Una rassegna teatrale con tanto di degustazioni, organizzata dalla poliedrica Francesca Vitale per raccontare la Sicilia evitando ogni stereotipo
Terza edizione, al Teatro Libero di Milano, per Palco OFF, una gradevole, saporosa rassegna che ha l’obiettivo di raccontare storie di Sicilia oltre lo stereotipo.
Racconti di identità, forze e territori, filtrati dall’occhio e dall’impeto scenico di compagnie lontane dai grandi circuiti, proprio per questo – sarà perdonata la lettura da hard discount – ancora più motivate a discettare di rabbie e dolori a forma di Trinacria.
Sotto la direzione artistica di Francesca Vitale, con Palco OFF la Sicilia «diventa una grande metafora del mondo». E in effetti di mondi diversi parla questa isola di storie assolate, umide, affamate – e nutrienti.
In tutti i sensi: l’inaugurazione, e tutte le serate, saranno accompagnate a una degustazione di vini e prodotti tipici siciliani, per la gioia – oltre che del pubblico – dei critici, da sempre simili alle cavallette quando si parla di cibo gratis agli eventi (suvvia, una burla).
Vitale, figura poliedrica (è attrice, regista, drammaturga e pure giurista), si muove con disinvoltura tra Milano e il capoluogo etneo, organizzando in parallelo proprio a Catania un’altra rassegna di Palco OFF, partita lo scorso 10 novembre con La Crepanza.
A Milano intanto le danze le apre (24-26 novembre) Come un granello di sabbia, un racconto di ordinaria straordinarietà scritto e interpretato da Salvatore Arena nei panni (veri) di Giuseppe Gulotta, vittima di un grave caso di malagiustizia, canto di disgrazia che dimostra quello che succede quando la legge non rispetta l’uomo onesto.
E i titoli proseguono, spaziando da dimensioni reali, effettive: da un lato la Virginedda Addulurata (21-23 dicembre, foto) diretta da Nicola Alberto Orofino, con la stessa Vitale ed Egle Doria, ispirata a un’opera di Giuseppina Torregrossa (giusto per restare in Sicilia…) e al tema, quanto mai attuale, della violenza sulle donne.
Dall’altro c’è l’aspetto fiabesco, come dimostra la presenza in cartellone della Mozza di Claudia Gusmano, trapanese, attrice e autrice di una fiaba che ha per protagonista un’umana, un gabbiano e il mare: un delicato inno alla fragilità e alle confidenze valorizzato dalla sua talentuosa interprete/creatrice.
E se parlare di mafia sarà inevitabile – tocca a La voce di Peppino Impastato, con Pierpaolo Saraceno e Maria Paola Tedesco della Compagnia Onirika del Sud (23-25 febbraio, foto di copertina), ci sarà anche spazio per temi che difficilmente, e anche con parecchia ignoranza, il resto del Paese associa alla Sicilia. Leggi alla voce: depressione, che con La cosa brutta permette a Francesca Vitale di interpretare una mamma, che è soprattutto una figlia, alle prese con il male oscuro che ha colpito un pezzo importante della sua storia, una persona fondamentale per il percorso di vita che ha intrapreso.