Siamo qui: comici, spaventati guerrieri

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Il nuovo album di Vasco Rossi è chirurgico, preciso, evocativo. Parla di noi, che dopo due anni di pandemia ci siamo tutti un po’ persi nella vita

Parlare di Vasco Rossi è quasi come parlare di Garibaldi: ha unito l’Italia, tutti lo conoscono, non tutti lo amano, ma tutti lo rispettano. 

Parlare di un nuovo album di Vasco non è facile, perché il consenso nazional popolare che lo accompagna e che viene creato dalla sua potente macchina promozionale quasi impedisce di dire che magari una canzone o un album non ti sono piaciuti. Come fai? Come parlare male della pizza, o della mamma.

Eppure a me gli ultimi album di Vasco Rossi (parlo di quelli da studio, i live sono un campionato a parte) non sono piaciuti. Li trovavo pallide riproduzioni di quello spirito libero e potentemente rock che Vasco aveva così ben rappresentato dagli inizi della sua carriera fino all’inizio del millennio in corso. Mi era piaciuto molto Stupido hotel, pieno di meditazione incazzate sul mondo. Poi basta, da Buoni e cattivi in poi l’ho trovato stanco e con poco grip, quasi come se fosse “costretto” dal suo personaggio a ripetersi nel tempo e nello spazio, senza riuscire a raggiungere la creatività degli anni precedenti.

Poi succede che un mesetto fa sento Siamo qui, e mi viene da pensare subito che è meglio degli altri pezzi: Vasco canta meglio senza strascicare troppo, la chitarra acustica apre bene al bridge elettrico che porta al cuore, del pezzo e dell’anima. E il testo è valido,  mi sembra una foto nitida, parziale ma precisa del momento storico che stiamo vivendo, questa crisi senza fine che ci porta ad essere sempre di più comici, spaventati guerrieri senza un nemico visibile (citazione da Stefano Benni, ovviamente).

E sono qui a dirvi che il disco…è bello! Suono rock diretto, fresco e nervoso come ai tempi d’oro, fin dall’inizio con XI comandamento, dove spicca la frase “Non puoi discuterci con l’ignoranza. Conviene arrendersi, Conviene arrendersi a oltranza”. Quando è in forma Vasco riesce a trovare le parole per trasformare un sentimento in uno slogan, e l’album ne è pieno.

 Tutto il disco suona bene, da L’amore l’amore – rock in quattro quarti leggero e presente che racconta l’ennesima storia di amore e solitudine – a Tu ce l’hai con me, invettiva incazzata contro quelli che senza conoscerlo lo giudicano e lo accusano di qualunque cosa. “Non sono quello che racconti te, io sono molto più difficile” canta Vasco in una battaglia contro le banalizzazioni dei social e delle facili analisi da bar che grazie alle piattaforme diventano pensieri condivisi. “Dimmelo, sei sempre stupido o sei soltanto in bilico?” chiede Vasco al suo hater, andando ben oltre la banale incazzatura e provando a capire perché una persona butta via tempo e vita per odiare qualcuno.

Ci sono anche brani più riflessivi e “dolci”, anche grazie agli arrangiamenti del maestro Celso Valli: fra tutti merita una citazione Ho ritrovato te, parole di autocoscienza dedicate ad un rapporto perso e ritrovato, con suoni acustici che diventano rock ballad fatti apposta per diventare colonna sonora di milioni di storie d’amore che si rompono e si ricompongono. 

E’ un album che suona classic rock, come ha detto lo stesso Vasco in fase di presentazione, suonato con strumenti veri e registrato in Italia durante il secondo lockdown nei primi mesi del 2021. E forse anche questo è uno dei motivi della ritrovata vena creativa, aver registrato di nuovo “a casa” e non a Los Angeles (dove Vasco si rifugia per stare tranquillo, ma che forse lo distacca troppo dalla realtà) e averlo fatto in un periodo di “emergenza”, situazione dove da sempre lui dà il meglio, forse perché lui nell’emergenza c’è nato e cresciuto. 

E se fosse che Vasco è tornato ad essere “chirurgico” nel suo essere preciso ed evocativo proprio perché dopo due anni di pandemia  ci siamo tutti un po’ persi nella vita, come lui dice di sé stesso da anni? 

Dubbio lecito, ma non importa. Un Vasco ritrovato vale molto più di tanta brutta musica che circola intorno, e il piacere di sapere che tornerà live da maggio 2021 in Italia fa piacere all’anima e al corpo. 

Sarà bello risentirlo live, e ci verrà, ancora una volta, da ridere e piangere.

In copertina: foto Simoni

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