In neppure due settimane, il 2019 teatrale a Milano si presenta bene
Bastano pochi giorni, all’inizio dell’anno che verrà, per catapultarci in un oceano di nuove suggestioni teatrali – perlomeno in relazione a quanto accadrà sulle scene di Milano.
In effetti i teatri della città, a partire dai primi giorni di gennaio 2019, presentano titoli interessanti e nomi di spessore, quasi a voler dire: iniziamo bene – e non in senso sarcastico.
Se infatti per I ragazzi di vita firmati Massimo Popolizio il Piccolo ci farà aspettare fino al 16 gennaio, all’Elfo (dove fino al 13 continua Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte in edizione Bruni – De Capitani) Luca Toracca, dopo il bel successo della Patatina nello Zucchero, torna a confrontarsi con Alan Bennett e Aspettando il telegramma, in prima nazionale dall’8 gennaio, pronto a lanciarsi nel panorama di ricordi della protagonista, l’anziana Violet.
Grandi nomi anche in via Pier Lombardo; il teatro Franco Parenti si prepara all’anno nuovo mandando in scena Un borghese piccolo piccolo (FOTO IN COPERTINA) dal romanzo di Cerami, diretto da Fabrizio Coniglio e con una star nei panni del protagonista, Giovanni: Massimo Dapporto, che riprende il ruolo portato al cinema da Alberto Sordi (con regia di Monicelli).
Sale febbrile l’attesa, il 10 gennaio, per il ritorno delle Nina’s Drag Queens: al Carcano la compagnia porta Queen Lear, «dramma musicale en travesti» ispirato, come intuibile, al capolavoro shakespeariano. Al Manzoni, ancora il 10, Piero Maccarinelli dirige Alessandro Haber e Lucrezia Lante della Rovere in Il padre, da Florian Zeller, intensa storia famigliare di Alzheimer e amarezze.
Sempre il 10, al Martinitt, appare Niente è come sembra, la commedia diretta da Guido Ferrarini che mette in scena una coppia omosessuale decisa truffare lo zio di uno dei due; un po’ in avanti, il 15 (fino al 27) al Teatro Fontana affiorano i sussulti del “non” musical di Gipo Gurrado, Supermarket.
Ritornando ancora una volta al 10, al Libero va in scena Malamore, dal testo di Andrea Brunetti che nel 2006 ha vinto il premio Flaiano; dal 9 al 27, invece, Elena Arvigo si misura all’Out Off con uno dei testi cardine della drammaturgia del nostro tempo, 4.48 Psychosis di Sarah Kane che fa gola a qualsiasi interprete contemporanea. E se al Litta Alberto Olivo prende di petto il Pirandello del Fu Mattia Pascal, al Teatro della Cooperativa Renato Sarti riporta dal 15 gennaio Gorla, fermata Gorla, ricordando le piccole vittime del bombardamento del 1944 sulla scuola elementare Francesco Crispi.
Tutto questo nei primi dieci giorni di gennaio 2019. Un buon inizio, si direbbe. No?
Immagine di copertina di Claudia Pajewski