Fino al 2 febbraio 2025 Palazzo Reale a Milano presenta “Ugo Mulas. L’operazione fotografica”, una delle più ampie e dettagliate retrospettive dedicate a uno dei suoi autori più importanti, il cui taglio inedito trova nella città di Milano, colta nelle sue molteplici sfaccettature, il suo principale nucleo narrativo. La mostra fa parte infatti di “Ugo Mulas in città”, iniziativa diffusa che coinvolge diversi luoghi e istituzioni di Milano come Pinacoteca di Brera, Palazzo Citterio, Museo del Novecento, Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, Museo Poldi Pezzoli e Fondazione Marconi.
Avvicinarsi a un “grado zero” sviscerando il mondo e la costruzione fotografica dello stesso è strumento ed obiettivo de ”L’operazione fotografica” di Ugo Mulas, un’operazione attenta e rigorosa che punta alla semplificazione dell’agire e dello sguardo, senza però perdersi in formalismi didattici e scontati ma anzi indirizzandoci, come solo un maestro sa fare, ad eliminare il superfluo in favore di una visione più autentica ed essenziale. La mostra, presentata a Palazzo Reale da Denis Curti e Alberto Salvadori, esplora la ricerca di Ugo Mulas sul mezzo fotografico slegato dal ruolo di attestazione documentaria, diventando anzi oggetto di interrogativi “educativi” che l’artista si pone, mettendo alla prova lo strumento, la macchina, testandone limiti e potenzialità.
Nelle “Verifiche” (1968-1973), serie fotografica qui interamente presentata, Mulas riflette sulla fotografia stessa, esaminando meticolosamente con prove ultime e, appunto, verifiche, operazioni formali quali inquadratura, scatto e sviluppo. Con l’approccio scientifico di un ricercatore, Mulas completa poi ogni verifica di una descrizione del risultato sperimentale ottenuto, di un testamento. Mulas riconosce la fotografia ed il suo essere fotografo contemporaneamente come soggetto ed oggetto, dove la macchina fotografica come dispositivo di rappresentazione non è nascosto ma è protagonista, così come l’agire del fotografo, demiurgo creatore. Nella serie fotografica dedicata alla mostra “Vitalità del negativo” del 1970, l’artista e la sua macchina fotografica ci appaiono riflesse nell’opera di Michelangelo Pistoletto: Mulas non si fece alcuno scrupolo nel mettersi di fronte all’opera e ad “abitarla”, come questa richiedeva allo spettatore. La fotografia di Mulas infatti, quando attestazione dell’opera e della vita di un artista, vive dell’intimo contatto che egli riesce a instaurare con questo e la sua produzione, superando la documentazione per rivelare invece personalità e progettualità, come si può osservare nelle banali azioni e situazioni in cui viene ritratto Duchamp, che rende il “non fare” una nuova modalità del fare; nella temporalità del gesto tagliente di Fontana; nell’aspetto di intima giocosità di Calder; nella fragilità e delicatezza di Melotti.
Risultato di un intimo dialogo con l’artista e la sua pratica, i ritratti di Mulas non sono mai “rubati”, ma studiati e accuratamente ricercati nel soggetto raffigurato. Con lo stesso sguardo di cura e vicinanza si rapporta con i luoghi, nelle foto della New York pop, di Venezia innevata e casa della Biennale (che fotografa dal 1954 al 1972), della quotidianità della Russia, ed infine dell’intellettuale Milano, con il caffè Jamaica e i suoi frequentatori come Manzoni e Dondero. Le opere in mostra evidenziano ciò che già Joan Fontcuberta aveva riportato come caratteristiche della ricerca di Mulas, esaminando la sua pratica alla luce del fenomeno post-fotografico di smantellamento delle modalità visive ed operative che la fotografia aveva imposto nel secolo precedente. La sua attenzione per l’azione meccanica del fotografare, la ricerca di una fotografia essenziale, quasi attestazione di un puro gesto di appropriazione della realtà intima propria, degli altri, e della macchina fotografica stessa, lo avvicinano a quei fotografi ed artisti, come il contemporaneo John Hilliard, che con i loro scatti raccontano lo strumento fotografico come vivo e senziente.
Una mostra, questa di Palazzo Reale, che ci parla di un fotografo totale, abitatore di realtà disparate eppure per certi versi esclusive, accessibili alla sua penetrante visione fotografica che le condensa in immagini tutt’altro che ripulite, ma autentiche, così come le esperienze ivi ritratte.
Ugo Mulas. L’operazione fotografica, Palazzo Reale, Milano, fino al 2 febbraio 2025
In copertina: Ugo Mulas. Il laboratorio. Una mano sviluppa, l’altra fissa. A Sir John Frederick William Herschel, 1970 – 1972 © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati. Courtesy Archivio Ugo Mulas, Milano – Galleria Lia Rumma, Milano / Napoli