Frutto di un consolidato sodalizio artistico, “Nerissimo”, il nuovo CD del musicista di Pordenone e del chitarrista tedesco, rappresenta – affermano gli autori in questa conversazione – l’esplosione dell’oscurità e, dunque, il suo abbandono. Un messaggio di ottimismo?
Appena entri nello studio romano di Teho Teardo (è appena uscito l’ultima sua fatica Nerissimo, una collaborazione con Blixa Bargeld) capisci subito di essere davanti a un musicista atipico.
La sua raccolta di dischi, innanzitutto, il meglio del panorama internazionale. E poi l’arredamento, Il quartiere che ha scelto, tutto sembra suggerire un gusto non comune, poco accomodante, capace di andare al di là dello stereotipo del “musicista italiano”.
Ed è per questo che Mauro “Teho” Teardo, pordenonese di nascita, nomade per adozione, muove i primi passi nella scena alternativa per poi salire alla ribalta del grande pubblico diversi anni dopo, come autore delle colonne sonore dei film di Paolo Sorrentino.
Un certo gusto internazionale, rara dote per un musicista italiano che è riuscito a vedere riconosciuto il suo lavoro nel mondo mainstream, ha portato all’incontro artistico con Blixa Bargeld, leader dal 1980 degli Einstürzende Neubauten e collaboratore di Nick Cave nei Bad Seeds, leggenda vivente della sperimentazione industrial.
Nel 2013 esce Still Smiling, primo frutto della collaborazione, a cui è seguito l’EP Spring, mentre ora è, appunto, la volta di Nerissimo, titolo misterioso e artwork ispirato agli Ambasciatori di Holbein.
Teho Teardo e Blixa Bargeld lo presenteranno in concerto l’8 maggio alla Santeria Social Club.
Ho letto che Nerissimo non si riferisce al carattere dark della vostra musica, ma alla moltitudine di possibilità che la musica in sé contiene. Mi puoi spiegare meglio questo concetto?
Blixa: Il significato è più semplice di quello che sembra. All’inizio l’album volevamo chiamarlo “Christian e Mauro”, come i nostri due nomi di battesimo. Ma quando abbiamo terminato di registrare l’album il titolo non si adattava. Vedi (indicando la copertina, ndr) Christian e Mauro non funziona. Così, abbiamo fatto una cosa classica, abbiamo preso il titolo di una canzone e l’abbiamo usata come titolo per l’album.Volevo scrivere una canzone sui colori. Volevo trasmettere alla mia voce l’idea del nero perché la mia voce non ha un particolare colore. Non canto in blu, perché non voglio cantare l’oceano, non canto in verde… Volevo scrivere una canzone in italiano, così ho scritto una lista di parole che si riferiscono ai colori. Li ho mostrati a Teho e lui ha sottolineato nerissimo, così abbiamo scelto. Il significato di Nerissimo è l’esplosione dell’oscurità – l’opposto dell’oscurità, lo utiizziamo per dire che non è rimasta più oscurità.
L’ultimo album si intitolava Still Smiling, poi c’è stato Spring, l’EP. Teho, mi puoi raccontare cosa c’è di diverso nei due album, Nerissimo e Still Smiling?
Teho: Non penso per differenze nei dischi. Quando fai un disco è come se quel mondo lì fosse in qualche modo esaurito. Abbiamo usato (io e Blixa ndr) un modo simile di realizzare il disco, per il secondo ho scritto lavorando con il clarinetto basso e il clarinetto baritono al posto del violoncello di Still Smiling.
Blixa: La differenza è che il materiale base è diverso.
Teho: Nerissimo riguarda questi ultimi tre anni di lavoro, da quando abbiamo finito Still Smiling ad ora, mentre Still Smiling conteneva anche un brano che avevo scritto nel 1996, come Defenestrazione. Aveva uno spazio per il materiale vecchio.
Blixa: Anche Nocturnalia è un pezzo che ho scritto nel 1997.
Teho (rivolgendosi a Blixa): Raccontale come hai trovato i testi per le canzoni, hai degli appunti sul tuo computer…
Blixa: Sul computer ho molti appunti della mia storia personale, divisi per ogni giorno, tutti i documenti che ho scritto dal 1993 a oggi che ho scritto ogni giorno, alcune volte sono molto adatti alla situazione. Nei documenti c’è una lista di parole, è lunga 50 pagine, una di queste è “defenestrazione” ed ecco com’è nata la canzone. Prima credevo non esistesse la parola, quando l’ho scoperta mi sono detto: ok, un giorno la userò.
Teho: La lista è un concetto interessante.
Blixa: Non sono l’unico, molti scrittori hanno composto liste simili, io lo faccio da quando ho cominciato a scrivere musica.
Vi faccio una domanda diversa…
Blixa: È una buona idea. Nelle interviste si fanno sempre le stesse domande!
