La francese Céline Sciamma (“Tomboy”, “Diamante nero”) mette in splendide immagini l’appassionata relazione tra la nobile Héloise, promessa sposa a un ricco milanese e Marianna, la sua pittrice “di matrimonio”. Che scoprendo, prima di nascosto, la sua bellezza per dipingerla, stringe poi con lei un legame fatto di sintonia, parole, infine gesti d’amore. Miglior sceneggiatura al Festival di Cannes 2019
Quante artiste prima di Frida Kahlo si possono ricordare, nominare nella storia della pittura? Nel 1770, quando il film è ambientato, le opportunità erano scarse, e, secondo le ricerche della 41enne regista francese Céline Sciamma (Tomboy, Diamante nero), principalmente limitate a dipingere altre donne. Ecco come Marianna (Noémie Merlant) arriva a svolgere l’incarico insolito di cui il film tratta: Héloïse (Adèle Haenel), figlia di una contessa (Valeria Golino), è stata richiamata dal convento dopo la morte di sua sorella, e promessa sposa di un facoltoso uomo milanese. Per rendere la cosa ufficiale, la contessa commissiona un ritratto di matrimonio, di nascosto, dando istruzioni a Marianna di osservare la figlia ribelle, ma dipingendo in privato.
Sciamma svela Héloïse, come la prima Mrs. de Winter nel film Rebecca – La prima moglie di Alfred Hitchcock, inizialmente attraverso indizi sul suo personaggio e poi visivamente, in un puzzle fatto insieme di riccioli biondi intravisti sotto un mantello con cappuccio e di lobo dell’orecchio visto di lato. È un modo quasi cubista di presentare qualcuno sullo schermo. Una delle cose meravigliose della Merlant, l’attrice che interpreta la pittrice, sono i suoi occhi straordinariamente grandi, curiosi e che consumano tutto. Lei incarna lo sguardo femminile, studiando avidamente ogni dettaglio di Héloïse, che deve fermare nella memoria e dipingere in segreto.
Questa messinscena rende Héloïse inizialmente misteriosa, ma in pochissimo tempo le due donne raggiungono una sorta di parità. Héloïse è una donna mentre Marianna non ha titolo, ma la Sciamma porta un senso di modernità nella loro amicizia. Senza rendersi conto del motivo per cui Marianna sembra guardarla così da vicino, Héloïse risponde alla forza della sua considerazione. E così inizia un’attrazione magnetica. La ricompensa per tutte le tensioni sessuali del film si rivela in gran parte intellettuale, passa principalmente attraverso le parole piuttosto che per qualche torrida scena d’amore. Per esempio, dopo che Marianna ha confessato il vero scopo della sua frequentazione Héloïse esamina il dipinto e mette in discussione la somiglianza. “Ci sono regole, convenzioni, idee”, spiega Marianna, riferendosi alla tradizione della ritrattistica francese, sebbene questa frase possa anche descrivere il patriarcato in cui sono nate entrambe.
Come figlia di una contessa, Héloïse ha due opzioni: sposarsi bene e proteggere la sua nobiltà o entrare nel convento, percorso intrapreso prima della morte della sorella. Ma dopo aver trascorso diversi pomeriggi con Marianna, Héloïse sorprende sua madre accettando di posare: a quel punto la contessa scompare per cinque giorni, lasciando le due donne sole, con la sola compagnia dalla domestica Sophie (Luana Bajrami). Improvvisamente libera dalla supervisione, la coppia trova l’opportunità di agire sui sentimenti che si sono accumulati tra di loro. Sophie ora rivela un suo segreto: è incinta di tre mesi e deve affrontare la situazione rapidamente. Anche se distoglie la nostra attenzione dalla storia d’amore fumante, questa sotto-trama rafforza il tema centrale del film: finché la società dominata dagli uomini priva le donne di scelta, con chi sposarsi, se avere figli, o come devono essere rappresentate le loro vite nell’arte, non può mai esserci uguaglianza, e tanto meno libertà.
Verso la fine di Ritratto della giovane in fiamme, premiato per la miglior sceneggiatura originale all’ultimo Festival di Cannes, Héloïse trova il coraggio di chiedere se Marianna dipinge mai modelle nude. Quando i vestiti si tolgono, si trova più intimità nel parlare a letto che negli atti che lo precedono. Ecco cosa significa per la Sciamma lo sguardo femminile: guardare le superfici del passato nel tentativo di catturare emozioni più profonde. La pittura di Marianna può aderire a una certa tradizione, oggettivando la bellezza e la compostezza del suo soggetto, ma il film che lo circonda rivela come, agli occhi degli altri, queste donne si sentano viste per quello che sono veramente.
Ritratto della giovane in fiamme, di Céline Sciamma, con Noémie Merlant, Adèle Haenel, Valeria Golino, Luana Bajrami, Cécile Morel