Fino al 28 aprile in scena all’Elfo Puccini la nuova produzione di Carrozzeria Orfeo. Nella drammaturgia di Gabriele Di Luca con la consulenza filosofica di Andrea Colamedici (Tlon) al centro il mondo dei ricchi. Surreale ai limiti della realtà.
Nessuno salva nessuno e da sempre le guerre si ripetono.
Così è l’uomo.
Homo homini lupus.
È un melting pot il nuovo spettacolo di Carrozzeria Orfeo, la psicanalisi che si mischia con il potere e l’informazione. L’immagine sociale che collide con la vita privata segnata da ferite da cui si fa fatica a staccarsi.
Un percorso di riabilitazione condotto da un coach in un rehab di lusso per ricchi che gravita nello spazio (scene e luci di Lucio Diana) e costruito come un tempio giapponese diventa lo scenario grottesco – nessun accenno lì dentro alla mancanza di forza di gravità, semmai più una sorta di grande fratello – per riflettere sulla società contemporanea di chi influenza. E manipola perché <<le masse si fanno manipolare>>.
Un’artista, una cantante dai milioni di visualizzazioni e soldi, pseudo femminista viene attaccata in maniera feroce sui social, subisce minacce e body shaming e il suo corpo perfetto subisce lo sberleffo – mediatico e non – di invidiosi e invidiose. L’iconica popstar si fa portavoce di battute politicamente scorrette, ma proprio perché non corrette, profondamente realiste. Nel frattempo riflette sulla mancanza di solidarietà tra donne che finiscono per rispondere alle stesse e basse logiche maschiliste.
<<L’avete mai visto un organo sessuale femminile riprodotto sui muri?
No. Non sapreste neanche come disegnarlo.>>
E per questo indice un concorso d’arte a tema e chi non ha mai vinto niente davvero nella vita da infante e adolescente le chiede una possibilità di riscatto. Vincere qualcosa per la prima volta diventa così un modo per riparare un vuoto del passato.
La mancanza d’amore, il tradimento dell’amore e la sofferenza dell’amore.
Spietato, cinico, violento essere uomini, dover diventare adulti, ovvero bambini che devono prendere decisioni. Traditi e traditori.
Industriali spregiudicati alle prese con farine biologiche e soluzioni per minimizzare gli impatti di incidenti con vittime stringono affari soprattutto con il mercato asiatico, impudenti affaristi “spin doctor” abili nello scatenare tempeste mediatiche attraverso fake news si trovano faccia a faccia nello spazio sospeso con le dipendenze con cui hanno anestetizzato il dolore.
Un padre (Sergio Romano) che ha da sempre amato un altro uomo – l’attuale fragile, sensibile e forte compagno (Roberto Serpi) – si ritrova alle prese con la dipendenza da sostanze stupefacenti, una ex moglie e una figlia ai suoi occhi ribelle (partecipazione video di Elsa Bossi, Sofia Ferrari e Nicoletta Ramorino), mentre lo spettro del parkinson avanza; la pop artist (Alice Giroldini) cerca di ricucire la sua anima spezzata anche e soprattutto dal tradimento della madre e per sedare l’ansia ricorre a psicofarmaci e sonniferi. Trova conforto nella figura di una suora dalla quale si distaccherà, ma quando riceverà un suo insegnamento sarà troppo tardi.
Un uomo che non scende a patti con la sua fragilità (Ivan Zerbinati), se non per un istante, è obbligato a tentare di trasformare il suo cameriere (bangladese, di rango inferiore), appassionato di scienza e natura, in un influencer ricco (Sebastiano Bronzato).
Un coach (Massimiliano Setti) serafico che cita spesso Freud, riesce a mettere tutti davanti a sé stessi, ma fallisce quando decide di farsi facilitatore di dialogo per accordi di pace tra i potenti del mondo.
C’è l’intelligenza artificiale – voice over – che accoglie con voce suadente gli ospiti in questa clinica del lusso nello spazio, fa sentire accolti, ricorda che gli atomi sono infiniti, aleggiano intorno a noi, quelli di tutti, dittatori compresi e la parola entusiasmo significa avere un dio dentro di sé.
E mentre il timbro caldo avvolge, pronuncia le verità più nichiliste. In fondo, il tutto e il nulla coincidono.
Nel frattempo di fronte all’esplosione/implosione dell’umanità su sé stessa ognuno cerca la propria soluzione. Chi indefesso dallo spazio non si arrende e si può permettere l’acquisto di un bunker in Svezia, chi decide di far vincere l’amore abbracciandosi sul finire del mondo, chi invece si salva restando in orbita.
I più puri, la star e il cameriere appassionato di scienza sono coloro che davvero potrebbero far rifiorire la vita, ma che cosa succederebbe poi se la storia si ripetesse sempre uguale come un videogioco violento di sopraffatti e sopraffattori?
Foto di Manuela Giusto