Tiziano nella “città delle donne”

In Arte

Una mostra antologica in Palazzo Reale celebra il Cinquecento veneziano attraverso una selezione di capolavori. A fare da filo conduttore dell’esposizione, organizzata in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna, è il tema dell’immagine femminile

Et come che dolci sieno molte cose,

le quali tutto dì miriamo, pure dolcissime

sopra tutte l’altre, che vedere si possano

per l’occhio alcuno giamai, sono le belle donne.

Con questi versi, tratti dagli Asolani, Pietro Bembo, uno dei più influenti umanisti veneziani, alla fine del Quattrocento codifica la “scoperta della donna”. Pochi anni dopo, nel 1506 a rendere visibile questi versi ci pensa Giorgione che dipinge un soggetto che a noi pare normale, quasi ovvio, e che per i suoi tempi fu invece rivoluzionario. Su uno sfondo scuro una giovane di sedici anni che indossa una pelliccia di foggia maschile circondata da una grande pianta di alloro, sposta un lembo della veste ed espone un seno nudo. Chi sia questa fanciulla non sappiamo, ma certamente non è un personaggio noto o una parente del committente. Il dipinto diventerà noto come Laura e lo si potrebbe definire un ritratto idealizzato, forse uno dei primi. Un esercizio pittorico che inaugura un nuovo e ricchissimo filone che proprio a Venezia troverà le sue espressioni più affascinanti.

Esplora questa nuova realtà artistica la mostra Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento Veneziano, fino al 5 giugno a Palazzo Reale a Milano, a cura di Sylvia Ferino-Pagden con Francesca Del Torre Scheuch e Wencke Deiters.

Tiziano, Giovane donna con cappello piumato, 1534-1536 circa. Olio su tela, 96×75 cm. San Pietroburgo, Museo dell’Hermitage 

La tesi delle curatrici è che se il clima culturale di Venezia, la presenza straordinaria di artisti e intellettuali ha favorito questa evoluzione artistica e letteraria, merito importante è anche della presenza in Laguna di una compagine di donne per l’epoca eccezionale.

Tiziano, uno dei grandi maestri che si dedicano con metodo ala realizzazione di ritratti, fa della raffigurazione della donna una marca riconoscibile del suo talento. Per riprendere il saggio in catalogo (Skira) della curatrice “Tiziano dedica alla donna una parte considerevole della sua straordinaria opera. Soggetto di un ritratto, amata raggiungibile o irraggiungibile, promessa sposa o consorte, eroina e santa, dea o ninfa o prescelta dagli dei, riluce sempre gloriosa, altera, a volte così incantevolmente bella da suscitare imbarazzo in alcuni osservatori maschi […]. Le donne di Tiziano sono una perfetta fusione di individualità e ideale di bellezza […]. Questa mostra è dedicata alla natura della donna, eternamente attuale eppure senza tempo…”.

Venezia è alla fine del Quattrocento la città più importante e potente d’Europa. Una metropoli di traffici e di scambi con l’Oriente che ha accolto la diaspora successiva alla caduta di Costantinopoli. È, con Firenze, il centro dell’Umanesimo europeo. Attorno alla prima vera e propria casa editrice d’Europa che raccoglie scrittori, studiosi, traduttori intorno alla tipografia di Aldo Manuzio, si riuniscono i grandi intellettuali dell’epoca: oltre a Bembo, Sannazzaro, Pontano, Erasmo da Rotterdam.

Paris Bordon, Venere e Adone (?), 1560 circa. Olio su tela, 115×131 cm. Vienna, Kunsthistorisches Museum

E Venezia è una città colta: il 27 % dei maschi sa leggere e scrivere – una cifra altissima per l’epoca – la circolazione dei libri è costante, le grandi famiglie proteggono studiosi e artisti.

In questo contesto la figura della donna veneziana trova un’espressione di eccellenza rispetto al panorama europeo. Se è vero infatti che meno dell’1 % delle donne è alfabetizzata è altrettanto vero che molte di esse in Laguna si esprimono, raccontano, scrivono.

Spiccano alcuni personaggi per le loro doti e la loro erudizione: Laura Beatrice Capello, autrice di madrigali, le poetesse Adriana Trevisan Contarini, Olimpia Malipiero e Giannetta Tron, la coltissima Elisabetta Querini, ammirata da Bembo, la dogaressa Loredana Marcello, la poliedrica Cassandra Fedele, la famosa cortigiana Veronica Franco.

