Il progetto è un incrocio tra scienza, arte e moda e nasce a Lille nel 2006 dalla ricerca di tessuti tecnici e innovativi, in cui la città è centro d’eccellenza
Nel magnifico chiostro rinascimentale del palazzo delle Stelline sboccia un Breathing Flower, un gigantesco fior di loto gonfiabile, dell’artista coreano Choi Jeong Hwa, i petali si dischiudono in sintonia col respiro dell’universo. L’installazione è realizzata con una fibra ricavata dallo stelo del loto, impermeabile, leggerissimo, ingualcibile.
Dal soffitto dei corridoi luminosi che circondano il chiostro, pendono aerei lampadari-medusa ricoperti da cascate di tillandsie, un lichene dalle sfumature argentate dal profumo fresco e muschioso. La sera, illuminati da luci a led, vibrano di una luce fiabesca. Patrick Nadeau, l’architetto e designer che le ha create, li ha chiamati Rain Forest.
Arancia, limone, ananas, banana, noce di cocco, ortica, caffè, riso, soia, mais, barbabietola, lino, loto alghe, funghi, vini, birre, molluschi e crostacei…, una parte ce la mangiamo e col resto si fanno straordinari tessuti.
Textifood si propone di mostrare al grande pubblico il campo delle possibili sinergie tra sistemi produttivi alimentari e quelli tessili. Queste fibre giungono dai vari continenti e sono studiate dai ricercatori di tutto il mondo per rispondere in modo responsabile ai bisogni del pianeta; per una volta una risposta davvero pertinente al tema di EXPO.
Ecco un casco da bici, una racchetta da tennis e… un violino fatti con il composito di lino che ha un’alta capacità di assorbimento degli urti e delle vibrazioni. Parlando di tessuti, la parte del leone la fanno naturalmente l’arredo e l’abbigliamento.
L’ortica non si usa solo nelle minestre, è morbida e soffice come il lino, possiede virtù antisettiche e stimolanti e ha proprietà termiche e isolanti come la lana, et voilà giacche e coperte. Em Riem propone un semplice vestitino da metter tutti i giorni fatto di foglie di banano essicate. Visto che si tratta di una mostra d’arte, e il tono deve mantenersi alto, troviamo molti abiti da gran sera uno più bello dell’altro. Il più sorprendente di tutti è Exocet Dress di Christhine Phung e Morgane Baroghel-Crucq, dai volumi organici, con volute cangianti, ispirato ai riflessi metallici dei pesci volanti. Le stoffe sono tessute a mano con fili di metallo, lino e fibre di collagene di pesce. Meraviglioso. Può rivaleggiare nel nostro immaginario col vestito intessuto di raggi di luna della fiaba Pelle d’Asino di Charles Perrault.
Textifood, Institute Français Milano, Palazzo delle Stelline, fino al 14 luglio 2015
Foto: Allestimento della mostra (via Textifood)