SPA | Spazio Per Arte è una virtuosa iniziativa di Laura e Luigi Giordano nelle stanze dell’appena restaurato Palazzo Bellini nel centro storico di Oleggio (Novara), nata dal desiderio di condividere con la città e il pubblico la loro collezione privata e promuovere la conoscenza dell’arte contemporanea in tutte le sue forme. Vittoria Caprotti ci racconta il contenitore (lo splendido Palazzo che ospita la collezione), il contenuto (la mostra BIANCO a cura di Risha Paterlini) e le prospettive di un progetto coraggioso.
La lunga e fortunata storia del colore bianco a Oleggio, nel novarese, ha visto aggiungersi un nuovo capitolo negli scorsi giorni grazie all’inaugurazione di SPA – Spazio Per Arte in data 25 novembre 2023. Se nel 2010 Oleggio aveva, infatti, ottenuto il titolo di “Città del latte”, come si legge pure sui cartelli stradali che segnalano l’ingresso nel comune, già nell’XI secolo gli oleggesi dovettero fare i conti con il colore-non-colore. A quell’epoca, verso il 1060, l’esecuzione del ciclo pittorico della chiesa di San Michele – uno dei capolavori del Romanico lombardo, a forte tinte bizantineggianti – fu inspiegabilmente e bruscamente interrotta, lasciando le pareti della navata centrale per lo più bianche, come si presentano ancora oggi a chi entri nella chiesa del cimitero di Oleggio. Ci hanno pensato Laura e Luigi Giordano, con la sapiente curatela di Rischa Paterlini, a riprendere le fila di questo lattiginoso e secolare discorso, aprendo le porte di Palazzo Bellini con la mostra “BIANCO” che dà il via alle attività di SPA.
SPA Spazio Per Arte. Anselm Kiefer, Cette obscure clartè qui tombe des ètoiles, 1991-1992. Tecnica mista 235 x 111 cm, Foto Mattia Micheli
La sede espositiva è un’ala su due piani di un palazzo storico affacciato sulla piazza principale di Oleggio: una vera e propria casa per la collezione Giordano, dove accogliere amici e parenti e addetti ai lavori e passanti più o meno distratti. Di fondazione medievale, l’immobile fu rinnovato alla fine del Settecento e ancora nell’Ottocento: la sua storicità – con una sovrapposizione di programmi decorativi pittorici e in stucco di XVIII e XIX secolo – è stata esaltata dall’intervento di restauro diretto dall’architetto Lorenzo Bini di Studio Binocle con la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli. Peraltro, è con un tempismo perfetto che il risultato finale viene svelato al pubblico: in queste stesse settimane la Fondazione Rovati ospita nella sua sede milanese un ciclo di conferenze dedicato all’esposizione di arte contemporanea in contesti e palazzi storicizzati: verrebbe quasi da chiedere un inserimento last minute di un’ultima conferenza con ospiti i coniugi Giordano.
La scelta della coppia di dedicare la prima mostra di SPA al bianco è dettata dalla vita vissuta: infatti, Luigi è figlio di Amedeo, fondatore del caseificio Giordano nonché uno di quei produttori che hanno reso Oleggio la città del latte. Questa materia prima presenzia a Palazzo Bellini non solo con la cromia, ma anche materializzandosi a tutti gli effetti in alcune opere. Ne sono state selezionate 25 dalla collezione che ne comprende circa 200. Di quelle ora in mostra, due – Masked Figure di David Finn che accoglie i visitatori all’ingresso e When A Country Fears Itself di Elmgreen & Dragset – saranno permanentemente esposte, essendo anche le uniche in cui il tema cromatico viene meno.