Va quindi prendendo corpo la figura mitizzata della veneziana.

Tiziano non è insensibile a questa moda. È un amante della figura femminile – si è spesso analizzato il suo rapporto, e successo, con le donne – e mette a disposizione di questa idealizzazione le sue strepitose doti di pittore e, in particolare, di pittore di ritratti.

Dei grandi ritrattisti scrive Gombrich: “I loro dipinti celano un mistero, il mistero di un carattere e di una personalità riassunti in un’unica espressione, vibrante sotto i colori della tela. Una foto può trasmettere la verità di un istante, un ritratto può fare capire la verità di tutta una vita”.

Tiziano, Ritratto di giovinetta, 1545 circa. Olio su tela, 84,5×73 cm. Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte

La capacità di Tiziano di cogliere l’anima dei personaggi ritratti nei suoi dipinti è leggendaria. È Leonardo il primo a pretendere dai ritratti non tanto la somiglianza quanto la capacità di cogliere l’intima essenza del soggetto. Ma è Tiziano a fare di questo atteggiamento un’arte sublime, anche in questo il precursore di una tecnica davvero nuova, moderna.

Seguito da una teoria straordinaria di epigoni: Lorenzo Lotto, Bernardino Licinio, Palma il Vecchio, Paris Bordon, Tintoretto, Veronese…

Tiziano ritrae la bellezza ma ritrae anche la donna, la persona. Per la riluttanza dei veneziani a farsi ritrarre – per timore di suscitare un culto della personalità – i grandi soggetti di Tiziano sono Isabella d’Este, marchesa di Mantova, la figlia Eleonora Gonzaga, una fanciulla di Capodimonte probabilmente legata ai Farnese.

E a Venezia si diffonde anche, con ogni probabilità sollecitata dal mercato europeo, la moda di ritrarre fanciulle ornate di splendidi vestiti e preziosi gioielli. Sono modelle, parenti, amiche o amanti che confermano il mito della donna veneziana. La “bella veneziana” diventa un vero e proprio genere.

Giorgione, Laura, 1506. Olio su tela su legno di abete, 41×33,6 cm. Vienna, Kunsthistorisches Museum

Un sottogenere – ampiamente testimoniato in mostra – è quello delle ragazze a seno scoperto. Sul modello della Laura di Giorgione si dipingono fanciulle che scostano i loro eleganti vestiti per scoprire il petto. Se in un primo momento fu naturale pensare che questi soggetti fossero cortigiane, la riflessione più recente considera invece le donne ritratte delle future spose, in cui l’offerta alla vista del seno rappresenta un suggello della promessa di matrimonio. Il basso profilo generalmente tenuto dalla categoria delle cortigiane – che rifuggivano un’ostentazione troppo erotica – e la pudicizia e castità che esprimono questi ritratti fa di questa teoria un tema convincente.

Anche se non va sottovalutato l’erotismo che comunque questi dipinti generano, che rivaleggia con i soggetti provocanti tipici del tempo, tratti dalla mitologia classica o addirittura dalla Bibbia: Leda e il cigno o Susanna e i vecchioni.

Sono dipinti che rivelano comunque una società che nel suo cosmopolitismo, nella sua opulenza, nella sua libertà di pensiero dichiara esplicitamente l’amore per un’atmosfera sensuale e intimista.

Tintoretto, Susanna e i vecchioni, 1555-1556 circa. Olio su tela, 146×193,6 cm. Vienna, Kunsthistorisches Museum

Nel 1505 Manuzio pubblica la Pontani Opera, l’opera omnia di Giovanni Pontano, letterato, scrittore, traduttore, che Sannazzaro considerava il più grande umanista del suo tempo.

Concludiamo con alcuni suoi versi dedicati al seno femminile:

Perché il seno di latte e le poppe,

persino, mostri senza lini?

Vuoi forse dire. “Bacia le mie poppe,

bacia il mio bianco seno”? O forse:
“Tocca, tocca, stringi?” […]

È un invito agli amanti ad amare. […]

Ermione, queste tue poppe possono ridare

Il dono della giovinezza a Titone.


Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento Veneziano, a cura di Sylvia Ferino, Milano, Palazzo Reale, fino al 5 giugno 2022

Immagine di copertina: Tiziano, Lucrezia e suo marito, 1515 circa. Olio su legno di pioppo, 82×68 cm. Vienna, Kunsthistorisches Museum

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