Contemporanea, che Divertimento!

In Musica

Non solo concerti: Rondò, il festival organizzato da Sandro Gorli con l’orchestra Divertimento Ensemble, anche quest’anno propone numerosi appuntamenti: concorsi, workshop, incontri informali con i musicisti, percorsi dedicati ai più piccoli. Una messe di iniziative che coinvolgerà nell’arco del 2019 i fans della musica della seconda metà del Novecento e oltre. Si inizia stasera all’Auditorium San Fedele

Un pantagruelico catalogo di iniziative: concorsi, workshop e concerti, quello che Divertimento Ensemble propone al pubblico milanese anche quest’anno. La stagione di Rondò 2019, che si inaugura stasera all’Auditorium San Fedele, promette un programma a dir poco attraente che vede protagonista una generazione di giovani compositori. Proprio la grande attenzione rivolta al mondo dei giovani è una delle caratteristiche che  guidano le scelte di DE (e di Sandro Gorli, suo infaticabile direttore artistico), in prima linea nell’offrire spazio alla loro formazione e promozione attraverso una ricca messe di eventi che lo rende una realtà unica e insostituibile per la scena musicale locale: non soltanto un ensemble di musicisti ma una vera e propria officina di musica contemporanea. Ciò che la muove è un nobile intento di promozione culturale che risulta oggi uno sforzo tanto più prezioso in quanto abitudine ormai in via d’estinzione nel nostro arido panorama nazionale.

Gli ultimi anni in particolare hanno visto crescere esponenzialmente il numero di attività formative previste da Divertimento Ensemble, tanto da portare, nel 2017, alla fondazione di IDEA (International Divertimento Ensemble Academy), che si occupa di coordinare il grande numero di corsi e concorsi per i giovani musicisti – direttori d’orchestra, pianisti, cantanti, percussionisti. Lungi dall’essere rivolte soltanto agli studenti, queste iniziative sono costruite in vista di un concerto finale che, pur rimanendo un’importante esperienza per gli esecutori, è anche un’occasione di ascolto interessante per il pubblico, di scoperta di interpreti e di un repertorio avulso dalle sale da concerto. Per fare un esempio basti pensare che, nell’ambito di “Call for young performers” per pianoforte diretto da Maria Grazia Bellocchio, l’anno scorso si è potuta ascoltare, alla GAM di Milano, l’esecuzione integrale della vasta e variegata produzione pianistica di Ligeti in tre incontri memorabili per chi vi ha partecipato.

Gli sforzi volti alla differenziazione dell’offerta fanno sì che anche ai compositori vengano dedicati numerosi bandi, tra concorsi e workshop con importanti maestri, quest’anno tenuti da figure del calibro di Helmut Lachenmann, Stefano Gervasoni o Olga Neuwrith. Per i curiosi, queste sono tra le occasioni di ascolto più interessanti, perché danno la possibilità al pubblico di confrontarsi con lavori inediti di autori promettenti. È bello riscoprire il piacere di assistere a qualcosa di inaudito – una volta tanto non la solita opera misconosciuta del Verdi giovanile – e lasciarsi affascinare dal nuovo e dal diverso da noi stessi in un mondo che, forse, tende a guidare le nostre scelte e i nostri gusti più del dovuto.

Troppo lungo sarebbe elencare di seguito tutte le attività che DE promuove; ciò che preme sottolineare invece è come, attraverso queste, l’organico stia svolgendo un servizio che va ben oltre l’ordinaria promozione della propria stagione. Proprio perché la musica contemporanea fatica a trovare uno spazio e un pubblico abituali v’è bisogno di un impegno di divulgazione. Con il formato di “Happy Music”, per esempio, si è escogitato il modo per parlare di musica in modo informale e leggero a più persone possibile e, parimenti, attraverso il coro Le Nuove Voci si dà a chi non è musicista l’opportunità di misurarsi con la partitura. Per il terzo anno consecutivo, infatti, è stata commissionata un’opera composta espressamente per coro e  ensemble.

DE, inoltre,  è entrato dal 2018 a far parte di DYCE, un concorso di composizione europeo gestito in collaborazione con altri tre ensemble residenti in altrettante città del continente, Tallin, Siviglia e Oslo, cercando di proiettarsi in una dimensione il più possibile internazionale.

Tutto ciò fa da corollario alla tradizionale stagione concertistica che sta per essere inaugurata, anche questa fonte di interessanti proposte, particolarmente quest’anno, che concede uno spazio maggiore all’esecuzione di numerose prime assolute. Dei quattro compositori presentati al concerto d’apertura, sia Daniele Ghisi che Giovanni Bertelli sono stati, in passato, compositori in residence per Rondò e l’idea di eseguire nuovamente brani di autori così giovani è forse una delle più gradite tra tutte poiché dà al pubblico la possibilità di familiarizzare con un repertorio per il quale un secondo ascolto, spesso, è ben più eloquente del primo.

Ad affiancarli sono stati scelti un pezzo di Francesco Filidei e, come d’usanza, uno del compositore in residence selezionato per la presente edizione, ovvero Diana Soh, malese di origine ma dal profilo assolutamente internazionale, vantando anni di studio a Buffalo e Parigi. Nei suoi lavori è percepibile l’esperienza formativa legata all’Ircam, rispecchiata da una musica timbricamente fine e sintatticamente piuttosto frammentata e nervosa. Si nota, a un primo sguardo, come la scelta di questi autori mostri una predilezione per la musica dell’area francofona, comunemente considerata oggi il faro della composizione in Europa.

Da ultimi non si possono non citare i due importanti omaggi a Mauricio Kagel e a György Kurtág, compositori che non hanno bisogno di presentazioni.

Un sottile fil rouge tiene legata la sedicesima edizione di Rondò: la voce, “strumento” tutt’altro che secondario nella musica contemporanea,  che sarà presente in numerose partiture e concerti della stagione.

 

Immagine di copertina © Giovanni Daniotti

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