Silvio Soldini ha portato sullo schermo con un’ottima protagonista (Elisa Schlott) il libro di Rosella Pastorino “Le assaggiatrici”, vincitore del premio Campiello. Racconta come un gruppo di cittadine tedesche siano state scelte e obbligate dal governo nazista a far da cavie per evitare l’avvelenamento del Fuhrer. Compito mortalmente rischioso ma anche ambito nel 43, tempo di guerra e di fame in un paese sotto i bombardamenti. Un film d’epoca che coniuga emozioni e rigore, dettagli e sensibilità
Germania, autunno 1943. La berlinese Rosa è appena arrivata a Rastenburg, in quella che è ancora Prussia orientale, e non sa che sta per diventare vedova. Intorno a lei nessuno sembra consapevole che la Germania ha già iniziato a perdere la guerra. Quello che tutti sanno molto bene è che l’ampio tratto di foresta che è stato disboscato a due passi dalla cittadina ospita la cosiddetta Tana del Lupo, quartier generale di Hitler sul fronte orientale. Tutti sanno anche quanto sia difficile riuscire a trovare qualcosa da mangiare, nella capitale tedesca soprattutto, flagellata dalle bombe alleate, ma ormai anche nelle campagne. Per questo il lavoro di assaggiatrice ufficiale agli ordini delle SS, per scongiurare il pericolo che Adolf Hitler possa essere avvelenato, presenta più di un vantaggio.
Certo, il rischio quotidiano è quello di morire al posto del Führer, ma comunque a nessuna delle sei donne selezionate insieme a Rosa per ricoprire tale ruolo è stata data la minima possibilità di scelta. Una condizione di privilegio, ma anche di enorme tensione, che trasformerà radicalmente l’esistenza di queste giovani donne, costrette loro malgrado a stringere delle relazioni profonde, tra solidarietà e paura, affetto reciproco e possibili rivalità.
La figura di Rosa è ispirata alla vicenda reale di Margot Wölk, una segretaria tedesca che soltanto nel 2012, poco prima di morire, aveva svelato l’esistenza delle “assaggiatrici” al servizio di Hitler, un segreto gelosamente mantenuto per tutta la vita. Rosella Postorino qualche anno fa l’ha fatta diventare protagonista di un romanzo di successo (vincitore fra l’altro del premio Campiello nel 2018) e ora Silvio Soldini l’ha portata sullo schermo potendo contare su un ottimo cast, a partire dalla bravissima Elisa Schlott. Una storia inedita che ha il pregio di raccontare la Seconda guerra mondiale dal punto di vista della gente comune in Germania, dei tedeschi vittime e al tempo stesso complici della follia nazista, concentrando l’attenzione in particolare sul corpo delle donne, ancora e sempre soggiogato e violato.
Per la prima volta nella sua carriera Soldini si è trovato alle prese con un film d’epoca ed è riuscito nella non semplicissima impresa di coniugare rigore ed emozioni, grande attenzione ai dettagli storici e sensibilità. Un film decisamente convincente, a partire dalla scelta di una messa in scena claustrofobica che riesce a dare l’impressione di penetrare all’interno di questo microcosmo oppresso e opprimente, lontano dalla guerra eppure perfettamente in grado di svelarne tutte le dinamiche più perverse e devastanti. Oggi come ieri.
Le assaggiatrici di Silvio Soldini, con Elisa Schlott, Max Riemelt, Alma Hasun, Nicolo Pasetti, Marco Boriero