SPA Spazio Per Arte. Giulia Cenci, Untitled, 2022. Foto Mattia Micheli.jpg
È una collezione, quella dei Giordano, che spazia tra i media e tra le generazioni: da Cette obscure clarté qui tombe des étoiles, quadro di Anselm Kiefer, a If these walls could talk 2, ambiente immersivo con video e oggetti concepito da Trisha Baga; dalla stanza dedicata a Martin Disler dove sono esposti un dipinto e una scultura a quella che ospita il video-loop di Diego Marcon, Pour vos beaux yeux; dai disegni a grafite di Cheyney Thompson e Roland Flexner – rispettivamente 489[1614curves][1879-82][page 1] e Untitled (Skulls) – alla rete di capelli intrecciati di Mona Hatoum: Hair grids with knots (3). E, poi, ancora: Anne Imhof, Vanessa Beecroft, Robin Rhode, David Korty, Glenn Sorensen, Benni Bosetto, Pascale Marthine Tayou, Padraig Timoney, Valerie Snobeck, Ida Tursic & Wilfried Mille che sulla grande tela colorata di Abstract painting with Camenbert hanno inserito una fetta del celebre, delizioso formaggio francese, mentre nel cartoonesco Untitled di Nathalie Djurberg & Hans Berg un braccio versa del latte. Tra gli altri artisti in mostra c’è anche Giulia Cenci: davanti alla sua opera Untitled #3 – una vasca da bagno in cui, abbandonato, sta il calco di una sagoma canina da tassidermista – Luigi Giordano si sofferma a spiegare il valore della conoscenza, della curiosità, dello studio dell’Arte e della sua Storia, sottolineando il dialogo tra questo lavoro e La morte di Marat di David. Allo stesso modo, Milkstone di Wolfgang Laib – una lastra rettangolare di bianchissimo marmo di Carrara che accoglie un sottile strato di latte da cambiare ogni giorno – può essere una Virgo Lactans: oppure può non esserlo, perché, ed è la vera speranza-missione dei due collezionisti, ogni visitatore deve instaurare un rapporto intimo e personale con le opere, usandole per conoscere meglio sé stesso. Altro grande nome presente a Oleggio è quello di Philippe Parreno: in una stanza, solitario e maestoso, è appeso il dittico Fade to black in cui, grazie all’abbassamento delle luci, l’inchiostro fosforescente emerge sulla tela apparentemente bianca per dare vita a un sottobosco magico, da esplorare lentamente mentre il buio diventa totale e le immagini più brillanti.
Trisha Baga, If these walls could talk 2, 2014, videoproiezione 3-D con vari oggetti in schiuma, 1 lattina, 1 crema solare, ©Collezione Laura e Luigi Giordano
Insomma, “BIANCO” sembra una grande festa, una cena – il cui menù, nemmeno a dirlo, è dominato da prodotti caseari – durante cui far sfoggio del meglio che si ha in casa e certamente la collezione Giordano ne ha di pezzi forti con cui ammaliare gli invitati. La volontà è quella di attirare non solo appassionati ed esperti, ma di convincere pure i locals di Oleggio a salire l’ampio, austero scalone di pietra grigia che dal cortile porta al piano nobile, dove, sulla destra della porta, si leggono quelle tre lettere – SPA – che non possono far altro che portare alla mente un centro benessere: ed è quello che una mostra d’arte, secondo i due collezionisti, dovrebbe essere per chiunque.
Non solo mostre, però. I prossimi mesi saranno costellati di incontri nell’ambito del public program ARTESOFIA a cura di Rischa Paterlini e Federica Mingozzi (ogni terzo giovedì del mese tra gennaio e maggio 2024). La stessa Mingozzi, responsabile Educazione e rapporti con il territorio, si occuperà anche dei progetti aperti alle scuole, un tema particolarmente caro a Laura Giordano. Non ancora citata, la longa manus della coppia di collezionisti è Francesca Valentini a cui è stata affidata la supervisione scientifica e curatoriale di SPA. Un gruppo di lavoro solido e una collezione che fa invidia almeno quanto la sede espositiva: si è solo agli inizi, ma le premesse paiono solide (accompagnate dalle speranze di tanti) per far diventare Oleggio tappa obbligata nel grand tour dell’arte contemporanea in Italia. Ma, mi raccomando, quando passate da lì, non dimenticatevi della medievalissima San Michele!
BIANCO, a cura di Risha Paterlini, SPA | Spazio Per Arte, Palazzo Bellini, Oleggio (Novara), fino al 21 dicembre 2023
In copertina: SPA Spazio Per Arte. Luigi Giordano. Foto Mattia Micheli