Il Teatro Filodrammatici si conferma come uno degli osservatori più interessanti sulla drammaturgia contemporanea: tanti i nomi da segnare in agenda, da Ferdinando Bruni a Paolo Nani, passando per testi di John Hodge e Annie Baker
In questa torrida (sic!) chiusura di stagione, anche il Teatro dei Filodrammatici presenta al pubblico il cartellone per la stagione 2016-2017. Sotto la direzione artistica di Tommaso Amadio e Bruno Fornasari, quello dei Filodrammatici emerge come osservatorio di notevole pertinenza sulla variegata umanità che ci circonda.
In questo senso come non pensare a N.E.R.D.s di Fornasari, uno spaccato generazionale sulle instabilità emotive dei trentenni di oggi, e al successo che ha ottenuto sulla scena milanese grazie all’incisiva lente offerta dai Filodrammatici? Per questa stagione N.E.R.D.s prende una pausa, ma ritorna un’altra amarissima commedia firmata da Fornasari e ancora interpretata dal bravo Amadio: Il turista, acuto e tragicomico compendio di paranoie, ignoranze e paure, che ritorna sulla scena – dopo il debutto nel 2016 – a fine stagione, dal 16 al 28 maggio del 2017.
In apertura, però, il teatro si concede il lusso del grande classico – e del nome di grido. Su produzione del Teatro dell’Elfo, infatti, la stagione si apre il 25 ottobre 2016 con Il fantasma di Baskerville di Oscar Wilde, impareggiabile storia di spettri con un protagonista d’eccezione: Ferdinando Bruni. Ci si mantiene ancora sul versante classico con Il migliore dei mondi possibili (2-6 novembre 2016), il testo che Magdalena Barili rilegge ispirandosi al Candide di Voltaire: una riflessione combinatoria e quanto mai attuale di un grande capolavoro del dolore “brillante”, in grado di raschiare tracce importanti della nostra contemporaneità. Il solido duo Fornasari (ancora in regia) – Amadio (ancora in scena) si riunisce, prima del già citato Turista a fine stagione, per Collaborators, un testo di John Hodge (sceneggiatore di Trainspotting e The Beach di Danny Boyle) dedicato alle “relazioni pericolose” che si vengono a creare tra arte e regime, sullo sfondo della Mosca del 1938. I due (insieme ad Alice Redini) saranno ancora insieme, dal 12 al 29 gennaio, del Girotondo.com icastico e provocatorio ispirato a Schnitzler, con personaggi opportunamente modificati e attualizzati.
La lettura di una missiva e l’analisi della foto della propria nonna, atti ripetuti per quindici volte in altrettante forme eterogenee tra loro, sono al centro del ponderoso – e cultissimo – spettacolo di Paolo Nani, arrivato a più di mille repliche: la Lettera (foto sopra, 12-18 dicembre). Il 14 e il 16 dicembre ancora Nani sarà protagonista di Jekyll on Ice, inedito a Milano, in cui interpreta un gelataio alle prese con un’originale metamorfosi… artistica.
Ancora spazio alla contemporaneità con Il principio di Archimede (7-12 febbraio) del catalano Josep Maria Mirò Coromina (classe 1977), dramma del dubbio e dell’equivoco ambientato in una piscina spagnola. Protagonisti: Michele Di Giacomo, Alessandro Lussiana, Nicola Stravalaci, Debora Zuin.
Ancora drammaturgia contemporanea, questa volta italiana, grazie alla Donna che legge di Jacopo Gabrielli (14-19 febbraio), dolente apologia dei sessi e della loro disintegrazione, attraverso un terzetto spezzato che ha i vertici fisici di Massimiliano Speziani, Cinzia Spanò e Alessia Giangiuliani.
Prima europea e tanta attesa (21-26 febbraio) per Cessi pubblici, del cinese Guo Shixing: una vibrante, diversificata escalation alla crescita di Pechino “concentrata” in tre anni specifici lungo tre decenni, nel 1975, nell’85 e nel ’95, negli occhi dei personaggi protagonisti del testo.
Shakespeare shakerato e (non) mescolato, invece, per l’accoppiata Renato Sarti–Bebo Storti, che attualizzano, dirigono (Sarti) e interpretano (insieme) un Otello in versione Spritz, reso aderente all’oggi: Otello è presidente della Regione Veneto, è iscritto a un partito lievemente xenofobo e ama la sua Desdemona. Come esploderà la tragedia?
Attesa anche per il ritorno di Silvio Peroni (ai Filodrammatici già regista dei successi Cock e Costellazioni) con The Aliens di Annie Baker (21-26 marzo), sul viaggio nei ricordi di due ex musicisti in un baretto del Vermont; e anche, dal 28 marzo al 2 aprile, per il monologo Novecento, di Alessandro Baricco, portato in scena da Eugenio Allegri su regia di Gabriele Vacis.
E, prima di consegnare le battute finali al Turista, dal 5 al 9 aprile il Teatro saluta gli spettatori con Teresa Ludovico, regista e interprete di Abramo: un serrato confronto a tre tra Abramo, Isacco e Sara, diretto da Ermanno Bencivenga. Nel cast insieme alla Ludovico anche Augusto Maisiello e Christian Di Domenico.
Ancora una volta, il Teatro dei Filodrammatici emerge per singolarità dei progetti portati in scena, per attenzione alle drammaturgie di tutto il mondo, per la cura con la quale si lascia spazio alla contemporaneità. Anche per quest’anno, perlomeno sulla carta, il programma non delude.
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