Spazio Banterle e Teatro degli Incamminati presentano la stagione 2017-2018. Si apre in grande, con Branciaroli che legge Rilke
Giovanni Testori, il fondatore, li chiamava “gli scarrozzati”. Il riferimento naturalmente è alle compagnie di giro che, città per città, portavano i propri spettacoli nei teatri italiani e negli spazi che, anche solo per una sera, diventavano tali.
Non è paradossale che una compagnia per vocazione – ribadita finanche dal nome – abbia trovato uno spazio preciso, a Milano, nel quale stabilirsi. Si tratta dello Spazio Banterle, raccolto e accogliente, in Largo Corsia de’ Servi, all’interno del Centro Culturale di Milano
Non un paradosso, si diceva, ma un esigenza, dettata dalla volontà di indagare in piena libertà alcuni temi, realizzando produzioni in cui “mettere la parola al centro”. La parola è il fulcro intorno a cui si muove anche la nuova stagione, presentata sotto una inequivocabile dichiarazione d’intenti, che chiama lo spettatore alla partecipazione attiva, in uno spazio che più di altri favorisce e cerca il contatto tra spettatore ed interprete: “diamo vita alle parole”.
Un intento rivivificante che muove prima di tutto dalla letteratura, in particolare da un romanzo rivestito da molti della patina di classico, che a volte rischia di svilirne la forza.
È invece possibile ridare nuova linfa a vicende a molti note, per quanto spesso con l’imprecisione data dall’imposizione, e dimostrare quanto esse siano capaci di parlare non soltanto del presente, ma anche del luogo in cui lo spettatore si muove ogni giorno.
Prova a dimostrarlo una lettura integrale dei Promessi sposi nella Milano contemporanea a cadenza quindicinale, affidata a molti milanesi illustri. Fra gli altri Ferruccio De Bortoli, Filippo del Corno, Giacomo Poretti, incalzati, a partire dal 6 ottobre, dalle domande del curatore – e direttore artistico della compagnia – Luca Doninelli
Più originale la trasposizione a Milano de l Maestro e Margherita (foto di copertina) un progetto di Fabrizio Sinisi con la regia di Paolo Bignamini, articolato in tre spettacoli autonomi titolati Voland, Pilato e Gli Amanti, in un gioco di rimandi che si dipanerà fra il 10 novembre e il 22 aprile.
Milano sarà ancora protagonista in Ti ho sentito parlare un ciclo di incontri dedicati a Caravaggio, in cui Andrea Carabelli delizierà gli appassionati del pittore con una lettura scenica dei saggi critici di Roberto Longhi, in un legame potenzialmente fecondo tra il teatro e la mostra “Dentro Caravaggio” a Palazzo Reale.
Larghissimo spazio sarà poi riservato alla poesia, a partire dall’inaugurazione, il 22 e 23 settembre con Tra le pagine di Rilke: La ballata su l’amore e su la morte dell’alfiere Cristoforo Rilke”, reading di Franco Branciaroli (foto), fino alla conclusione, il 24 e 25 marzo, con La via Crucis di Mario Luzi. Il 1 ottobre, la poesia milanese di Franco Loi sarà invece protagonista di Storia di Andrea, il santo bevitore, in cui la direzione di Carlo Rossi e la musica contribuiranno a raccontare la storia di un barbone dei navigli toccato dalla grazia.
Fra la fine dell’anno e l’inizio del 2018 ci sarà spazio per Dino Campana: il 16 e 17 dicembre Laura Piazza darà vita a La notte di Dino Campana, tratta dalla prima sezione dei Canti Orfici, mentre il 9, 10, 11 febbraio, la collaborazione di Gianni Turchetta arricchirà Più bella della bionda Cerere la tua figura, che indaga l’amore del poeta di Marradi per Sibilla Alleramo. Per gli amanti dei poeti dialettali, invece, sarà imperdibile il reading dedicato a Carlo Porta I signori, i preti, la gente perbene e i poveri Cristi – Cambien i sonador… ma la sonada l’è semper quella, di Marino Zerbin, in collaborazione con Valerio Bongiorno (13-14-15 ottobre).
Bongiorno sarà invece in scena personalmente nella passeggiata letteraria e musicale dedicata ancora alla città: “Milano è una cozza”, dedicata alle vie della città e alle curiosità care a chi l’ha vissuta.
Come lo era l’elefantessa indiana dei giardini pubblici protagonista di Suonala ancora, Bombe, di cui sarà protagonista Mario Cei, per raccontare la Milano intorno alla Seconda Guerra Mondiale.
In una programmazione molto fitta, c’è spazio anche per offrire una casa a una compagnia “in cammino”: Atir, orfana del teatro Ringhiera chiuso per ristrutturazione. La compagnia sarà infatti al Banterle in due occasioni: con Maestro, Memorie di un guitto Di Stefano De Luca, che nel ventennale della morte ricorda il suo rapporto con Giorgio Strehler, (20-21-22 ottobre) e con Il ritratto della Salute, in cui Chiara Stoppa ripercorre col sorriso la sua battaglia con la malattia. (16-17-18 maggio)