Più ritmo noir che spunti etici in “Trash” di Stephen Daldry: ma c’è anche la miseria del Brasile
«Una storia di soldi e bambini sporchi». Mai sottotitolo fu più esaustivo e veritiero di questo. Il colorito, nuovo film di Stephen Daldry si apre con i ragazzini delle favelas che rovistano in una gigantesca discarica, e si chiude, in sostanza, nello stesso luogo. In mezzo, inseguimenti, fughe, pestaggi e interrogatori tra i sensazionali vicoli della periferia di Rio de Janeiro. La trama si riassume in due righe: un ragazzino trova per caso un portafoglio con informazioni in codice, in grado di incriminare l’uomo politico del momento. Da qui scatta un conto alla rovescia di 114 minuti in cui il giovane protagonista – con due piccoli amici – è inseguito da spietati poliziotti che vogliono mettere a tacere il possibile scandalo. Si corre senza sosta, con stacchi di montaggio che ricordano Tropa de Elite, altro film girato nelle favelas di Rio, e la velocità, il rumore che connotano tutto il film riportano l’atmosfera frenetica della periferia brasiliana, dove è guerra senza fine tra corpi dello stato e popolazione.
Ad aiutare i tre niños, un’incantevole maestra missionaria e un prete, gli attori americani Rooney Mara Martin Sheen, che veste i panni di un anziano vicario della chiesa umanitaria. Sono gli unici volti noti del film, il resto del cast è fatto da magnifici non-attori brasiliani esordienti.
Il risultato è un thriller anomalo, una storia poliziottesca a tratti divertente, piena di messaggi in codice, sbirri, soldi da trovare e incendi dolosi, una bomba di puro intrattenimento, dove Daldry non manca comunque di descrivere un mondo di povertà che deve convivere, pochi metri più in là, con la più spudorata opulenza. Molte inquadrature indugiano sulla tragica povertà, con accenni di realtà che non diventano però mai riflessione compiuta, né sono portatori di un compiuto messaggio etico. Il regista di Billy Elliot, cui va riconosciuto uno spiccato senso del cinema, mirava però a fare un film perfettamente empatico, emozionante, più per il pubblico che per la critica, come dimostra il premio che ha vinto alla Festa del Cinema di Roma.
Trash di Stephen Daldry, con Rooney Mara e Martin Sheeen