Christopher Plummer gran protagonista di “Remember”, thriller psicologico di Atom Egoyan dove si progettano vendette contro criminali da lager. Ma non solo
Batte bandiera tedesco-canadese Remember, nuova incursione nei territori “noir” del regista 55enne Atom Egoyan, cairota di nascita, di origine armena e ben presto adottato da Toronto, la cui già lunga carriera internazionale nasce a metà anni 80 e si consolida col Premio della critica al Festival di Cannes per il film Exotica (1994) seguito da vari altri riconoscimenti, da Berlino a Locarno, da Venezia a Mosca.
Nuova incursione nel mistery per immagini come le sue altre più recenti prove, il cupo, pessimistico, ben diretto e recitato Devil’s Knot, storia di un rapimento di bambini in una cittadina americana, e il quasi fantasy The Captive, incentrato sulla dubbia scomparsa della protagonista Cassandra. Del resto nel passato di Egoyan, regista di grandi capacità narrative e visionarie, c’è un film come Il dolce domani, vincitore del Premio Speciale della Giuria a Cannes e due volte “nominato” all’Oscar (1997) che ruota intorno alla tragedia misteriosa di un gruppo di bambini morti in un bus che sprofonda nelle acque di un lago ghiacciato solo all’apparenza.
Remember è però soprattutto un film di attori, protagonista l’86enne convincente Christopher Plummer, che ha al suo attivo oltre 200 credits in più di 60 anni di carriera tra cinema e tv, ma l’Oscar l’ha vinto solo molto di recente, nel 2012 per Beginners. E accanto a lui ruotano Martin Landau, divo di Star Trek ma anche di più di un film “serio” di Woody Allen, Bruno Ganz, icona del cinema impegnato europeo, il berlinese Jürgen Prochnow interprete versatile condannato periodicamente al ruolo del tedesco, preferibilmente nazi, dagli esordi in U-Boot (1981) in poi, e il più giovane e bravo Dean Norris, già nel cast tv di Breaking Bad.
In un ricovero per malati gravi, di corpo e ancor più di cervello, si costruisce il “complotto” di Zev (Plummer), definitivamente destabilizzato dalla recente scomparsa dell’amata consorte e del suo amico Max (Landau) reduce paralizzato di un lager hitleriano e ancora deciso, 70 anni dopo, a vendicarsi. Costretto sulla carrozzella, organizza un diabolico piano per rintracciare l’aguzzino che aveva distrutto la sua famiglia, e probabilmente quella del sodale destinato a trasformarsi in bounty killer.
L’ex gerarca, però, si cela negli Usa sotto mentite spoglie, assai difficoltose da trovare, ma sulle sue tracce si pone all’opera il quasi 90enne, malfermo e spesso mentalmente sconnesso, Zev, che inizia a peregrinare tra States e Canada alla ricerca del fantomatico Rudy Kurlander: ne trova in realtà più di uno, fino alla sorprendente (e non troppo convincente) soluzione finale, dove le carte tra carnefici e vittime finiscono per mescolarsi, in qualche modo anche spiazzando lo spettatore, forse più per esigenze thriller che per riflessione storico-psicologica.
Remember è senza dubbio il più gerontofilo film “on the road” visto di recente, centrato, con qualche ironica digressione, sul tema della sopravvivenza più che su quelli del dolore e del ricordo (e infatti Lev è il più smemorato “vendicatore di crimini e di traumi della memoria” che si possa immaginare), attento allo scavo dei personaggi e meno alla pittura d’ambiente, che resta sempre sullo sfondo: in tal senso usa al meglio il suo “materiale d’attori”, impegnati, date le caratterizzazioni quasi in bilico tra vita e morte, in un lavoro interpretativo controllato, essenziale, improntato a un’espressività asciutta, di sguardi e piccoli gesti, volta a togliere ogni risvolto superfluo.