A 10 anni dal successo di “LOL” con Sophie Marceau, la regista Lisa Azuelos racconta nel suo nuovo “Mon Bebè” uno spaccato familiare simile al suo: la 17enne ragazza pronta nel film a volare in Canada è la sua vera figlia Thais Alessandrin, che ha avuto identico tragitto; e come la protagonista Sandrine Kilberlain, pure lei ha passato gli ultimi mesi prima della partenza a riprenderla col cellulare
A dieci anni dall’uscita del suo film di maggior successo, LOL – Il tempo dell’amore con Sophie Marceau, torna Lisa Azuelos con un film in cui propone un ritratto realistico e genuino dei ragazzi d’oggi. Nella sua ultima opera Mon bébè (Selfie di famiglia, com’è purtroppo stato tradotto in Italia), la 53enne regista francese ci propone un tenero ritratto familiare che ruota intorno a una tematica molto attuale, l’abbandono del nido materno da parte dei giovani adulti.
Héloise (Sandrine Kiberlain) è una madre divorziata con tre figli che gestisce un ristorante alla moda di Parigi: vive in una casa accogliente e meravigliosa nel cuore della città, e da quando Lola (Camille Claris), Théo (Victor Belmondo) e Jade (Thais Alessandrin) erano piccoli non ha più avuto una storia duratura con un uomo ma solo rapporti occasionali, era sempre troppo concentrata nella relazione con i bambini. Adesso, Jade, la terza e più piccola, ha 17 anni ed è pronta a lasciare il nido per proseguire gli studi in Canada, finite le scuole superiori. La storia ruota tutta intorno alla separazione imminente dall’ultima figlia che ancora condivideva le mura di casa con Héloise. In uno sforzo, impossibile e tenero, di fermare il tempo, la donna decide di non perdersi quegli ultimi momenti insieme, ma di renderli ricordi immanenti filmando col suo telefono mobile gli attimi quotidiani della figlia e più in generale della famiglia.
Dunque, si torna alla domanda: cosa fare della propria vita quando i figli sono cresciuti e se ne vanno? Héloise incarna una tipica figura genitoriale d’oggi, che non sa affrontare la perdita (metaforica) della figlia, ha paura di lasciarla andare e ha concentrato così tante energie su di lei che s’immagina, una volta partita, di non avere più uno scopo. Il rischio che Héloise, come tante madri, esaurisca la sua individualità al servizio del suo bene più prezioso – l’accudimento e la crescita dei figli – è alto, e lo si nota dalla disperazione che la assale quando lei perde il cellulare in cui ci sono i filmati degli ultimi mesi, in cui ha ripreso Jade fare colazione, studiare e altro. Rappresentano gli ultimi istanti passati insieme, e saranno presto solo un ricordo, ma a loro potrà aggrapparsi nei momenti di solitudine che dovrà affrontare: c’est la vie.
Il film, senza grandi pretese, vuol essere la condivisione di un momento, di un sentimento legato al rapporto che una madre ha coi suoi figli, il tutto reso ancora più toccante dalla scelta di inserire nel cast la propria figlia biologica, Thais Alessandrin. In più Azuelos ha l’età della protagonista, e lei stessa ha confermato quanto di autobiografico ci sia nella pellicola: “Un film che parla d’amore”, così lo definisce la regista, spiegando come sia nato proprio quando sua figlia, in procinto di partire per il Canada, è diventata la protagonista di riprese familiari entro le mura domestiche, per raccogliere più momenti significativi possibili.
Dunque si racconta una storia vera, di una madre talmente legata alla famiglia e ai figli da non riuscire a trovare altro modo per superare il distacco che non distaccarsi del tutto, usando una serie di immagini immagazzinate per sempre. Sicuramente questa versione 2.0 dei rapporti può essere utile per farci sentire vicini anche se a distanza di tantissimi chilometri, ma allo stesso tempo ci ha abituato a non vivere davvero la separazione, che oggi ci appare come qualcosa di controllabile. Anche se spesso questa è una piccola grande illusione, ci aiuta a soffrire meno la nostalgia o la mancanza di una persona ormai lontana. La trama del film, poco coinvolgente, vuol essere uno spunto di riflessione sulle modalità relazionali d’oggi tra genitori e figli, senza grandi emozioni, evoluzioni o radicali cambiamenti dei personaggi dall’inizio alla fine: ma va bene così, perché riesce a trasmettere quella tenerezza che fa sorridere sia i figli che i genitori.
Selfie di famiglia – Mon bèbè, di Lisa Azuelos, con Sandrine Kiberlain, Thais Alessandrin, Victor Belmondo, Mickael Lumière, Camille Claris, Mila Ayache, Victor Peters, Lya Oussadit-Lessert