Dal 2001 al Piccolo Teatro, ritorna a Milano una delle rassegne più importanti di drammaturgia contemporanea. Un vero e proprio compendio di informazione scenica: spettacoli, sì, ma anche formazione, tanta musica – e aperitivi a tema…
La forza di un Paese si misura anche sulla sua capacità di forgiare drammaturgie giovani. Vigorose, politiche, pure mediocri. Poco male, in un’Italia che molto spesso a teatro va poco e che ormai i suoi giovani li ha abbandonati al cinema (vedi l’assottigliamento sempre più clamoroso di star system), figuriamoci sul palco.
Non per questo bisogna scoraggiarsi, non per questo tocca affidarsi sempre allo scalpo degli aficionados – del resto, dati alla mano, è impensabile credere che siano solo loro a portare avanti la carretta, sebbene i teatri non siano colmi come le arene dei concerti di Vasco (ma questo è un discorso vecchio come la polvere).
In quest’ottica di annullamento della negatività, sorprende e fa gioire come anche quest’anno la Milano roccaforte di palcoscenici ospiti una delle sue rassegne più significative, per il sedicesimo anno al Piccolo Teatro. Tramedautore, organizzata da Outis – Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea, è un’iniziativa che si presenta con la «convinzione che la contemporaneità sia la chiave di volta per un dialogo più stimolante con lo spettatore».
E come dargli torto: specchiarci in qualcosa, con un po’ di quel narcisismo che non riusciamo a debellare, forse può aiutarci a recuperare il nostro rapporto con la scena. Tramedautore (che da quest’anno ha un nuovo direttore artistico, Benedetto Sicca) parla di teatro, parla di teatri. Parla di realtà, da subito collocate geograficamente: Belgio, Gran Bretagna, Svezia, Olanda, Italia. Storie che raccontano paure e fragilità, certo, ma inserite in un contesto preciso. Composto da fatti, pensieri, memoria.
In tutto, undici spettacoli: si parte con Mi sa che fuori è primavera (13 settembre), dal libro di Concita De Gregorio (Feltrinelli). Un’idea scenica di (attenzione) Giorgio Barberio Corsetti e di Gaia Saitta, anche protagonista, che abbiamo da poco visto nella trilogia sul genere di Marcela Serli, nei panni di Irina, una donna realmente esistita, cui il marito sottrae le due figlie gemelle. L’epilogo è tragico, il vuoto interiore straziante.
Gaia Saitta ritorna, ancora una volta regista, con il collettivo belga IfHuman (protagonista anche di una performance): Fear Desire è il titolo di un omaggio autentico al dinamismo, che parte dal Tanztheater di Pina Bausch (la coreografa, Julie Anne Stanzak, proviene dalla bottega della celebre danzatrice) e arriva fino a Milano.
Ci sono altri nomi interessanti, come il performer svedese Iggy Lond Malmborg, la Claudia Guidi di Monsieur Teste – Una prosa filosofica per contrabbasso, percussione e voce (Guidi è una delle fondatrici della Societas Raffaello Sanzio), da Paul Valéry, o I ragazzi del cavalcavia (foto in copertina) di Erika Z. Galli e Martina Ruggeri, attualissima riflessione sulla noia di un gruppo di disperati – anche loro realmente esistiti, vedi alla voce fratelli Furlan, a.d. 1996.
Outis (che in greco vuol dire “nessuno” ed è il titolo di un’opera di Luciano Berio) allestisce, per Tramedautore, un compendio di vera e propria informazione scenica: non solo drammaturgia, ma anche formazione (con la Trame Temporary School, gestita dagli artisti della rassegna), aperitivi affidati alle voci di giovani attori (Una parola al giorno), e tanta musica. Dal 14 settembre il post-spettacolo viene affidato al pianista Cesare Picco, impegnato a trovare partiture ispirati sul classico nipponico Genji Monogatari. Spazio anche al cinema, o meglio, meta-cinema (e meta-teatro): lunedì 18 settembre sarà proiettato Stop Acting Now – Extended Edition, docufilm idealmente diretto dal collettivo olandese Wunderbaum (protagonisti anche della performance Looking for Paul), in cui lo scavalcamento – post pirandelliano – porta un gruppo di istrioni ad agire anche nella vita. Teatro in esaurimento, teatro in fermento.
A fare altri nomi, però, si rischia di trascurare troppo qualcuno che non lo meriterebbe. Tramedautore, 13-24 settembre. Waiting for you.
(video di proprietà di Outis – Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea e CesarePiccoMusic)