Mi rendo conto che la mia premessa scontata ha illuminato un’interessante riflessione, e mi metto in ascolto.
Teho: Quando lavori a una colonna sonora e il regista ti chiede di cambiare un pezzo… suonalo il giorno dopo, e digli: ho cambiato un paio di cose, lui dirà che va bene. Credimi, funziona sempre. Suona la stessa cosa in un giorno diverso e sembrerà anch’essa diversa. Ma non devi toccare il pezzo.
La domanda è sulla musica e sul suo rapporto con i luoghi. Blixa sei nato a Berlino, Teho a Pordenone. Oggi un luogo può influenzare la musica che vi si produce? Ora lo scambio e l’ascolto di musica sono molto diversi grazie ai supporti digitali, 20-30 anni fa invece ci si scambiavano le musicassette.
Blixa: Non c’è modo di misurarlo, perciò è difficile rispondere. Si può scrivere un disco su Pordenone, su Berlino o su Roma ma quanto questi luoghi influenzino un opera non si può determinare.
Teho: A me interessa molto di più la connessione degli spazi. Io per esempio scrivo materiale in questo studio, a Roma, e poi incontrerò Blixa a Berlino, e quello che faccio diventa una specie di transfert per collegarmi con lui a Berlino. Mi interessa più lo spazio che c’è in mezzo che la città in sé dove scrivo.
Mi chiedo se per un’artista una piccola città con pochi stimoli non possa essere una gabbia.
A questa domanda, da brava provinciale in fuga da un decennio, tengo molto.
Teho: Ho sempre viaggiato molto, sono decenni che non vivo a Pordenone. Per questioni musicali ho sempre avuto la possibilità di spostarmi molto, in Europa e nel mondo. Non ho nulla in contrario però a vivere un unico posto, la cosa interessante dei posti piccoli è che ti fanno venire voglia di andare altrove, senza considerarla un’accezione negativa.
Entrambi avete mosso i primi passi nella scena industrial…
Blixa (interrompendomi): Non è corretto. Non ho mai voluto far parte della scena industrial.
È un’etichetta, perché noi (gli Einzstürzende, ndr) non facevamo parte della scena industrial berlinese, eravamo internazionali. Questo è un punto importante perché eravamo gli unici internazionali all’epoca. Eravamo sotto un’etichetta inglese e suonavamo più fuori che in Germania. Ho iniziato a suonare nel 1984-85, fra 1983 e il 1987 ci rifiutavamo di suonare in casa. Questa definizione mi fa sentire poco a mio agio. Perché suonavamo sempre fuori? Perché le reazioni in casa erano stupide, ed avevamo più fan a New York che a Bochum. Negli anni 80 la comprensione della musica era molto provinciale: in Germania il pubblico era felice se avevi successo fuori, e solo allora ti prendeva seriamente. Io come Blixa Bargeld ero ascoltato e compreso in tutto il mondo, e allora scattava l’orgoglio nazionale. David Bowie si trasferisce a Berlino? Wow, erano tutti estasiati. David Bowie si trasferisce a Londra, a qualcuno importa?Teho: La canzone preferita da DB di Still Smiling è Mi scusi, l’ho saputo ieri da Enda (Walsh, drammaturgo irlandese per cui Teardo ha composto la colonna sonora Ballyturk), perché Enda e David hanno lavorato molto assieme. Enda mi ha detto che a David era piaciuto molto.
Nominare Bowie senza scatenare un ricordo è impossibile.
Blixa: Tutti erano molto orgogliosi di David Bowie a Berlino ma quando si è trasferito a New York a nessuno è importato, è un pensiero molto provinciale, è forse un problema europeo, o del fatto che Berlino o Roma non sono al top in ogni aspetto per cui se ti trasferisci a Londra è un fatto eccezionale.
Interessante punto di vista. Tu, Teho, in Italia sei molto conosciuto al grande pubblico soprattutto per le colonne sonore dei film di Paolo Sorrentino. C’è una relazione fra scrivere musica per film e scrivere musica per i concerti?
Teho: Non c’è differenza per me fra la musica che scrivo per i film e quella per concerti, c’è una categoria di musicisti “da colonna sonora”, io invece ho registrato dischi, fatto tour, ho suonato per molti anni in Europa. Poi, ho cominciato a scrivere colonne sonore, portando la mia esperienza precedente: penso che la questione sia più “continua a fare le tue cose” che funziona molto bene nel mondo delle colonne sonore, perché quando metti la tua musica in un film hai l’occasione di farla sentire a qualche milione di persone, e la tua musica ha molta più risonanza rispetto a un album.
Blixa: C’è anche l’aspetto della libertà che hai nelle colonne sonore, la musica da film normalmente è molto più avanzata rispetto alla musica composta per essere ascoltata su disco, le persone normalmente ascoltano la musica senza giudicare.
