Esce in Italia il primo numero di ‘Sex Criminals’, crime story a fumetti che scherza sul sesso e reinventa il mito di Bonnie & Clyde
Il primo volume di Sex Criminals di Matt Fraction e Chip Zdarsky è appena uscito in Italia per BAO Publishing. Sia dovuto al clamore della critica statunitense, al visibilio di Time, New York Times e stampa di settore, o alle vendite che lo collocano già fra i best sellers vignettati nel 2014, Matt Fraction, ha siglato con la Universal TV un contratto di due anni per adattarlo al piccolo schermo.
Inizierei, come si conviene, dall’inzio, contraddicendo sulle orme di Gramsci, l’evangelista Giovanni: “In principio era il sesso”. La sinossi è piuttosto semplice: Suzie, bibliotecaria e Jon, impiegato e aspirante attore, scoprono di avere in comune un inopinato potere: durante e dopo l’amplesso possono fermare il tempo. E visto il tedio che assale chiunque durante il periodo refrattario, decidono di cogliere l’occasione e di mettersi a rapinare banche.
I cultori del superoismo d’antan (e d’autrepart), fedeli al precetto di Ben Parker, avranno di che arricciare il naso, viste le irresponsabilità che conseguono a poteri tanto grandi e insoliti.
Di sesso se ne parla senza mai dilibrare, lontani dal birignao intellettuale e dallo sbraco a cui sarebbe facile indulgere. Ma semplicità non è sinonimo di naturalezza e non mancano i cliché. Si tenta di fare un approfondimento psicologico dei personaggi, ma il tentativo riesce a metà. La détournement criminale è introdotta frettolosamente e di suspence, ingrediente di base di qualsiasi crime story, per quanto spuria, non c’è traccia. A destare l’attenzione in fase calante sono di tanto in tanto i dialoghi di Fraction rivolti al lettore, che imbastiscono una struttura parzialmente meta-fumettistica. Un passo in avanti comunque lo si è fatto, dall’erotismo à la Barbieri, in cui la trama era solo un pretesto per l’esibizione del corpo.
Graficamente parlando quello di Chip Zdarsky è un buon lavoro, con qualche trovata felice, penso ai ghirigori di luci nei momenti in cui il tempo si ferma, e qualche altra decisamente infelice, come le vignette occupate dallo screen dello smartphone. La linea di disegno è ordinata e composta, come il tono della narrazione. Nessuna “sublime oscenità”, come la chiamava Moana Pozzi, su nessuno dei due piani perché la carica libertina si risolve in un conato umoristico e disinvolto.
L’appendice dell’albo è ben curata e ospita foto, processi di colorazione e altre curiosità.
Sex Criminals #1 di Matt Fraction e Chip Zdarsky (BAO, 2015, pp. 136, € 14,00)