“La Dea Fortuna” rilancia il regista italo-turco che scrive bene e dirige meglio una bella commedia drammatica. La stanca routine della coppia fatta da Alessandro (Edoardo Leo) e Arturo (Stefano Accorsi) viene sconvolta dall’arrivo inaspettato di due bambini. Così nasce un vero cambiamento
La commistione di generi diversi, specialmente nel mondo del cinema, è una tentazione tanto allettante quanto scivolosa. E riuscire a trovare un equilibrio tra dramma e risata richiede sensibilità artistica sotto svariati punti di vista, dalla sceneggiatura alle scelte attoriali. In La Dea Fortuna Ferzan Ozpetek dà prova ancora una volta di saper attingere a registri diversi per creare una commedia drammatica d’effetto. Alessandro (Edoardo Leo) e Arturo (Stefano Accorsi) sono una coppia da più di quindici anni. Nonostante la passione e l’amore si siano trasformati in un affetto importante, la relazione è però in crisi da tempo. L’improvviso arrivo nelle loro vite di due bambini, lasciati in custodia per qualche giorno dalla migliore amica di Alessandro, potrebbe però dare un’insperata svolta a quella stanca routine. La soluzione sarà un gesto folle. Ma d’altronde l’amore è uno stato di piacevole follia.
L’ambientazione è quella più familiare, in tutti i sensi, sia per il dedalo di saloni e corridoi nei quali veniamo accompagnati nell’inquietante prologo di presentazione dell’ennesima famiglia allargata del suo cinema, riunita in terrazza per un pranzo festoso, sia per la dimestichezza e la consuetudine che si può avere con certi elementi ricorrenti nei suoi film. Eppure, più che in altre occasioni stavolta sembra di esser tornati a parlare dell’Ozpetek migliore. Merito di una scrittura più sincera e coraggiosa, dello spunto tanto sentito, e forse anche della stessa Dea: una Fortuna intesa nel senso classico di “caso”, né buona, né cattiva, semplicemente pronta a intervenire e stravolgere ogni routine.
I più nostalgici noteranno subito i rimandi a Le fate ignoranti che echeggiano nelle scene più prettamente corali del film. Tuttavia quest’opera, nonostante dia spazio più che soddisfacente ai suoi personaggi secondari, senza mai trascurare di dar loro una personalità ben definita, è senz’altro più incentrata sulla vicenda dei due protagonisti. Anche se l’intero cast ha le sue occasioni per splendere, per rubare la scena di tanto in tanto, e spesso sono proprio i personaggi a prima vista meno essenziali a fornire una chiave di lettura, o una battuta divertente. Tutto questo va a creare un solido background, costruito sapientemente e dosato con riserbo, per fare da sfondo alla vicenda di Alessandro e Arturo.
Dramma e commedia, divertimento e commozione si mescolano come sempre, ma stavolta a comandare sono le emozioni. Quelle cui si è affidato il regista e sulle quali hanno fortemente investito gli interpreti, a loro dire coinvolti come in pochi altri casi. E tutto sommato convincenti, misurati e ben diretti più di altre volte. Come un banjo malinconico che suona una melodia dimenticata, La Dea Fortuna racconta di una passione, esplosiva e catartica, e di un cambiamento, talmente forte da far piangere e ridere: e il soggetto firmato da Ozpetek e Gianni Romoli prende una morbida forma, in una Roma estiva magica e irrinunciabile. E dove non arrivano le immagini, arrivano le parole di Ivano Fossati, autore di Luna Diamante, meraviglioso brano interpretato da Mina. E allora sì, Ozpetek è tornato, e con lui i suoi personaggi, belli e imperfetti. Come la vita, come l’amore. Preparate cuore, occhi, testa e fazzoletti.
La Dea Fortuna di Ferzan Ozpetek, con Stefano Accorsi, Eadoardo Leo, Jasmine Trinca, Sara Ciocca, Edoardo Brandi, Barbara Alberti, Serra Yilmaz, Cristina Bugatty, Filippo Nigro, Pia Lanciotti, Dora Romano, Barbara Chichiarelli