Esistono principi elementari a cui sia possibile ridurre ogni progetto architettonico? La mostra Sempering, al Mudec, cerca di rispondere. E poi: il design dialoga con l’architettura e si riscopre un grande teorico dell’Ottocento. Da non perdere.
La mostra Sempering, ora al Mudec, è stata curata da Cino Zucchi e Luisa Collina nel contesto della XXI Triennale e affronta in modo originale il rapporto dibattuto tra architettura e design. Il nome del progetto sintetizza in una parola gli intenti della mostra: “Sempering” è un omaggio all’architetto tedesco Gottfried Semper, autore de I quattro elementi dell’architettura, opera del 1852 ma ancora capace di orientare la critica contemporanea. In questo saggio, Semper raccoglie la lezione delle scienze naturali e usa un approccio simile a quello dell’anatomia comparata per tracciare una storia dell’architettura nelle diverse culture. L’esito dello studio è l’individuazione di quattro elementi generatori di ogni edificio: il focolare, il tetto, il recinto e il terrapieno. A ognuno dei quattro elementi, l’architetto associò dunque altrettanti saperi tecnologici, fondamentali per la definizione di un’abitazione: al focolare, per esempio, fu associata l’arte ceramica, al recinto la tecnica dell’intreccio e della tessitura. A influenzare la riflessione di Semper, giocò un ruolo fondamentale l’esposizione universale tenutasi a Londra nel 1851. In quell’occasione furono portati all’attenzione dell’Europa manufatti esemplari delle culture di tutto il mondo, tra cui la riproduzione di una capanna tradizionale caraibica, nella quale Semper ritrovò la sintesi più semplice ed efficace della sua teoria.
La mostra di Zucchi e Collina approfitta della prossimità con l’EXPO milanese per riscoprire ed espandere il contributo di Semper, usando un approccio simile a quello del teorico tedesco per mettere in luce le ultime tendenze dell’architettura e del design. Le quattro categorie di Semper sono dunque raddoppiate e la mostra si articola in otto momenti, dedicati ad altrettanti temi. Oggetti di arredo e manufatti artistici fanno da contrappunto alle immagini di decine di progetti di architetti contemporanei che condividono di volta in volta l’attenzione per un particolare tema costruttivo. Delle otto parole chiave della mostra, quattro si riferiscono a principi intuitivi della pratica architettonica: “impilare” elementi modulari, “connettere” parti diverse per creare una struttura, “disporre” gli elementi di un rivestimento e “plasmare” forme plastiche grazie all’uso di tecniche particolari. Altrettante sono però le voci che suggeriscono approcci più sperimentali: “tessere”, “piegare”, “soffiare” e “incidere” sono operazioni sempre più comuni in architettura, che trovano applicazione specialmente nelle facciate e nell’ambito delle strutture temporanee. Parallelamente a questo percorso, il visitatore potrà osservare da vicino prototipi di alto artigianato insieme a oggetti generati con le più recenti tecniche di stampa 3d. Così come per gli esempi architettonici, sedute, mobili, accessori e suppellettili testimoniano una grande varietà di approcci alle esigenze di un design intelligente, impegnato a trovare il giusto connubio tra espressione estetica e tecnologia produttiva.
La mostra Sempering, prende dunque le mosse dall’opera di Gottfried Semper ma non consiste in un excursus storico per soli addetti ai lavori. Al contrario, Sempering è una celebrazione dell’arte di fare le cose e si concentra sul lavoro dei progettisti di oggi, nomi poco noti al grande pubblico ma capaci di soluzioni di grande sensibilità. Pur articolandosi in uno spazio relativamente ridotto, la mostra raccoglie numerosi documenti e oggetti che sapranno parlare all’architetto così come al visitatore curioso.
Sempering, a cura di Luisa Collina e Cino Zucchi, Mudec, fino al 12 settembre.
Immagine di copertina: un muro dell’architetto spagnolo Pol Femenias è portato come esempio originale di “stacking”: un numero ridotto di elementi semplici permette di generare geometrie complesse e sorprendenti.