Teho: Ci sono un paio di cose di cui sono molto orgoglioso, probabilmente i miei lavori più sperimentali sono stati prodotti dalla Warner Bros, e sono sicuro che non li abbiano mai ascoltati, ma li hanno fatti uscire. E se penso alle musiche che ho composto per Paolo Sorrentino che sono entrate nella top ten della classifica di vendite, sono molto dark, umorali, normalmente un’etichetta difficilmente le produrrebbe.
Blixa: Le colonne sonore ti danno la possibilità di fare cose che normalmente non potresti fare, ed è perfettamente accettato, normalmente non passerebbero neppure alla radio.
Teho: Il disco di una colonna sonora va in cima alle classifiche per il successo del film e un tipo di musica che normalmente scivola fra vari generi raggiunge il pubblico.
Una mia curiosità: in Nerissimo c’è una cover di Caetano Veloso, The Boat. Mi spiegate il perché di questa scelta, coverizzare un musicista brasiliano, lontano dalle vostre sonorità?
Teho: È stata un’idea di Blixa.
Blixa: Qual è la ragione che spinge un musicista a registrare una cover? Per me, è successo in Sicilia in vacanza con Teho, avevo un computer che conteneva alcune canzoni. Per me fare la cover di una canzone è un modo per uscire dalla mia visione delle cose. Nel precedente disco abbiamo coverizzato Alone with the moon, che è stata una mia canzone di riferimento per anni fino a quando non ho colto l’occasione per rifarla, per me è stato un modo per uscire dal mio sistema. Lo stesso per il pezzo di Veloso, è sempre stato con me, non avevo trovato il giusto contesto fino a che non ho potuto farne una mia versione, e così mi ha “lasciato”. Tutte le canzoni che ho scritto, una volta composte, “escono” da me stesso, dalla mia vita, posso così respirare nuovamente, è un esperienza conclusa che non si attacca al mio corpo. Posso cantarle e interpretarle, ma hanno lasciato il mio corpo.
Mi chiedevo la ragione della scelta di Veloso, se ce ne fosse una.
Blixa: Veloso è stato il leader del movimento Tropicalia: per questo è stato messo in carcere ed esiliato, e The Boat è stata scritta durante l’esilio, è uscita come un singolo in tempi difficili.
Teho: Per me è stata una sorpresa, non conoscevo la canzone, non è uno dei suoi pezzi più famosi, mi piace molto la sua musica e questa è stata una sorpresa nei confronti di Blixa, ne abbiamo parlato in Sicilia e abbiamo pensato al modo giusto per rifarla. Ho sentito una versione scritta negli anni 2000 completamente diversa, molto più “brasiliana” rispetto alla versione originale. Rispetto alla prima versione, è molto più movimentata, il ritmo brasiliano dà l’impressione di essere sempre in anticipo.
Una domanda che vi avranno fatto in molti: parliamo della vostra collaborazione e della collaborazione in ambito musicale. Le giovani band nascono come gruppi di amici, ma quando si è musicisti affermati entrano in gioco altri elementi oltre alla sintonia e al rapporto umano, come la competizione.
Blixa (ridendo): Io normalmente sono quattro persone assieme, quindi siamo una band…
Teho: Normalmente Blixa parla di se stesso usando il “Noi”…
Blixa: Lavorare in un gruppo e lavorare in due comporta una differenza drastica. Se lavori con un gruppo devi confrontarti con questioni come la “chimica”, gli ego differenti, è un continuo scivolare, bilanciare fra momenti belli e duro lavoro, mentre un dialogo faccia a faccia è un modo diverso di lavorare, è più semplice. Per rispondere con una metafora, un duo è come un paio di scarpe, ma una band somiglia a un vero armadio.
Blixa: Ho lavorato molto in gruppo, con i Neubauten siamo in 5, mi fa sentire come un direttore del circo.
Ho visto il vostro ultimo spettacolo, Lament…
Blixa: Mi hai visto cadere dal palco?
Ho visto lo show di Milano, sono stata fortunata.
Blixa: Bellissima venue a Milano, la performance di Roma all’Auditorium invece è stata la più minuziosamente perfetta di tutto il tour, finché non sono caduto dal palco.
Le venue influenzano le performance?
Blixa: Si, assolutamente.
Ultima domanda, progetti per il futuro?
Teho: Il tour di Nerissimo inizierà a maggio e giugno, proseguirà a settembre in Giappone e in altri luoghi fuori dall’Italia. In autunno inizieremo a lavorare a un altro EP.
Blixa (ridendo): Stiamo attendendo di sapere se Donald Trump vincerà le elezioni americane per sapere se annullare il tour negli USA di gennaio 2017.
Teho Teardo & Blixa Bargeld Nerissimo (Specula Records)