Una stagione ricca di eventi (molti indirizzati alla scoperta e valorizzazione di giovani compositori e strumentisti) quella che Sandro Gorli con il suo Divertimento Ensemble ha concepito per l’anno in corso. Le lezioni in concerto di Alessandro Solbiati dedicate ai grandi maestri di contemporanea (Kagel, Kurtàg, Vivier, Sciarrino, Donatoni, De Pablo), il piccolo ma prezioso festival WeekIDEA, le serate destinate ai solisti dell’Ensemble. Si comincia mercoledì 24 gennaio, con un programma speciale e suggestivo che mette in successione cronologica 5 pezzi scritti negli ultimi 50 anni
Dopo il tumulto delle feste, dopo le scorpacciate non solo di tutto ciò che edibile ma anche di jingle festosi e canzoni natalizie, ci pensa Divertimento Ensemble a risintonizzare mente e orecchie sul panorama musicale contemporaneo. Con la rassegna Rondò 2024 si apre un nuovo capitolo nella storia di uno degli ensemble italiani più longevi tra quelli che si dedicano al repertorio moderno. Le proposte presentate sono varie, costruite facendo tesoro delle edizioni passate e pensando sempre a nuove esperienze che siano stimolanti per musicisti e ascoltatori.
Una novità di questa edizione, inserita apposta per un maggiore coinvolgimento del pubblico, sono le Cinque lezioni di musica d’oggi tenute da Alessandro Solbiati, ex insegnante al Conservatorio di Milano e ora docente del corso di perfezionamento di composizione all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Solbiati analizzerà, in incontri di un’ora che precedono i concerti, cinque partiture di autori noti presenti nei vari programmi della serata (Beat Furrer, György Kurtág, Claude Vivier, Franco Donatoni e Luis de Pablo), svelandone gli aspetti più nascosti e più utili alla comprensione.
Sandro Gorli (foto @ Giovanni Daniotti)
Accanto alla musica di compositori già affermati non mancherà quella di un gran numero di autori emergenti. D’altronde, come ricorda anche il direttore artistico e musicale Sandro Gorli, proporre giovani musicisti con qualità e potenzialità che meritano di essere conosciute è una delle linee che guidano da sempre la programmazione di Rondò. Alcuni compositori sono inseriti in programma poiché i loro lavori sono stati scelti come i migliori prodotti durante i Laboratori organizzati da Divertimento (ad esempio Pierre Relano e Zihan Wu), altri invece sono stati chiamati a scrivere dietro invito dello stesso ensemble. Questi ultimi (Marco Benetti, Vincenzo Parisi, Matteo Tundo) sono sì emergenti ma anche già vincitori di premi internazionali. «I musicisti ospiti e molti altri progetti» spiega Gorli «sono tutti modi per dare visibilità ai giovani che crediamo debbano e possano emergere. Proponendo i loro lavori otteniamo due risultati: sosteniamo quei giovani nel loro lavoro, nella loro ricerca, e offriamo al nostro pubblico le idee che riteniamo più innovative e ricche di possibilità di sviluppo».
Legata a questo proposito è specialmente la WeekIDEA (International Divertimento Ensemble Academy) nel mese di maggio, una sorta di piccolo festival autonomo all’interno di Rondò, novità dello scorso anno che viene riproposta ma stavolta quasi raddoppiata nel numero di eventi e di musicisti presentati. Oltre ai quattro concerti conclusivi dei Laboratori per giovani compositori (tenuti dal percussionista Elio Marchesini, dalla pianista Maria Grazia Bellocchio, dall’euphonista Marina Boselli e dalla chitarrista Elena Casoli), nei due fine settimana di maggio ci saranno anche i cinque concerti conclusivi dei Call for Young Performers, tre di pianoforte e due di canto.
Maria Grazia Bellocchio (foto @ Alberto Panzani)
Fra i numerosi musicisti ospiti spiccano i pianisti Dmitry Batalov e Zane Rubesa (distintisi nelle precedenti Call), il direttore statunitense Leonard Bopp e l’ensemble danese Neko3 sostenuto dal progetto Young Ensemble del network Ulysses, impegnato a presentare il 28 giugno per la prima volta a Milano un importante lavoro di Alexander Schubert: Angel Death Traps (2021-2023), ciclo di canzoni per tre esecutori, luci ed elettronica incentrato sul processo di fusione tra corpo e tecnologia che nella nostra epoca avanza sempre di più.
Altri appuntamenti che meritano di essere segnalati sono il viaggio nella poesia di Pier Paolo Pasolini del 31 gennaio; la performance del 21 febbraio di Having Never Written a Note for Percussion (opera di James Tenney) nella versione presentata da Elio Marchesini, Renato Taddeo, Stefano Giudice e l’artista Chiara Crepaldi, già annunciata come un’esperienza sensoriale di grande forza e impatto; il concerto del 13 marzo impaginato da Daniele Ghisi, con i quattro Ricercare di Paolo Aralla intrecciati alle sonorità degli anni della cosiddetta “Avanguardia”; infine STAGE, programma per clarinetto e clarinetto basso, in cui il solista Riccardo Acciarino proporrà una varietà di brani che spaziano dalla versatilità espressiva dello strumento acustico all’interazione elettroacustica con cassa Bluetooth, loop station, fino ad arrivare al mondo dei sensori.
Elio Marchesini (foto @ Giovanni Daniotti)
Prima di allora, l’appuntamento iniziale è quello di mercoledì 24 gennaio con il concerto inaugurale, per cui è stata compiuta la scelta di eseguire cinque pezzi seguendo un ordine cronologico: idea volta a sollecitare nel pubblico una riflessione sul rapporto tra i rapidi ed evidenti cambiamenti degli ultimi 50 anni avvenuti nella società e le diverse forme in cui si manifesta la creatività, influenzata soprattutto dallo sviluppo della tecnologia. In programma Akanthos per soprano e ensemble (Jannis Xenakis), Tre paesaggi (Fabio Nieder), Le parfum de la lune per violino e ensemble (José Manuel López López), Recitativo y Aria per soprano e ensemble (Hugo Gómez-Chao Porta). In chiusura Agenor linea di Matteo Tundo, classe 1992 e neodiplomato all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che è il Compositore in Residence di quest’anno.
In copertina: foto @ Giovanni Daniotti