il fatto che fin dall’inizio è disprezzato non solo dagli studenti ma anche dagli altri insegnanti, che lo vedono come un privilegiato sceso nei “bassifondi” per gioco. Poi Francois cambierà approccio, cercando di mostrare maggior empatia verso i suoi alunni, riuscendo gradualmente a guadagnarsi la loro stima trasmettendo loro l’amore per la conoscenza. Anche per impedire che vengano espulsi dalla scuola: nel caso dei ragazzi di banlieue, ciò potrebbe dire iniziare a frequentare cattive compagnie e forse finire nella delinquenza.
Podalydès, che in Francia è un volto noto sia al cinema che a teatro, interpreta egregiamente un personaggio che cambia radicalmente il proprio comportamento e modo di pensare. Tra gli attori che interpretano i suoi alunni spicca Abdoulaye Diallo nei panni di Seydou, un ragazzo problematico che il professore cercherà di riportare sulla retta via, mentre tra i docenti si distingue Chloé (Pauline Hurungen), l’unica nel corpo insegnanti ad avere un atteggiamento amichevole nei confronti di François.
Ayache-Vidal, un passato come fumettista e fotoreporter, è al suo primo film dopo numerosi corti una serie tv, e qui dimostra grande abilità nel trattare un tema impegnativo, inserendo varie scene divertenti, che strappano allo spettatore la risata. L’unico difetto sta nel fatto che il messaggio del film, ovvero che se ben guidati quei ragazzi possono essere salvati, appare un po’ troppo ottimista, forse un po’ lontano dalla realtà.
Il professore cambia scuola, di Olivier Ayache-Vidal, con Denis Podalydès, Abdoulaye Diallo, Tabono Tandia, Pauline Huruguen, Alexis Moncorge, Emmanuel Barrouyer, Zineb Triki, Léa Drucker, François Petit-Perrin, Marie Rémond, Charles Templon, Mona Magdy Fahim