“Il segreto del suo volto” rilancia l’ottima coppia Christian Petzold (regista) – Nina Hoss (attrice) in un dramma familiare nella smarrita Germania post-bellica
Per puro caso, tempo fa vidi La scelta di Barbara del regista tedesco Christian Petzold, una storia scarna ma potente, ambientata nella Germania Orientale poco prima della caduta del Muro, che nel 2012 vinse l’Orso d’Argento al Festival di Berlino.
E senza quasi farci caso mi sono innamorata degli ampi paesaggi del film, dei molti silenzi e soprattutto di una protagonista emozionante come Nina Hoss, sostenuta splendidamente da Ronald Zehrfeld. In Il segreto del suo volto si ricompone la stessa squadra, alla quale si aggiunge l’attrice Nina Kunzendorf, con ottimi risultati.
Nel film, che si apre sulle note della bellissima Speak Low, la canzone scritta da Kurt Weill con il poeta americano Ogden Nash, la protagonista è una giovane ebrea, Nelly Lenz, sopravvissuta al campo di concentramento ma con il volto sfigurato. Con l’aiuto dell’amica Lene, la donna si sottopone a una plastica facciale.
Quando il chirurgo le offre la possibilità di avere un volto diverso, quasi come viatico verso un nuovo inizio, Nelly però rifiuta: lei vuol tornare quella di prima, quella ritratta nelle vecchie fotografie conservate da Lene.
E per Nelly il primo passo verso la normalità è ritrovare il marito Johnny, il cui ricordo l’ha sostenuta per tutta la prigionia. Lene cerca di dissuaderla, di convincerla a lasciare la Germania per la Palestina, ma Nelly non si arrende fino a quando non lo scova in un locale notturno, il Phoenix (titolo originale del film, chiara indicazione d’intenti).
Johnny, certo che la moglie sia morta, non la riconosce ma scorge in Nelly una somiglianza tale che le propone di spacciarsi per se stessa al fine di entrare in possesso della cospicua eredità lasciata dai familiari, tutti morti nei campi.
È forse nel momento in cui Nelly decide di prestarsi a questo inganno che mi sono trovata di nuovo presa dall’incanto provato in La scelta di Barbara. E ho ritrovato la grande sensibilità e profondità di Nina Hoss e Ronald Zehrfeld nel costruire i loro personaggi.
Nelly è una donna che ha un solo desiderio, essere riconosciuta da Johnny, perché solo in questo modo può tornare a esistere veramente. Dentro di lei non c’è più niente, solo uno spazio devastato, vuoto, che lui inconsapevolmente riempie mostrandole le fotografie dei parenti, insegnandole a camminare di nuovo con sicurezza, comprandole abiti che ne svelano il corpo ed eleganti scarpe parigine che le ridanno slancio.
Ma se Nelly ritrova man mano la sua identità, Johnny procede in senso inverso: indurito dall’esperienza della guerra, da una coscienza forse offuscata dal tradimento, ha sostituito l’istinto di sopravvivenza all’umanità. A ogni nuova evidenza dell’identità della donna accanto a sé oppone un rifiuto, soprattutto a se stesso, a colui che è stato, al sentimento provato per la moglie.
Perché nella Berlino devastata del dopoguerra non c’è più spazio per i sentimenti, i bisogni sono primari e Johnny si aggrappa a questi bisogni per non perdersi.
Nelly, Johnny e Lene sono dei sopravvissuti che cercano in modi diversi di ritrovare la normalità in un paese anch’esso alla ricerca di una nuova identità per superare le atrocità commesse. Per Nelly, all’inizio è l’amore la risposta, per Johnny la fede in un materialismo che ha bisogno di disumanizzarsi, per Lene un progetto più vasto, l’arrivo in una terra nuova, la Palestina, dove dimenticare la Germania che l’ha tradita e ritrovare la vita. Ma paradossalmente è proprio il suo desiderio quello che si rivela più fragile.
Nina Hoss, Roland Zahrfeld e Nina Kunzendorf sono bravissimi. I loro volti hanno la capacità di esprimere lo smarrimento senza forzature e con pochi tratti, leggere ombre sul viso, lacrime impercettibili.
Ma è soprattutto l’alchimia fra i due attori principali a diventare il vero collante del film, salvandolo da una certa improbabilità (è davvero possibile che Johnny non riconosca la moglie dopo giorni di vita a stretto contatto?) e tenendolo vivo fino alla scena finale, in cui la tensione degli sguardi rispecchia l’interrogativo senza risposta contenuto nella strofa conclusiva di Speak low: “E’ tardi amore, è tardi. Scende il sipario, tutto finisce troppo presto. Io aspetto amore, aspetto. Ma tu parlami piano, parlami d’amore, ora”.
Il segreto del suo volto di Christian Petzold con Nina Hoss, Ronald Zehrfeld e Nina Kunzendorf