“The Wife” diretto con diligenza dallo svedese Björn Runge, è un film di attori; dalla quasi enigmatica, perfetta Glenn Close, a Jonathan Pryce che indossa con brio un personaggio sgradevole. Raccontano trentennali menzogne, inferni coniugali, ma anche una solidarietà che pare incrollabile. Finché tutto esplode nel viaggio a Stoccolma del Grande Scrittore per ritirare il premio: troppo è rimasto chiuso tra quelle mura, quei silenzi, quelle battute in società, nascosto da una maschera di moglie esemplare
Lei, The Wife, protagonista del film del 57enne regista svedese Björn Runge, pensa a tutto: dove sono i suoi occhiali, quando è il momento di prendere le pillole, cosa lui dovrebbe mangiare a pranzo. Dopo più di tre decenni, la moglie anticipa i bisogni del marito, li prevede ancor prima che lui si accorga di averli: una dinamica efficiente che ha mantenuto il loro matrimonio vivo e forte attraverso due bambini e un nipotino in arrivo, qualche infedeltà e lo spettacolare, storico successo letterario del marito giunto al suo coronamento, la vittoria del premio Nobel. Ma questa, che dovrebbe essere un’occasione gioiosa per entrambi, una possibilità di prendere fiato e valutare con orgoglio la vita che hanno costruito insieme, diventa invece per la moglie l’occasione di affrontare alcune verità scomode, profondamente celate. E si concluderà in modo davvero inaspettato.
Il processo per raggiungere la chiarezza è avvincente da seguire: da sempre la “moglie” del titolo (Glenn Close) è in grado di “esprimere” una vita di repressione e risentimento solo con un sorriso ironico o uno sguardo avvizzito, perché Joan (Close) e Joe (Jonathan Pryce) hanno una chimica scoppiettante l’uno con l’altro, con battute veloci e battaglie laceranti. Però a questo punto, mentre il personaggio di lui rimane stabile nel suo narcisismo e nel suo essere sempre più bisognoso di supporto, quello di lei subisce una trasformazione silenziosamente potente, attraverso la costante crescita di epifanie.
L’approccio di Runge a questo film risulta a tratti accademico, forse per dare ad attori così stimati spazio per spavalderia e splendore, ma un po’ più di immaginazione e talento artistico non avrebbero danneggiato. Pertendo da una sceneggiatura di Jane Anderson basata sul romanzo di Meg Wolitzer, il regista viaggia indietro nel tempo, qua e là, per fornire il contesto. È il 1992 e siamo nel ricco Connecticut costiero; Joseph è sveglio nel cuore della notte, incapace di dormire, ansioso di ricevere la chiamata da Stoccolma. Quando finalmente arriva, con la vertiginosa notizia che il Premio Nobel per la letteratura è stato assegnato a lui, il suo primo istinto è condividere la gioia con la moglie: e lei è lì per sostenerlo, come è sempre stato.
La timida Joan, che ha sempre un aspetto impeccabile e dice sempre la cosa giusta, è restia a rivendicare qualsiasi credito. Non vuole nemmeno che il più grande scrittore americano della sua generazione la ringrazi sul palcoscenico mondiale. “Non voglio essere pensata come la moglie longeva”, dice a Joe mentre lui medita su cosa dire nel suo discorso di accettazione. Una volta raggiunta Stoccolma, non vuole nemmeno partecipare ai tour di shopping e ai trattamenti di bellezza offerti ai coniugi dei vincitori dei Nobel: c’è una latente sottomissione, ma così l’inquietudine di Joan si gonfia sempre di più.
Attraverso dei flashback il film ci porta allo Smith College, nel 1958, dove vediamo la nascita di questa relazione di dipendenza, quando Joan (Annie Starke, che rispecchia fedelmente cadenza e recitazione di Close) era una brillante e promettente studentessa, forse addirittura una possibile grande scrittrice in formazione, e Joe (Harry Lloyd) il suo carismatico professore, con una moglie e una figlia appena nata a casa. E già allora possiamo vederla in silenzio. The Wife attira poi sempre più l’attenzione dello spettatore, finché Joan alla fine dà voce a tutto ciò che ha visto e fatto, e svela i segreti che si è tenuta stretta per troppo tempo. Lo sguardo sul volto di Close nel finale suggerisce che è pronta a fare questo, quasi come una vendetta per lei (e non solo) sarà anche salvifica, e alle sue condizioni. In un momento di sottovalutato trionfo.
The Wife, di Björn Runge, con Glenn Close, Jonathan Pryce, Annie Starke, Harry Lloyd, Christian Slater, Max Irons, Logan Lerman, Alix Wilton Regan, Catharina Christie, Karin Franz Körlof